mercoledì, novembre 12, 2008
SEMPRE I SOLITI DISCORSI
I “soliti discorsi” ai quali alludo nel titolo di questo post, si riferiscono a quelli del super Ministro dell’Economia, Tremonti, che per l’ennesima volta ha affermato che “si stanno studiando aiuti per famiglie ed imprese”, ma – ha aggiunto – bisogna trovare le risorse da poter utilizzare.
A questo proposito, mi permetto due osservazioni che potrebbero essere utili al Ministro: premesso che colui che parla è “l’uomo della strada”, la prima cosa che vorrei proporre a Tremonti è un fatto d’immagine che – da solo – non risolve assolutamente il problema del reperimento delle risorse; insomma, veniamo al sodo e diciamo chiaro e tondo che se vogliamo far capire alle gente che si sta cambiando registro e che si stanno abolendo i privilegi di casta, bisogna dare il buon esempio e quindi diminuire in moto netto e facilmente comprensibile non solo gli stipendi e gli accessori, ma anche i “benefit” di cui godono parlamentari ed altri politici in genere, ovunque collocati.
Da notare che il Parlamento USA è composto da 435 deputati e 100 senatori in rappresentanza di circa 300milioni di persone, mentre il nostro – con un quinto di popolazione – conta ben 635 deputati e 315 senatori: quasi il doppio; ora, con questi numeri alle spalle, il governo dovrebbe mettere mano ad una riforma che dimezzi, almeno, la rappresentanza politica in Parlamento e – chiedo troppo?? – dimezzi anche gli stipendi, dopo avere abolito quasi tutti i benefit, rendendo così i nostri parlamentari “più umani”, più vicini alla gente che li vota che – facciamo un esempio – se deve prendere il treno si paga il biglietto, se vuole andare a teatro se lo paga e altrettanto se vuole andare allo Stadio o se vuole dotarsi di un PC.
Sarebbe unicamente una mossa d’immagine, in quanto non servirebbe a sanare il fabbisogno e non inciderebbe neppure sul tenore di vita dei nostri politici, ma farebbe intendere alla gente comune che esiste una volontà precisa di ridimensionamento delle spese per la politica.
La seconda cosa che avevo promesso a Tremonti è un piccolo suggerimento per i “tagli”: non si faccia suggestionare dalle voci “interessate” della nostra pseudo cultura militante che le richiede a gran voce di non tagliare i fondi per l’Università, tali ridimensionamenti sono nelle cose, perché un ateneo che ha debiti così clamorosi da rasentare il codice, non si merita niente altro che “un controllore” che sani i bilanci e riporti ordine in un marasma di corsi di laurea e di insegnanti che ci sono ma non si vedono, o meglio appaiono solo quando c’è da incassare lo stipendio.
A proposito dei corsi di laurea, è bene sapere che nel 2001 erano 2.444 e adesso sono saliti a 5.500 con un incremento,affatto motivato dall’aumento degli iscritti, che supera il 100%, cifra che ha del mostruoso, specie se viene rapportata con gli altri Paesi della UE che hanno un numero di corsi pari a circa 2.750.
Capisco però che questi “tagli” potranno rendere a “medio – lungo” termine e non al momento, dato che i soldi per aiutare famiglie ed imprese occorrono subito; qui non posso aiutarlo, in quanto non conosco il meccanismo contabile dello Stato, ma sono certo che Tremonti – se vuole – può riuscire dove io fallisco.
Il parametro da tenere presente come una nuova “Stella Polare” è la scelta - questa di carattere eminentemente politica - del criterio distributivo delle risorse che si hanno a disposizione e, in questa operazione, si connota specificatamente l’azione di governo, specie in vista di futuri impegni elettorali.
Staremo a vedere, ma sono scarsamente ottimista! E voi??
A questo proposito, mi permetto due osservazioni che potrebbero essere utili al Ministro: premesso che colui che parla è “l’uomo della strada”, la prima cosa che vorrei proporre a Tremonti è un fatto d’immagine che – da solo – non risolve assolutamente il problema del reperimento delle risorse; insomma, veniamo al sodo e diciamo chiaro e tondo che se vogliamo far capire alle gente che si sta cambiando registro e che si stanno abolendo i privilegi di casta, bisogna dare il buon esempio e quindi diminuire in moto netto e facilmente comprensibile non solo gli stipendi e gli accessori, ma anche i “benefit” di cui godono parlamentari ed altri politici in genere, ovunque collocati.
Da notare che il Parlamento USA è composto da 435 deputati e 100 senatori in rappresentanza di circa 300milioni di persone, mentre il nostro – con un quinto di popolazione – conta ben 635 deputati e 315 senatori: quasi il doppio; ora, con questi numeri alle spalle, il governo dovrebbe mettere mano ad una riforma che dimezzi, almeno, la rappresentanza politica in Parlamento e – chiedo troppo?? – dimezzi anche gli stipendi, dopo avere abolito quasi tutti i benefit, rendendo così i nostri parlamentari “più umani”, più vicini alla gente che li vota che – facciamo un esempio – se deve prendere il treno si paga il biglietto, se vuole andare a teatro se lo paga e altrettanto se vuole andare allo Stadio o se vuole dotarsi di un PC.
Sarebbe unicamente una mossa d’immagine, in quanto non servirebbe a sanare il fabbisogno e non inciderebbe neppure sul tenore di vita dei nostri politici, ma farebbe intendere alla gente comune che esiste una volontà precisa di ridimensionamento delle spese per la politica.
La seconda cosa che avevo promesso a Tremonti è un piccolo suggerimento per i “tagli”: non si faccia suggestionare dalle voci “interessate” della nostra pseudo cultura militante che le richiede a gran voce di non tagliare i fondi per l’Università, tali ridimensionamenti sono nelle cose, perché un ateneo che ha debiti così clamorosi da rasentare il codice, non si merita niente altro che “un controllore” che sani i bilanci e riporti ordine in un marasma di corsi di laurea e di insegnanti che ci sono ma non si vedono, o meglio appaiono solo quando c’è da incassare lo stipendio.
A proposito dei corsi di laurea, è bene sapere che nel 2001 erano 2.444 e adesso sono saliti a 5.500 con un incremento,affatto motivato dall’aumento degli iscritti, che supera il 100%, cifra che ha del mostruoso, specie se viene rapportata con gli altri Paesi della UE che hanno un numero di corsi pari a circa 2.750.
Capisco però che questi “tagli” potranno rendere a “medio – lungo” termine e non al momento, dato che i soldi per aiutare famiglie ed imprese occorrono subito; qui non posso aiutarlo, in quanto non conosco il meccanismo contabile dello Stato, ma sono certo che Tremonti – se vuole – può riuscire dove io fallisco.
Il parametro da tenere presente come una nuova “Stella Polare” è la scelta - questa di carattere eminentemente politica - del criterio distributivo delle risorse che si hanno a disposizione e, in questa operazione, si connota specificatamente l’azione di governo, specie in vista di futuri impegni elettorali.
Staremo a vedere, ma sono scarsamente ottimista! E voi??