<$BlogRSDUrl$>

venerdì, dicembre 26, 2008

LA SOCIAL CARD 

Quello che segue mi è stato raccontato ieri ed è accaduto il giorno prima di Natale in un Grande Supermercato convenzionato con lo Stato per la ricezione della social card.; facciamo prima un breve riepilogo su quello che è questa carta speciale inviata dal Ministero dell’Economia ad un certo numero di italiani particolarmente indigenti.
Vediamo anzitutto a chi spetta; due le tipologie: gli anziani e le famiglie con bambini piccoli; spetta agli anziani, cittadini e residenti italiani, con età tra i 65 e i 69 anni con redditi o pensione fino a 6.000 euro l'anno; oltre i 70 anni la soglia di reddito sale fino a 8.000 euro. Viene inviata anche alle famiglie con figli sotto i 3 anni, con un indicatore “Isee” di 6.000 euro: il calcolo del reddito sarà eseguito con l'Indicatore di situazione economica equivalente (il Riccometro), già utilizzato per l'accesso ai servizi sociali. A quanto ammonta? È finanziata con 40 euro al mese e, per le domande anteriori al 31 dicembre, la Carta viene caricata con l'arretrato di 3 mesi, quindi con 120 euro; successivamente gli importi saranno accreditati ogni due mesi.
E adesso arriviamo al fatto accaduto nel Supermercato il giorno prima di Natale, mentre il negozio è pieno di gente e le casse hanno delle code lunghissime; ad una di queste si presenta un signore, un po’ come quello che descrivo nel post di ieri, cioè vestito dignitoso anche se un po’ liso; ha il sacchetto della spesa con un certo numero di prodotti (non molti, sotto i 20 euro) e si presenta alla cassiera esibendo, nascostamente per la vergogna, la Social Card; la signorina “striscia” il pezzetto di plastica dentro la macchinetta ma nonostante i reiterati tentativi, il sistema risponde che la carta “non ha caricamento”.
La cassiera, spiega al signore, che da ora in poi chiameremo “povero”, la situazione, mentre la fila che si è bloccata alle sue spalle comincia a rumoreggiare; il nostro povero, non volendo essere scambiato per un truffatore, spiega alla signorina che la tessera è stata ricevuta il giorno stesso e che non è stata fatta alcuna operazione prima di quella in corso e che tale tessera discende dal fatto che lui è un pensionato che percepisce 550 euro al mese; tutto questo a bassa voce, quasi vergognandosi.
Cercate di fare mente locale e di immaginarvi la situazione: il povero che, rosso di vergogna, cerca di spiegare che non ha tentato di truffare il Supermercato; la gente che vuole andare avanti nella coda e se ne frega dei problemi del povero, la cassiera che, dopo una giornata così intensa, è stanchissima e non chiede altro che di andarsene a casa; risultato: al nostro povero viene chiesto di pagare in contanti ma, lui cercando di celare l’imbarazzo, dice di non avere soldi, al che la cassiera chiede al povero di lasciare la borsa con la roba scelta per le feste di Natale e di andarsene; così avviene e il nostro povero esce dalla fila e a capo chino come uno che ha commesso chissà cosa, si dirige verso l’uscita seguito dalle occhiate ammiccanti della gente.
Breve chiosa all’accaduto: va bene il concetto che “meglio poco che niente” e quindi prendiamo pure le social card, ma sappiamo tutti che il presentarsi con questo titolo elettronico è una forma di etichettatura: sei un povero! Ma poi se neppure funziona e si deve arrivare a discuterci sopra, oltre al danno abbiamo la beffa e il nostro povero esce dal Supermercato frustrato dagli sguardi falsamente pietosi dei clienti che hanno assistito alla scena e con il morale sotto i piedi.
A chi potrà spiegare l’accaduto e ottenere una carta funzionante? Sinceramente non lo so, ma temo che non lo sappia neppure il nostro povero che tornato a casa rimuginerà su questa forma di “aiuto” dello Stato e forse rinuncerà ad averlo; bella storia vero!?

This page is powered by Blogger. Isn't yours?