mercoledì, febbraio 04, 2009
DUE FRASI DEL MINISTRO MARONI
Sono di ieri l’altro – in occasione di una sua visita ad Avellino – alcune affermazioni del Ministro Maroni, due delle quali mi lasciano particolarmente perplesso e quindi mi viene voglia di rifletterci sopra insieme a voi.
LA PRIMA è la seguente: “Per contrastare l’immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti, ma cattivi e determinati”; continuando poi che “la vera emergenza del nostro Paese è l’immigrazione clandestina e per contrastare tutto il male che ci porta, bisogna affermare il rigore della legge”; sono una serie di affermazioni che – a parte l’evidente cattivo gusto - lasciano intravedere un retroterra che non è consono ad un ministro: non possiamo invocare “la cattiveria”, quasi una sorta di ferocia, per le misure che dobbiamo prendere verso una situazione che è ormai diventata “normale”.
D’altro canto, il signor Ministro vorrà convenire con me che i disgraziati che scappano dai loro paesi e attraversano il mare a bordo di sfasciate barchette, non possono essere definirli “cattivi”; casomai “disperati”, “malridotti”, e potrei continuare ancora per molto aggiungendo altri aggettivi; ma dovrebbe – il Ministro - soprattutto convenire che se il buon Dio avesse fatto in modo che nelle loro patrie – disgraziate e depredate dall’occidente – avessero trovato un posticino “con il culo al caldo” come ha trovato il Ministro, forse non gli sarebbe venuto in mente di venire in Italia “a disturbare” i beati – come il Ministro – italioti che, pur in tempi di crisi, se ne stanno tranquilli (o quasi) a fare la loro vita (“bella” se paragonata a quella che fanno nei Paesi del terzo mondo).
E il discorso che fa il suo collega di governo Calderoli che invoca la sospensione del trattato di Schengen sulla libera circolazione dei lavoratori perché gli immigrati “rubano il lavoro agli operai italiani”? Si ricordi che analoga richiesta è stata fatta dagli inglesi, ma questa volta a non essere “desiderati” sono gli italiani; come si può vedere, nella vita esiste sempre una misteriosa realtà per cui “il pesce più grosso mangia quello più piccolo” e ognuno di noi ha i due ruoli (pesce grosso o piccolo) a seconda dei ruoli che si trova ad interpretare.
LA SECONDA frase di Maroni che mi interessa analizzare è questa: “Nel 2008, rispetto al 2007, i reati sono diminuiti dell’11%, le rapine del 12% e quelli di violenza sessuale sulle donne del 9%; poiché non ho motivo di dubitare che le cifre fornite dal ministro siano veritiere, dobbiamo analizzare il fenomeno di “allarme sociale” apparso su TV e giornali e anche da me tante volte rilanciato. Evidentemente, per qualche ragione, la stampa ha preso a fornire maggiori notizie sulla sicurezza e sulle violenze alle donne; però vi ricordo che l’articolo che appare sul giornale “X” circa un certo evento, non è l’evento, ma “l’idea dell’autore del pezzo sull’evento stesso”.
Perciò, quando raccogliamo le denunce dei giornali – sacrosante in assoluto, ma discutibili se rapportate ai reati precedenti – dobbiamo sempre porci di fronte al problema con l’occhio spalancato e dirci la frase che ho sopra indicato: “è l’idea di….”; da questo processo finzione/realtà nessuno è immune, neppure io che lo insegno, tant’è vero che alcune volte avrete letto miei articoli che invocavano maggiore fermezza, maggiore durezza delle pene e segnalavano un aumento di questi reati violenti; ebbene, anch’io ero vittima del processo finzione/realtà e contribuivo, nel mio piccolo, a far aumentare il cosiddetto “allarme sociale” circa la violenza sulle donne con il semplice rilanciare e commentare l’evento delittuoso.
Quindi andiamoci cauti nel tranciare giudizi e vediamo invece le cose nella loro giusta realtà; ma anche cerchiamo di capire perché i grossi network televisivi e di stampa si riempiono la bocca con il fatidico “allarme sociale”. Chiaro il concetto??
LA PRIMA è la seguente: “Per contrastare l’immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti, ma cattivi e determinati”; continuando poi che “la vera emergenza del nostro Paese è l’immigrazione clandestina e per contrastare tutto il male che ci porta, bisogna affermare il rigore della legge”; sono una serie di affermazioni che – a parte l’evidente cattivo gusto - lasciano intravedere un retroterra che non è consono ad un ministro: non possiamo invocare “la cattiveria”, quasi una sorta di ferocia, per le misure che dobbiamo prendere verso una situazione che è ormai diventata “normale”.
D’altro canto, il signor Ministro vorrà convenire con me che i disgraziati che scappano dai loro paesi e attraversano il mare a bordo di sfasciate barchette, non possono essere definirli “cattivi”; casomai “disperati”, “malridotti”, e potrei continuare ancora per molto aggiungendo altri aggettivi; ma dovrebbe – il Ministro - soprattutto convenire che se il buon Dio avesse fatto in modo che nelle loro patrie – disgraziate e depredate dall’occidente – avessero trovato un posticino “con il culo al caldo” come ha trovato il Ministro, forse non gli sarebbe venuto in mente di venire in Italia “a disturbare” i beati – come il Ministro – italioti che, pur in tempi di crisi, se ne stanno tranquilli (o quasi) a fare la loro vita (“bella” se paragonata a quella che fanno nei Paesi del terzo mondo).
E il discorso che fa il suo collega di governo Calderoli che invoca la sospensione del trattato di Schengen sulla libera circolazione dei lavoratori perché gli immigrati “rubano il lavoro agli operai italiani”? Si ricordi che analoga richiesta è stata fatta dagli inglesi, ma questa volta a non essere “desiderati” sono gli italiani; come si può vedere, nella vita esiste sempre una misteriosa realtà per cui “il pesce più grosso mangia quello più piccolo” e ognuno di noi ha i due ruoli (pesce grosso o piccolo) a seconda dei ruoli che si trova ad interpretare.
LA SECONDA frase di Maroni che mi interessa analizzare è questa: “Nel 2008, rispetto al 2007, i reati sono diminuiti dell’11%, le rapine del 12% e quelli di violenza sessuale sulle donne del 9%; poiché non ho motivo di dubitare che le cifre fornite dal ministro siano veritiere, dobbiamo analizzare il fenomeno di “allarme sociale” apparso su TV e giornali e anche da me tante volte rilanciato. Evidentemente, per qualche ragione, la stampa ha preso a fornire maggiori notizie sulla sicurezza e sulle violenze alle donne; però vi ricordo che l’articolo che appare sul giornale “X” circa un certo evento, non è l’evento, ma “l’idea dell’autore del pezzo sull’evento stesso”.
Perciò, quando raccogliamo le denunce dei giornali – sacrosante in assoluto, ma discutibili se rapportate ai reati precedenti – dobbiamo sempre porci di fronte al problema con l’occhio spalancato e dirci la frase che ho sopra indicato: “è l’idea di….”; da questo processo finzione/realtà nessuno è immune, neppure io che lo insegno, tant’è vero che alcune volte avrete letto miei articoli che invocavano maggiore fermezza, maggiore durezza delle pene e segnalavano un aumento di questi reati violenti; ebbene, anch’io ero vittima del processo finzione/realtà e contribuivo, nel mio piccolo, a far aumentare il cosiddetto “allarme sociale” circa la violenza sulle donne con il semplice rilanciare e commentare l’evento delittuoso.
Quindi andiamoci cauti nel tranciare giudizi e vediamo invece le cose nella loro giusta realtà; ma anche cerchiamo di capire perché i grossi network televisivi e di stampa si riempiono la bocca con il fatidico “allarme sociale”. Chiaro il concetto??