<$BlogRSDUrl$>

venerdì, gennaio 23, 2009

GLI SPOT IN TV 

Affrettiamoci, perché entro la fine di questo mese dobbiamo pagare quello che impropriamente definiamo “canone TV” e che invece è nient’altro che una tassa per l’utilizzo di TV, computer e cellulari; questa tassa viene versata dai cittadini direttamente allo Stato che poi provvede a “girare” il 92% di quanto introitato alla RAI quale corrispettivo degli obblighi di servizio pubblico radiotelevisivo sanciti a suo tempo dal contratto di servizio.
Ma allora, mi chiederete, perché c’è la pubblicità? Perché il finanziamento previsto per la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo è in Italia – come nella maggior parte dei Paesi europei – un sistema misto, canone e pubblicità, in quanto il solo introito derivante dal canone non sarebbe sufficiente a coprire tutte le spese, specie quelle che non hanno niente a che vedere con il “sistema pubblico”!!. Da questo sistema misto, in voga nella maggior parte dell’Europa, è esclusa, sia pure parzialmente, la Francia, dopo l’abolizione della pubblicità nella fascia 20.30 – 06.00; ma di questo ho già scritto il 10 corrente.
Siccome abbiamo accennato alla pubblicità, facciamoci qualche riflessione sopra: la prima è che la “pressione” eccessiva, cioè le troppe uscite giornaliere, può essere un fattore di repulsione per alcuni commercial che vanno in onda, questo perché se non sono fatti bene e con misura, stancano il pubblico dei telespettatori; facciamo qualche esempio: la supponenza con cui quell’oca giuliva della Alessia Marcuzzi discetta su batteri e simili che provocano il gonfiore di pancia e fornisce la soluzione rappresentata da un tipo di yogurt che contiene appunto determinate sostanze: dite la verità, per una volta passi, ma dopo averla vista in onda più di una volta al giorno, ci viene spontaneo dirle: “ma chi ti credi di essere, Rita Levi Montalcini?
E il bambino che vuole andare a fare la “pupù” nel bagno di casa dell’amico in quanto lì c’è un deodorante che lo affascina? Va bene giocare sulla simpatia che i bambini sempre emanano con i loro comportamenti, ma uno scappellotto non ci starebbe per niente male.
Ci sarebbe poi la figura del Tarzan mostrataci dalla pubblicità, un giuggiolone sempre stanco che si riprende solo dopo avere fatto colazione con un certo tipo di biscotto; ma come, nella jungla c’è il supermercato?
E la Fiona May, splendida campionessa sportiva, che prepara alla figlia Larissa una particolare colazione con un tipo speciale di “merendina” (non so come chiamarla), non vi sembra che contravvenga alle normali cautele di genuinità che un atleta deve avere nei confronti dell’alimentazione?
Vorrei finire con due coppie che ci martellano continuamente sugli schermi televisivi: la prima è quella formata da Mike Buongiorno e da Fiorello, in cui lo sketch è volto sempre a dimostrare che il primo è palesemente rincoglionito, mentre il secondo sembra quasi fungere da “badante”; nel caso della seconda coppia, abbiamo Totti e Ilary Blasi ed anche qui il breve sketch è teso a mostrare la insipienza culturale del noto calciatore, mascherata peraltro, da una certa simpatia (per chi apprezza l’oggetto), mentre la moglie sembra essere quella che regge la baracca culturale: se è così stiamo freschi!! Comunque, in entrambi i casi abbiamo delle situazioni abbastanza comiche che fanno leva sulla differenza tra i due personaggi; fin qui tutto bene, ma quando lo spot esce con una ridondanza pazzesca, tale simpatia viene a mancare ed è sostituita da un violento senso di repulsione nei confronti dell’oggetto pubblicizzato.
Quindi, misura ci vuole, amici pianificatori pubblicitari, misura e buon gusto.

This page is powered by Blogger. Isn't yours?