venerdì, gennaio 16, 2009
MA DIO ESISTE ??
Una curiosa campagna pubblicitaria che dovrebbe andare sugli autobus di linea a Genova, mi solletica alcune riflessioni su questo “alto” argomento; anzitutto l’evento: sulla parte posteriore dei bus genovesi – dopo essere già apparsa a Londra, Washington e Barcellona – una struttura pubblicitaria farà istallare questa scritta: “LA CATTIVA NOTIZIA E’ CHE DIO NON ESIETE – QUELLA BUONA E’ CHE NON NE HAI BISOGNO”; il committente della campagna è una associazione nazionale – la “U.a.a.r.” acronimo di Unione atei, agnostici e razionalisti; la sede prescelta per la prima uscita in Italia: Genova, città dalla quale proviene il Cardinale Bagnasco, attuale Presidente della C.E.I.
Oltre che sul posteriore degli autobus, la parola “Dio” appare in altri posti: prima di tutto sul biglietto di banca americano, dove campeggia la scritta “in God we trust” che significa, letteralmente, noi crediamo in Dio; abbiamo poi l’inno nazionale inglese nel quale si dice “God save the Queen”, cioè Dio salvi la Regina (non è dato sapere da cosa la dovrebbe salvare, ma così e); ovviamente, nel caso che sul trono sieda un re, cioè un king, la formula si adegua e chiede al Padreterno di salvare quest’ultimo.
Abbiamo poi le formule di giuramento, ad esempio quella che pronuncerà tra pochi giorni il Presidente delle Stati Uniti, Barack Obama, che chiede espressamente a Dio di aiutare il neo eletto nei gravosi compiti che lo aspettano.
Vediamo adesso di ragionare un po’ sopra a Dio ed alla religione, sempre con quel poco di teologia che conosco e con quel tanto di curiosità che anima le mie letture.
Credo che l’esistenza di Dio sia stata da sempre ricercata dall’uomo per combattere la propria angoscia della morte, il terrore del Nulla; a coloro che negano l’esistenza di Dio ho udito spesso replicare dai credenti che l’uomo sente il bisogno di Dio e questo ne confermerebbe l’esistenza; ci sarebbe da notare a questo proposito, che nella costruzione del discorso c’è un salto di logica in quanto l’oggetto del bisogno non è Dio ma la rimozione del terrore della morte; Dio è una costruzione che viene dopo per cercare un qualche sistema che esorcizzi il concetto di morte.
Non conosco la logica per cui l’uomo, ancora più della donna, cerca qualunque soluzione che lo aiuti nel pensiero della morte; eppure ci sono fiori di pensieri aulici e alcune riflessioni idiote, ma tutte risultano inconcludenti, perché l’essere umano non ha paura della morte in sé, come fatto fisico, tant’è vero che è in grado di affrontarla anche con coraggio, quanto del sapere di dover morire.
Prendo a prestito un film, “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi e il dialogo tra il farmacista, ateo, e Benedetto, miracolato/traumatizzato: quest’ultimo dice che “Dio esiste e se non esistesse bisognerebbe inventarlo”, al che l’ateo replica che “ Dio non esiste e anche se esistesse bisognerebbe sopprimerlo come misura di salute pubblica”; da parte mia non so chi dei due abbia ragione, il mistero è grande e ognuno di noi al proprio interno, ma proprio dentro le grandi profondità del proprio essere ha una qualche risposta, ma non sempre sa oppure vuole trovarla. Dopo questa mia riflessione, in chiusura vi propongo uno dei pensieri, tra i tanti espressi sulla “morte” dai grandi del passato: Epicuro afferma come non si debba avere paura della morte, perché “quando io ci sono la morte non c’è, mentre quando c’è la morte non ci sono io”: bello, come quasi tutti gli scritti del filosofo greco, ma non tiene conto che il problema – almeno per me – è quello di sapere che prima o poi la morte arriva e in questa consapevolezza, molti di noi cercano qualcosa di “superiore” e la religione, insieme a varie ipotesi metafisiche, occupa i primi posti in questa ricerca.
Oltre che sul posteriore degli autobus, la parola “Dio” appare in altri posti: prima di tutto sul biglietto di banca americano, dove campeggia la scritta “in God we trust” che significa, letteralmente, noi crediamo in Dio; abbiamo poi l’inno nazionale inglese nel quale si dice “God save the Queen”, cioè Dio salvi la Regina (non è dato sapere da cosa la dovrebbe salvare, ma così e); ovviamente, nel caso che sul trono sieda un re, cioè un king, la formula si adegua e chiede al Padreterno di salvare quest’ultimo.
Abbiamo poi le formule di giuramento, ad esempio quella che pronuncerà tra pochi giorni il Presidente delle Stati Uniti, Barack Obama, che chiede espressamente a Dio di aiutare il neo eletto nei gravosi compiti che lo aspettano.
Vediamo adesso di ragionare un po’ sopra a Dio ed alla religione, sempre con quel poco di teologia che conosco e con quel tanto di curiosità che anima le mie letture.
Credo che l’esistenza di Dio sia stata da sempre ricercata dall’uomo per combattere la propria angoscia della morte, il terrore del Nulla; a coloro che negano l’esistenza di Dio ho udito spesso replicare dai credenti che l’uomo sente il bisogno di Dio e questo ne confermerebbe l’esistenza; ci sarebbe da notare a questo proposito, che nella costruzione del discorso c’è un salto di logica in quanto l’oggetto del bisogno non è Dio ma la rimozione del terrore della morte; Dio è una costruzione che viene dopo per cercare un qualche sistema che esorcizzi il concetto di morte.
Non conosco la logica per cui l’uomo, ancora più della donna, cerca qualunque soluzione che lo aiuti nel pensiero della morte; eppure ci sono fiori di pensieri aulici e alcune riflessioni idiote, ma tutte risultano inconcludenti, perché l’essere umano non ha paura della morte in sé, come fatto fisico, tant’è vero che è in grado di affrontarla anche con coraggio, quanto del sapere di dover morire.
Prendo a prestito un film, “Per grazia ricevuta” di Nino Manfredi e il dialogo tra il farmacista, ateo, e Benedetto, miracolato/traumatizzato: quest’ultimo dice che “Dio esiste e se non esistesse bisognerebbe inventarlo”, al che l’ateo replica che “ Dio non esiste e anche se esistesse bisognerebbe sopprimerlo come misura di salute pubblica”; da parte mia non so chi dei due abbia ragione, il mistero è grande e ognuno di noi al proprio interno, ma proprio dentro le grandi profondità del proprio essere ha una qualche risposta, ma non sempre sa oppure vuole trovarla. Dopo questa mia riflessione, in chiusura vi propongo uno dei pensieri, tra i tanti espressi sulla “morte” dai grandi del passato: Epicuro afferma come non si debba avere paura della morte, perché “quando io ci sono la morte non c’è, mentre quando c’è la morte non ci sono io”: bello, come quasi tutti gli scritti del filosofo greco, ma non tiene conto che il problema – almeno per me – è quello di sapere che prima o poi la morte arriva e in questa consapevolezza, molti di noi cercano qualcosa di “superiore” e la religione, insieme a varie ipotesi metafisiche, occupa i primi posti in questa ricerca.