<$BlogRSDUrl$>

sabato, febbraio 07, 2009

BOSSI E DI PIETRO: POPULISMO CHE PAGA 

Il Paese sembra apprezzare le “sparate” dei due leader politici che indico nel titolo e entrambi vengono pagati molto bene nei sondaggi di questi giorni; sia chiaro che si tratta di sondaggi e quindi, da questo a votare per loro nelle prossime elezioni il passo è lungo; comunque il sintomo è questo.
Bossi ottiene un innegabile successo personale con alcune norme inserite nel Decreto sulla sicurezza che fanno rizzare i capelli, ma che evidentemente piacciono a un certo elettorato: sto parlando delle “ronde” e della norma che impone la denuncia da parte dei medici per quegli emigranti clandestini che si presentano ai pronto soccorso.
Le polemiche su questa normativa si stanno sprecando e, per la verità, non si riesce neppure a intravedere nelle repliche della Lega un qualche discorso sensato – sia pure “di parte” – che la possa giustificare; intanto, si sta addirittura invocando il principio dell’”obiezione di coscienza” da parte dei sanitari che si trovassero a medicare un clandestino e la Chiesa ha già preso posizione.
Di Pietro, da parte sua, se la prende con l’inquilino del Quirinale, cioè con la massima carica dello Stato, colui che per prassi consolidata viene considerato un “inattaccabile” e che quindi, in caso contrario, suscita allarme sulla stampa nazionale e internazionale.
Il buon Tonino – ormai diventato un “cane sciolto” non controllabile dal leader del partito che lo ha fatto eleggere – ha cominciato con il comizio a Roma, nel quale ha attaccato il Presidente della Repubblica con un discorso basato sui “suoi silenzi” che rasenta l’accusa di collusione con la mafia.
Ha continuato poi in questi ultimissimo giorni, con una “lettera aperta” inviata dal proprio blog, nella quale si invita il Presidente a vigilare sulla situazione attuale del Governo che – a suo dire – “sembra ricalcare più le orme del partito nazionalsocialista tedesco degli anni ’30, che quelle di una democrazia fiondata sul diritto”.
Anche in questo caso le polemiche sono al color bianco e vengono usate addirittura parole forti come “pazzo”, “fuori di testa” e similari; e invece Tonino tutto è meno che pazzo e queste sue uscite sono mirate ad ottenere il massimo della visibilità possibile.
Questa sua ultima affermazione circa l’ipotetica “dittatura” della destra (ma dov’è una vera destra in Italia?) sembra ottenere consensi anche nel campo degli intellettuali più radicali, tutta gente che finora snobbava l’ex PM definendolo un “questurino”.
Se diamo per buono le considerazione dei sondaggisti, sia Lega che IDV stanno aumentando in modo considerevole il proprio appeal nei confronti delle frange di popolazione intervistata; tutti questi guadagni vanno ovviamente a scapito di qualcuno e, precisamente, del Pdl per quanto riguarda la Lega e del PD per i voti guadagnati da Di Pietro; da notare che il primo dei due partiti (il Pdl) è stato messo in piedi dall’iniziatore del modo populistico di fare politica: ricorderete che all’inizio della sua avventura politica, Berlusconi aveva sempre in bocca la parola “comunista” per smuovere la riprovazione della gente e avere l’approvazione alla propria “immagine”.
Queste due ascese di partiti “estremisti nella sostanza delle cose”, può andare bene solo in un Paese come il nostro, dove il popolo è stato ormai soppiantato dalla plebe e quindi la manovrabilità della gente è quasi totale: si tende l’orecchio a sirene politiche, si segue le mode del momento, si ascolta quello che parla più forte; insomma si fa tutte quelle cose che un popolo raziocinante non dovrebbe fare: rimanere abbindolati dal potere forte di turno e, soprattutto, dai mass media che gli fanno da cassa di risonanza.
Quindi possiamo affermare che le estreme sembrano in movimento e si caratterizzano per i continui “contro” che portano avanti: come finirà? Staremo a vedere!!

This page is powered by Blogger. Isn't yours?