mercoledì, gennaio 07, 2009
LA CHIESA E LA CARITA'
Vi prego di credermi quando vi dico che un laico purosangue come me, ha fatto fatica a scrivere questo post, ma la verità deve andare sopra ad ogni cosa, per cui dopo il post sulla social card, debbo parlare degli interventi della Chiesa a favore dei poveri e dei senza lavoro.
Ha cominciato il Cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che ha annunciato di aver destinato la cifra di un milione di euro (proveniente dall’8 per mille) come primo versamento in un fondo “famiglia-lavoro” aperto nella Diocesi per i bisogni della gente.
A Napoli il Cardinale Sepe mette il grembiule sopra ai paramenti sacri e distribuisce il pane alla mensa dei poveri, atto di profonda carità cristiana che, specie a Natale, ha colpito l’immaginario della gente ed ha fatto fare al porporato una splendida figura.
Anche perché nessun ministro della Repubblica si è dedicato all’impegno di cui sopra, segno – sempre nell’immaginario collettivo della gente – che lor signori se ne fregano dei poveri: hanno stanziato i 40 euro mensili della social card, non sempre funzionante, e per il resto ognuno s’arrangi come meglio può.
C’è poco da dire, in verità i due cardinali hanno dato un’immagine di profonda carità all’intera Nazione; che poi non sia tutto oro quello che riluce, è un'altra faccenda.
Per andare avanti nel discorso, mi avvalgo di un film prodotto nel 1968, dal titolo “L’uomo venuto dal Cremino nei panni di Pietro”, regia del bravo ma non eccelso Michael Anderson; interprete, splendido, Antony Quinn.
Per coloro che non hanno visto il film, devo spendere due parole per farvelo inquadrare: è la storia di un Vescovo russo, Kiril, che si trova incarcerato in Siberia per espresso ordine del Segretario del PCI russo, quando – a seguito di accordi con il Vaticano – viene improvvisamente liberato e rimandato a Roma; al suo arrivo è immediatamente ricevuto dal Papa e nominato Cardinale.
Dopo questo evento, trascorsi pochi giorni, il Papa muore e i Cardinali di tutto il mondo si riuniscono in Conclave, al quale partecipa anche il neo Cardinale Kiril; tra i due contendenti, entrambi italiani, la maggioranza decide di eleggere un terzo, Kiril, che si ritrova quindi ad essere Papa, con il nome di Kiril 1°.
Nei primissimi tempi del suo pontificato, il nuovo Papa, deve affrontare una gravissima crisi tra la Russia e la Cina, con quest’ultima che accusa sia i sovietici che i paesi occidentali di fare di tutto per affamare quel popolo e quindi, se non riceverà aiuti importanti, sarà costretta a muovere le truppe per una guerra di conquista.
Il Segretario del Partito Comunista Cinese, dopo avere udito Kiril che assicura il proprio intervento presso i popoli di tutto il mondo, dice una frase al Papa che lo farà riflettere a lungo: “ma tu, cosa ci rimetti? Apri la tua finestra su Piazza San Pietro e chiedi a tutti i popoli di aiutare i cinesi; se lo fanno, sarai stato bravo e convincente, mentre se non lo faranno tu avrai la coscienza salva, in quanto hai fatto il possibile”.
Rientrato a Roma con questo problema ancora irrisolto e con la frase del cinese ancora in testa, decide di chiedere l’autorizzazione al collegio Cardinalizio per fare un discorso veramente “rivoluzionario”; dopo varie discussioni, tutti i porporati approvano la “svolta” del Papa che, subito dopo, si affaccia alla “solita finestra” e afferma che la Chiesa, venderà TUTTI i suoi beni (palazzi, terre, opere d’arte) per aiutare i fratelli cinesi e se per questo dovrà trovarsi povera e indigente, andrà mendica per il mondo.
Ecco, questa è un tipo di carità “TOTALE” che è apparsa solo nel cinema e che ancora non è stata messa in opera da nessun Pontefice: avverrà prima o poi??
Ha cominciato il Cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che ha annunciato di aver destinato la cifra di un milione di euro (proveniente dall’8 per mille) come primo versamento in un fondo “famiglia-lavoro” aperto nella Diocesi per i bisogni della gente.
A Napoli il Cardinale Sepe mette il grembiule sopra ai paramenti sacri e distribuisce il pane alla mensa dei poveri, atto di profonda carità cristiana che, specie a Natale, ha colpito l’immaginario della gente ed ha fatto fare al porporato una splendida figura.
Anche perché nessun ministro della Repubblica si è dedicato all’impegno di cui sopra, segno – sempre nell’immaginario collettivo della gente – che lor signori se ne fregano dei poveri: hanno stanziato i 40 euro mensili della social card, non sempre funzionante, e per il resto ognuno s’arrangi come meglio può.
C’è poco da dire, in verità i due cardinali hanno dato un’immagine di profonda carità all’intera Nazione; che poi non sia tutto oro quello che riluce, è un'altra faccenda.
Per andare avanti nel discorso, mi avvalgo di un film prodotto nel 1968, dal titolo “L’uomo venuto dal Cremino nei panni di Pietro”, regia del bravo ma non eccelso Michael Anderson; interprete, splendido, Antony Quinn.
Per coloro che non hanno visto il film, devo spendere due parole per farvelo inquadrare: è la storia di un Vescovo russo, Kiril, che si trova incarcerato in Siberia per espresso ordine del Segretario del PCI russo, quando – a seguito di accordi con il Vaticano – viene improvvisamente liberato e rimandato a Roma; al suo arrivo è immediatamente ricevuto dal Papa e nominato Cardinale.
Dopo questo evento, trascorsi pochi giorni, il Papa muore e i Cardinali di tutto il mondo si riuniscono in Conclave, al quale partecipa anche il neo Cardinale Kiril; tra i due contendenti, entrambi italiani, la maggioranza decide di eleggere un terzo, Kiril, che si ritrova quindi ad essere Papa, con il nome di Kiril 1°.
Nei primissimi tempi del suo pontificato, il nuovo Papa, deve affrontare una gravissima crisi tra la Russia e la Cina, con quest’ultima che accusa sia i sovietici che i paesi occidentali di fare di tutto per affamare quel popolo e quindi, se non riceverà aiuti importanti, sarà costretta a muovere le truppe per una guerra di conquista.
Il Segretario del Partito Comunista Cinese, dopo avere udito Kiril che assicura il proprio intervento presso i popoli di tutto il mondo, dice una frase al Papa che lo farà riflettere a lungo: “ma tu, cosa ci rimetti? Apri la tua finestra su Piazza San Pietro e chiedi a tutti i popoli di aiutare i cinesi; se lo fanno, sarai stato bravo e convincente, mentre se non lo faranno tu avrai la coscienza salva, in quanto hai fatto il possibile”.
Rientrato a Roma con questo problema ancora irrisolto e con la frase del cinese ancora in testa, decide di chiedere l’autorizzazione al collegio Cardinalizio per fare un discorso veramente “rivoluzionario”; dopo varie discussioni, tutti i porporati approvano la “svolta” del Papa che, subito dopo, si affaccia alla “solita finestra” e afferma che la Chiesa, venderà TUTTI i suoi beni (palazzi, terre, opere d’arte) per aiutare i fratelli cinesi e se per questo dovrà trovarsi povera e indigente, andrà mendica per il mondo.
Ecco, questa è un tipo di carità “TOTALE” che è apparsa solo nel cinema e che ancora non è stata messa in opera da nessun Pontefice: avverrà prima o poi??