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lunedì, gennaio 26, 2009

VIOLENZA SULLE DONNE - ATTO SECONDO 

Come avevo promesso nel post di ieri, torno sul problema della violenza alle donne per affrontare due aspetti, solo accennati nel mio precedente scritto, che ora, se mi riesce, vorrei riprendere ed ampliare sia come informativa che come modo di vedere le cose.
Il primo aspetto è quello della concessione degli arresti domiciliari allo stupratore di capodanno, un giovane incensurato di soli 22 anni, arrestato e rimesso in libertà.
La legge parla chiaro in proposito e stabilisce che la permanenza nelle patrie galere può essere comminata, nel periodo di fermo, solo se sussiste una di questi tre pericoli: a) reiterazione del reato; b) inquinamento delle prove; c) fuga.
Ora, mi sembra chiaro che nel caso del nostro imputato, nessuna delle tre condizioni è presente in quanto, per il punto a) si dà per preminente nell’esecuzione del reato l’alterazione di droga ed alcool e quindi si scarta l’ipotesi della possibile reiterazione; per il punto b), l’eventuale inquinamento delle prove è irrilevante in quanto l’imputato è reo confesso; per il punto c) l’irreprensibile condotta fin qui tenuta nella casa dei genitori e la fedina penale assolutamente immacolata fa scartare la possibilità di fuga..
La legge però non tiene minimamente conto di due cose: la prima è la particolare abiettezza del reato e la seconda è lo stato d’animo della vittima.
Per il primo aspetto sarebbe sufficiente che i politici, anziché starnazzare sulla decisione del giudice, si impegnassero per modificare la legge introducendo la particolare abiettezza (bassezza, viltà) del reato, mentre per il secondo si ritorna a quanto già detto ieri e cioè che tutte le normative sembrano fatte apposta per Caino e dimenticano completamente Abele; la ragazza infatti è arrivata a dire questa frase straziante: “mi farò giustizia da sola”.
Per il secondo aspetto – la sessualità imperante ai nostri giorni nel mondo occidentale e la conflittualità con l’oriente – mi voglio riferire ad una domanda che tempo addietro ho avuto modo di porre ad un islamico: perché è così importante che fuori dalla propria casa la donna si copra almeno i capelli se non il viso con il velo? “Perché, mi venne risposto, i capelli sono una parte rilevante della bellezza femminile e molto provocatoria; e, fuori dal talamo, non è bene usare la propria bellezza per provocare gli uomini; è come se da voi una donna girasse per la strada con il seno nudo”.
Non credete che questo “insegnamento” della loro religione vada a confliggere apertamente con la realtà dei nostri tempi? E questo, legato alla situazione che si trovano davanti – islamici ed altri migranti – può diventare una polveriera: la nostra società è proiettata verso il futuro e, anziché cercare un punto di equilibrio con la natura che la circonda, è dedita all’inseguimento di un solo, unico mito: il successo; tale inseguimento viene da tutti noi eseguito senza esclusione di colpi e di argomenti, per cui il sesso – per le donne, ma anche per gli uomini – è diventato nient’altro che un’altra arma a disposizione per la dura battaglia alla conquista del primato, sia esso nell’azienda o nella società, nel campo televisivo o nel campo artistico; tutto è permesso, in questa lotta senza esclusione di colpi, per sconfiggere “tutti gli altri” e far emergere solo il proprio “ego”. Coloro che provengono da realtà sociali o religiose diverse dalle nostre, si ritrovano proiettati in questa specie di cinodromo dove i cani corrono all’inseguimento di una finta preda così come noi corriamo dietro ad un finto successo, usando armi che agitano gli ormoni di coloro che non ci sono abituati e in questo caso…… Sono forse troppo semplicistico? Speriamo di sì!! Ma ricordiamoci che il sesso, così ostentato nella nostra civiltà, può diventare sinonimo di una sfacciata provocazione, con il risultato che ben conosciamo.

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