venerdì, febbraio 06, 2009
ALCUNI COMMENTI SULLA TV
Per scrivere questo post mi “sono costretto” a vedere qualcosa della nostra televisione e, adesso, sono qui a parlarne con voi; anzitutto il programma di Rita Dalla Chiesa, quel “Forum” che va in onda dalle 11.00 fino alle 13.00, quindi a trainare il TG di Canale 5 (a dimostrazione che il programma “tira”) e in replica dalle 14.00 alle 15.00 su Rete 4; tutto si sostanzia in litigi tra due persone su vari argomenti: i due raccontano la loro versione dell’argomento dibattuto e, mentre il giudice si ritira in camera di consiglio per stilare la sentenza, quasi sempre molto sensata, si apre una sorta di dibattito con il pubblico e con due “aiutanti” (non so usare altra definizione) della conduttrice.
Dunque, a parte le fesserie (qualcuna anche simpatica) che vengono dette nei vari interventi della gente e che formano la parte “ridanciana” dello spettacolo, quello che trovo profondamente diseducativo sono gli interventi dei suddetti due aiutanti che – parlando inequivocabilmente “ex cattedra” in quanto lo schermo televisivo conferisce questo potere - lanciano punti di vista su questioni etiche e di morale spicciola che diventano una sorta di “insegnamento” per coloro che sono ancora legati allo slogan “l’ha detto la televisione e quindi è vero”; ecco, a mio giudizio, gli interventi di questi due giovanotti – assolutamente sprovveduti in ogni branca dello scibile umano – diventano degli autentici “insegnamenti” per coloro che seguono il programma “solo perché è divertente” e invece si ritrovano a ricevere delle comunicazioni clandestine che contribuiscono a creare mentalità, cioè a formare il modo di pensare della gente, cosa che poi si riverbera nelle azioni anche importanti della vita, tipo le scelte dei candidati politici, gli atteggiamenti circa le varie posizioni di ordine religioso o morale e, infine, il modo di affrontare il consumismo imperante nella nostra civiltà.
L’altro programma che registra delle intemperanze e dei cattivi insegnamenti è “Il Grande Fratello; diciamo subito che gli autori – di nazionalità olandese – non si prefiggono alcuno scopo educativo, ma semplicemente la costruzione di un format che sia il più scollacciato possibile, ma sempre nei limiti che loro stessi impongono.
E quindi assistiamo a risse da osteria tra certa Federica e certo Gianluca in uno sbracamento generale dei giovani presenti che rasenta lo schifo con un uso smodato della parolaccia; si dirà: cosa volete che facciano, senza giornali, senza libri, senza televisione? È vero, anzi è verissimo, ed infatti l’unico sfogo che consente la situazione di reclusione è qualche “sveltina” all’ombra di un lenzuolo o nascosta da qualche mobili; il tutto per non essere inquadrati dall’indiscreto occhio della telecamera che rappresenta appunto “il grande fratello” orwelliano.
Se scendiamo poi alle trasmissioni di Maria De Filippi – “Amici” e “Uomini e Donne” - assistiamo al nuovo sentimento nazionale: il furore agonistico per primeggiare e diventare così “una diva o un divo”, massima aspirazione per la gioventù nazionalpopolare. Qualcuno deve aver detto loro che per sfondare nel mondo dello spettacolo è indispensabile – oltre a qualche dote artistica naturale (pochissime) – la bellezza, ma soprattutto, la grinta e la volontà di emergere. E così viene messo in atto, in questi programmi che prevedono un vincitore al quale poi si apriranno le porte del dorato mondo dello spettacolo, una sorta di combattimento da Circo Massimo, senza esclusione di colpi, senza nessuna amicizie e soprattutto senza la minima morale.
Questo è quanto ci viene propinato dal nostro elettrodomestico preferito – la TV - ma ricordate che, così come vi ho già detto una volta, ne possiamo anche fare a meno e quindi vi ripeto l’invito a tenere spento il televisore per una settimana; vediamo poi che cosa è successo nella nostra psiche: siamo migliorati o peggiorati?
Dunque, a parte le fesserie (qualcuna anche simpatica) che vengono dette nei vari interventi della gente e che formano la parte “ridanciana” dello spettacolo, quello che trovo profondamente diseducativo sono gli interventi dei suddetti due aiutanti che – parlando inequivocabilmente “ex cattedra” in quanto lo schermo televisivo conferisce questo potere - lanciano punti di vista su questioni etiche e di morale spicciola che diventano una sorta di “insegnamento” per coloro che sono ancora legati allo slogan “l’ha detto la televisione e quindi è vero”; ecco, a mio giudizio, gli interventi di questi due giovanotti – assolutamente sprovveduti in ogni branca dello scibile umano – diventano degli autentici “insegnamenti” per coloro che seguono il programma “solo perché è divertente” e invece si ritrovano a ricevere delle comunicazioni clandestine che contribuiscono a creare mentalità, cioè a formare il modo di pensare della gente, cosa che poi si riverbera nelle azioni anche importanti della vita, tipo le scelte dei candidati politici, gli atteggiamenti circa le varie posizioni di ordine religioso o morale e, infine, il modo di affrontare il consumismo imperante nella nostra civiltà.
L’altro programma che registra delle intemperanze e dei cattivi insegnamenti è “Il Grande Fratello; diciamo subito che gli autori – di nazionalità olandese – non si prefiggono alcuno scopo educativo, ma semplicemente la costruzione di un format che sia il più scollacciato possibile, ma sempre nei limiti che loro stessi impongono.
E quindi assistiamo a risse da osteria tra certa Federica e certo Gianluca in uno sbracamento generale dei giovani presenti che rasenta lo schifo con un uso smodato della parolaccia; si dirà: cosa volete che facciano, senza giornali, senza libri, senza televisione? È vero, anzi è verissimo, ed infatti l’unico sfogo che consente la situazione di reclusione è qualche “sveltina” all’ombra di un lenzuolo o nascosta da qualche mobili; il tutto per non essere inquadrati dall’indiscreto occhio della telecamera che rappresenta appunto “il grande fratello” orwelliano.
Se scendiamo poi alle trasmissioni di Maria De Filippi – “Amici” e “Uomini e Donne” - assistiamo al nuovo sentimento nazionale: il furore agonistico per primeggiare e diventare così “una diva o un divo”, massima aspirazione per la gioventù nazionalpopolare. Qualcuno deve aver detto loro che per sfondare nel mondo dello spettacolo è indispensabile – oltre a qualche dote artistica naturale (pochissime) – la bellezza, ma soprattutto, la grinta e la volontà di emergere. E così viene messo in atto, in questi programmi che prevedono un vincitore al quale poi si apriranno le porte del dorato mondo dello spettacolo, una sorta di combattimento da Circo Massimo, senza esclusione di colpi, senza nessuna amicizie e soprattutto senza la minima morale.
Questo è quanto ci viene propinato dal nostro elettrodomestico preferito – la TV - ma ricordate che, così come vi ho già detto una volta, ne possiamo anche fare a meno e quindi vi ripeto l’invito a tenere spento il televisore per una settimana; vediamo poi che cosa è successo nella nostra psiche: siamo migliorati o peggiorati?