sabato, gennaio 03, 2009
SUDDITI E CONSUMI
Anche se le festività non sono ancora finite, stanno uscendo alcuni dati sui consumi che mi lasciano perplesso: sembrerebbe che non ci sia stata una flessione importante con quelli dell’anno passato e, soprattutto, anche negli alimentar, dove si paventavano netti cali negli acquisti, la Confcommercio non segnala diminuzioni degne di nota.
Mi sono allora chiesto: vuoi vedere che quello che una volta era un popolo che poi si è trasformato in plebe, è arrivato alla scala inferiore ed è diventato “suddito” e, di conseguenza, ha ritenuto suo dovere, obbedire a quanto il signore comandava: fate finta che la crisi non ci sia e buttate nei consumi futili e addirittura inutili in molti casi, gli stessi soldi che avreste buttato se la crisi non ci fosse stata: spero che vi ricordiate tutti dell’invito e da quale pulpito proveniva la predica.
Ed a proposito di sudditi, voglio qui riportare un piccolo periodo del discorso tenuto in Senato da Lucio Sergio Catilina: “Ora che il governo della Repubblica è caduto nel pieno arbitrio di pochi prepotenti, noi altri tutti, valorosi, valenti e plebei, non fummo che volgo, senza considerazione, senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la Repubblica esistesse davvero”.
Catilina, figura singolare di rivoluzionario-reazionario, fa questo intervento al Senato in una Roma divenuta simile alla nostra società, totalmente votata al materialismo, dove vigeva la truffaldina pratica della “doppia morale” per cui la legge veniva applicata alla lettera per la gente comune, mentre era “interpretata” per gli amici.
Ed il popolo, dopo aver perduto la libertà e la dignità, era alla ricerca di qualcuno che gliela possa ridare, ma non sarà Cesare, capo del partito democratico a cercare di restituirgliele e neppure il “pio Augusto” che inaugurerà l’inganno – poi divenuto prassi di ogni sistema oligarchico che non abbia il coraggio di presentarsi come tale – di governare “in nome del popolo” quando in realtà opererà solo in favore dei maggiorenti; saranno invece i cosiddetti Caligola e ancor più Nerone a governare in modo più vicino alla Repubblica, eppure entrambi saranno stramaledetti nei secoli. Scusate questa digressione storica, ma credo che ben si attagli alla nostra (non solo italiana, sia chiaro!) situazione; l’individuo, spogliato della propria libertà di essere umano, è convinto di averne invece in gran quantità solo perché può scegliere la marca del frigorifero, mentre le oligarchie – autentiche detentrici del potere – annullano l’individuo e lo relegano al ruolo di consumatore.
Pensate un po’ cosa sarebbe accaduto se i consumi avessero avuto veramente un vistoso calo! Si sarebbe gridato alla catastrofe, al calo violento del PIL, insomma tutte le solite cavolate che ci propinano per farci stare tranquilli.
Ma come possiamo conciliare l’invito del “sistema” a dar fondo alle nostre risorse per consumare anche roba che non ci serve in nome di un incomprensibile – almeno per me – bisogno continuo di crescita, con quello del Presidente Napolitano che ci invita invece a”…rinnovare la nostra economia ed i nostri stili di vita poco sensibili a valori di sobrietà e lungimiranza”?
Sia ben chiaro che io propendo per l’invito di Napolitano, anche se dubito che qualcuno lo stia a sentire; perché è chiaro che nessuno di noi, singolarmente, può modificare una impostazione sociale come la nostra; occorrerebbe un “movimento di popolo” che si ergesse a confrontarsi con le oligarchie del sistema capitalistico, ma detto tra noi, le mie mi sembrano solo parole in libertà, perché non riesco ad intravedere all’orizzonte niente che possa assomigliare a quello che cerco invano di ipotizzare.
Mi sono allora chiesto: vuoi vedere che quello che una volta era un popolo che poi si è trasformato in plebe, è arrivato alla scala inferiore ed è diventato “suddito” e, di conseguenza, ha ritenuto suo dovere, obbedire a quanto il signore comandava: fate finta che la crisi non ci sia e buttate nei consumi futili e addirittura inutili in molti casi, gli stessi soldi che avreste buttato se la crisi non ci fosse stata: spero che vi ricordiate tutti dell’invito e da quale pulpito proveniva la predica.
Ed a proposito di sudditi, voglio qui riportare un piccolo periodo del discorso tenuto in Senato da Lucio Sergio Catilina: “Ora che il governo della Repubblica è caduto nel pieno arbitrio di pochi prepotenti, noi altri tutti, valorosi, valenti e plebei, non fummo che volgo, senza considerazione, senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la Repubblica esistesse davvero”.
Catilina, figura singolare di rivoluzionario-reazionario, fa questo intervento al Senato in una Roma divenuta simile alla nostra società, totalmente votata al materialismo, dove vigeva la truffaldina pratica della “doppia morale” per cui la legge veniva applicata alla lettera per la gente comune, mentre era “interpretata” per gli amici.
Ed il popolo, dopo aver perduto la libertà e la dignità, era alla ricerca di qualcuno che gliela possa ridare, ma non sarà Cesare, capo del partito democratico a cercare di restituirgliele e neppure il “pio Augusto” che inaugurerà l’inganno – poi divenuto prassi di ogni sistema oligarchico che non abbia il coraggio di presentarsi come tale – di governare “in nome del popolo” quando in realtà opererà solo in favore dei maggiorenti; saranno invece i cosiddetti Caligola e ancor più Nerone a governare in modo più vicino alla Repubblica, eppure entrambi saranno stramaledetti nei secoli. Scusate questa digressione storica, ma credo che ben si attagli alla nostra (non solo italiana, sia chiaro!) situazione; l’individuo, spogliato della propria libertà di essere umano, è convinto di averne invece in gran quantità solo perché può scegliere la marca del frigorifero, mentre le oligarchie – autentiche detentrici del potere – annullano l’individuo e lo relegano al ruolo di consumatore.
Pensate un po’ cosa sarebbe accaduto se i consumi avessero avuto veramente un vistoso calo! Si sarebbe gridato alla catastrofe, al calo violento del PIL, insomma tutte le solite cavolate che ci propinano per farci stare tranquilli.
Ma come possiamo conciliare l’invito del “sistema” a dar fondo alle nostre risorse per consumare anche roba che non ci serve in nome di un incomprensibile – almeno per me – bisogno continuo di crescita, con quello del Presidente Napolitano che ci invita invece a”…rinnovare la nostra economia ed i nostri stili di vita poco sensibili a valori di sobrietà e lungimiranza”?
Sia ben chiaro che io propendo per l’invito di Napolitano, anche se dubito che qualcuno lo stia a sentire; perché è chiaro che nessuno di noi, singolarmente, può modificare una impostazione sociale come la nostra; occorrerebbe un “movimento di popolo” che si ergesse a confrontarsi con le oligarchie del sistema capitalistico, ma detto tra noi, le mie mi sembrano solo parole in libertà, perché non riesco ad intravedere all’orizzonte niente che possa assomigliare a quello che cerco invano di ipotizzare.