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martedì, dicembre 30, 2008

DUE ANGOSCIE A FINE D'ANNO 

In queste poche decine d’ore che ci separano dai botti di fine anno, la gente che ha un po’ di coscienza DEVE riflettere su quello che sta accadendo in due punti caldi del mondo: Lampedusa e la Striscia di Gaza.
Nel primo caso, alcune decine di barconi e gommoni fatiscenti stanno attraversando la fetta di mare che separa Lampedusa dalle coste libiche e sbarcano una quantità impressionante di “migranti”, uomini, donne, bambini, tutti in cerca di un rifugio; solo che questa volta il numero mette in crisi il Centro d’Accoglienza ubicato sull’isola e questi poveretti vengono ammassati come fagotti che nessuno ha ordinato.
Il Ministro degli Interni Maroni ha subito tuonato che la colpa di questa “invasione” è della Libia e segnatamente del suo leader Gheddafi, in quanto tutte le imbarcazioni partano dalle coste di quel paese: “Avevamo un accordo con la Libia e adesso ci ritroviamo queste migliaia di migranti che spuntano fuori da ogni parte; comunque, sia chiaro che “tutti” saranno rimandati nel luogo di provenienza, immediatamente!”: queste le parole del bellicoso ministro che, peraltro sembra ignorare alcune cose della vicenda Italia/Libia, cosa che invece è perfettamente a conoscenza del Ministro degli Esteri, Franco Frattini.
Dunque, vediamoli allora questi benedetti accordi: nell’agosto scorso, Berlusconi e Gheddafi siglano un protocollo d’intesa con cui viene chiuso il contenzioso coloniale; per effetto di questo accordo, l’Italia verserà alla Libia – in 20 anni – una somma di 5 miliardi di dollari oltre alla costruzione di una autostrada e ad un progetto di sminamento; in cambio l’Italia avrà l’autorizzazione al pattugliamento comune della costa libica e una maggiore penetrazione delle proprie imprese nel settore petrolifero.
Tutto bene, peccato che il relativo provvedimento di legge giace ancora tra una commissione e l’altra delle aule di Montecitorio: insomma ancora non è stato approvato; ed allora il furbo Gheddafi ha dato il via a questa migrazione massiccia per ricordare allo smemorato Berlusconi che il pallino del gioco è ancora nelle sue mani.
Peccato che le diatribe tra questi due signori ricadano sulle spalle di questi disgraziati che vengono mandati allo sbaraglio in queste fredde sere d’inverno.
La situazione della striscia di Gaza è addirittura più drammatica perché i morti palestinesi si contano a centinaia; è successo che Hamas ha disdettato l’accordo del cessato il fuoco e ha cominciato a lanciare i suoi razzi Qassam sul confinante territorio israeliano; anche in questo caso c’è un accordo che non viene rispettato e vediamo come è questo accordo: Hamas ha sempre usato la parola araba “tahdiya” che significa “periodo di calma”, mentre Israele e gli sponsor americani (la Rice e Bush) hanno sempre affermato che si trattava di un “cessate il fuoco”.
A prescindere da questa diatriba linguistica, il lancio di razzi palestinesi ha avuto come ritorsione l’uso dell’aviazione e la distruzione di oltre duecento strutture di Hamas che, guarda caso, si trovano in luoghi popolosi di Gaza: il risultato sono circa 400 morti e altrettanti feriti (molti sono civili e bambini).
Il motivo reale, a mio modesto avviso, è che i due contendenti, sorretti dai rispettivi sponsor, non vogliono che la nuova amministrazione americana capitanata da Obama trovi la situazione palestinese in piena tranquillità, ma ritiene più utile che s’imbatta in una vera guerra in modo che la soluzione sia molto più difficile da trovare; insomma, facciamolo ingrullire un poco, sembrano dire palestinesi e israeliani riferendosi a Obama: intanto si raggiungerà il migliaio di morti, ma chi se ne frega!!

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