mercoledì, dicembre 24, 2008
LE STATISTICHE DI FINE ANNO
Come ogni anno i giornali e le televisioni approfittano di questi giorni che si avvicinano alla fine dell’anno, per riempire le pagine di vari sondaggi, statistiche, insomma di idee e cifre su come è andato l’anno che sta per concludersi e, su questi dati, cercare di fornire una previsione per il futuro.
Si comincia con un titolo che mette i brividi: “Il 5,3% delle famiglie non ha i soldi per comprare il cibo”; si va poi a esaminare il testo dell’articolo e si nota che i dati si riferiscono al 2007 e vengono comparati con il 2006: con quello che è successo nel mondo in questo anno, andare a parlare dei due anni precedenti è come parlare del secolo scorso; insomma, se ci fermiamo al titolo, rimaniamo sempre fregati.
Seconda considerazione, ovviamente sempre riferita al 2007: alla domanda “non ha avuto i soldi per alimentari”, risponde affermativamente il 5,3% contro il 4,2% dell’anno prima; però, sempre a tenere gli occhi aperti, si nota che accanto alla domanda esiste un asterisco di richiamo che ci porta ad una annotazione a piè di pagine: “almeno una volta nei 12 mesi”, il che sta a significare che non sono mancati i soldi per l’intero anno, ma una volta o poco più nel periodo; se permettete c’è una bella differenza.
Continuando poi l’analisi dei suddetti valori e trasferendo il dato a livello regionale, si vede che al di sopra del dato nazionale (5,3%) abbiamo quasi tutte le regioni del Sud (Sicilia 10,1%, Puglia 8,1%, Basilicata 8,7% Campania 6,9”) mentre al di sotto del dato di base, troviamo la Valle d’Aosta con l’1,7%, l’Abruzzo con l’1,8% il Trentino con il 2%, l’Umbria con il 3,6% e la Toscana con il 4,1%.
In questa caterva di cifre che mi scuso di dovervi propinare, ce n’è una interessante: le Banche piangono come tutte le altre aziende e nel 2008 faranno registrare un calo del 30% negli utili previsti, pur in presenza di un aumento degli impieghi, cioè della “merce venduta” di quasi il 6%: evidentemente ci deve essere qualche situazione distonica perché se aumenta la vendita come mai cala l’utile? Due sono le ipotesi fattibili: la prima è che la “merce/denaro” sia costata di più e la seconda è che ci siano molti “insoluti”, gente cioè che non onora il debito a scadenza.
Una terza ipotesi potrebbe essere quella che le banche, oltre al mestiere di “venditori di denaro”, si sono impegnate anche in operazioni finanziarie che hanno comportato perdite rilevanti: ma qui “il male voluto non è mai troppo”, diceva mio nonno!!
Per non farci mancare niente, vi riferirò anche alcuni dati di carattere politico: la coalizione di Governo che è uscita dalle “politiche” con un 46,8% è arrivata al novembre scorso con un gradimento del 50,7 e al sondaggio attuale al 52,5; di contro l’opposizione è passata dal 37,6 “elettorale” al 37,5 di novembre al 35% attuale: lenta erosione di consensi, con l’unica eccezione dell’Idv che incrementa il dato elettorale (4,4%) portandolo al 7,5%, mentre il PD cala dal 33,2% al 27,5%.
Queste cifre fotografano la situazione reale e non destano meraviglia; unico dato interessante è “il gradimento dei vari ministri”: non ci crederete ma la signorina Mara Carfagna è quella che porta a casa l’incremento di fiducia più marcato, passando dal 36% di novembre all’attuale 41%, mentre il percorso opposto (passa dal 41 al 36) lo fa il Ministro dell’Agricoltura, il leghista Zaia.
Credo che per le cifre possa bastare ed anzi mi scuso di avervi riempito la testa con tutti questi numeri; per fortuna adesso ci sono gli auguri che Vi faccio con viva sincerità e riguardano soprattutto la “Buona Salute” di tutti Voi; ed anche la mia se mi permettete!!
Si comincia con un titolo che mette i brividi: “Il 5,3% delle famiglie non ha i soldi per comprare il cibo”; si va poi a esaminare il testo dell’articolo e si nota che i dati si riferiscono al 2007 e vengono comparati con il 2006: con quello che è successo nel mondo in questo anno, andare a parlare dei due anni precedenti è come parlare del secolo scorso; insomma, se ci fermiamo al titolo, rimaniamo sempre fregati.
Seconda considerazione, ovviamente sempre riferita al 2007: alla domanda “non ha avuto i soldi per alimentari”, risponde affermativamente il 5,3% contro il 4,2% dell’anno prima; però, sempre a tenere gli occhi aperti, si nota che accanto alla domanda esiste un asterisco di richiamo che ci porta ad una annotazione a piè di pagine: “almeno una volta nei 12 mesi”, il che sta a significare che non sono mancati i soldi per l’intero anno, ma una volta o poco più nel periodo; se permettete c’è una bella differenza.
Continuando poi l’analisi dei suddetti valori e trasferendo il dato a livello regionale, si vede che al di sopra del dato nazionale (5,3%) abbiamo quasi tutte le regioni del Sud (Sicilia 10,1%, Puglia 8,1%, Basilicata 8,7% Campania 6,9”) mentre al di sotto del dato di base, troviamo la Valle d’Aosta con l’1,7%, l’Abruzzo con l’1,8% il Trentino con il 2%, l’Umbria con il 3,6% e la Toscana con il 4,1%.
In questa caterva di cifre che mi scuso di dovervi propinare, ce n’è una interessante: le Banche piangono come tutte le altre aziende e nel 2008 faranno registrare un calo del 30% negli utili previsti, pur in presenza di un aumento degli impieghi, cioè della “merce venduta” di quasi il 6%: evidentemente ci deve essere qualche situazione distonica perché se aumenta la vendita come mai cala l’utile? Due sono le ipotesi fattibili: la prima è che la “merce/denaro” sia costata di più e la seconda è che ci siano molti “insoluti”, gente cioè che non onora il debito a scadenza.
Una terza ipotesi potrebbe essere quella che le banche, oltre al mestiere di “venditori di denaro”, si sono impegnate anche in operazioni finanziarie che hanno comportato perdite rilevanti: ma qui “il male voluto non è mai troppo”, diceva mio nonno!!
Per non farci mancare niente, vi riferirò anche alcuni dati di carattere politico: la coalizione di Governo che è uscita dalle “politiche” con un 46,8% è arrivata al novembre scorso con un gradimento del 50,7 e al sondaggio attuale al 52,5; di contro l’opposizione è passata dal 37,6 “elettorale” al 37,5 di novembre al 35% attuale: lenta erosione di consensi, con l’unica eccezione dell’Idv che incrementa il dato elettorale (4,4%) portandolo al 7,5%, mentre il PD cala dal 33,2% al 27,5%.
Queste cifre fotografano la situazione reale e non destano meraviglia; unico dato interessante è “il gradimento dei vari ministri”: non ci crederete ma la signorina Mara Carfagna è quella che porta a casa l’incremento di fiducia più marcato, passando dal 36% di novembre all’attuale 41%, mentre il percorso opposto (passa dal 41 al 36) lo fa il Ministro dell’Agricoltura, il leghista Zaia.
Credo che per le cifre possa bastare ed anzi mi scuso di avervi riempito la testa con tutti questi numeri; per fortuna adesso ci sono gli auguri che Vi faccio con viva sincerità e riguardano soprattutto la “Buona Salute” di tutti Voi; ed anche la mia se mi permettete!!