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lunedì, novembre 24, 2008

NE SENTIVAMO PROPRIO IL BISOGNO 

Ne sentivamo proprio il bisogno di un nuovo partito, tanto ce ne sono pochi!! E invece ne è nato un altro, proveniente da una costola de “La Destra” di Storace, la quale arrivava dal ginocchio di A.N.: il nome del nuovo partito messo in piedi dalla Daniela Santanché è “Movimento per l’Italia”; attuale collocazione: ovviamente alla destra dello schieramento ma con strizzate d’occhio al PDL per vedere di entrarvi a far parte..
Perché perdere tempo a parlare di un neonato movimento politico la cui influenza è al momento trascurabile? Perché tra le cose che si propone di fare ce n’è una che ho propugnato tante volte anch’io: la bella Santanché lancia l’idea di una “petizione popolare” perché tutti coloro che hanno incarichi politici si riducano lo stipendio del 30%; e la proposta è accompagnata dalla seguente frase: “non si possono chiedere sacrifici agli altri se non si è pronti a farli in prima persona”.
Il discorso è sacrosanto e non fa una piega, peccato però che provenga da una formazione politica che al momento non ha nessun incarico all’interno del sistema e quindi da esso non riceve alcuna mercede; in soldoni: è facile parlare di sacrifici da far fare agli altri e approfittare di tale idea per raggiungere un qualsiasi scranno politico; bisognerà vedere se anche dopo rimarranno della stessa idea.
Intanto una lieve sforbiciata ai propri introiti arriva dal Senatore Berselli, il quale oltre che parlamentare di AN, è anche Sindaco di un Comune in Provincia di Rimini, Montefiore Conca, e per quest’ultima carica percepisce una indennità mensile di 1.446,07 euro; ebbene, il nobile gesto del parlamentare consiste nel rinunciare a tale indennità che – riporta il comunicato dell’Ufficio Stampa del Senatore – nei cinque anni di mandato avrebbe fruttato a Berselli la non trascurabile cifra di quasi 95.000 euro.
Vogliamo dire che siamo sulla buona strada per il ravvedimento di questi personaggi politici? Se proprio vogliamo tirarci su il morale facciamolo pure, ma non prendiamo il caso di Berselli come una presa di coscienza dei nostri personaggi politici, i quali di ridursi lo stipendio non ne parlano assolutamente.
Di contro, a La Spezia è stato trovato un volantino firmato dalle “Neo Brigate Rosse” nel quale si afferma che “nessun compromesso sarà possibile con i carnefici della libertà e dei diritti; romperemo l’accerchiamento del regime plutocratico”.
Gli inquirenti si dicono “cauti” se non addirittura “scettici” rispetto ad un ritorno di formazioni brigatiste, ma non è questo che – al momento – mi interessa; quello che vorrei far rilevare è l’ultima parola del volantino, quel “plutocratico” che a me ricorda altre affermazioni nelle quali il termine campeggiava.
Per questioni di età non ero certamente presente, ma l’ho letto nei libri di storia che il regime fascista è nato quale antagonista al sistema “demo-masso-plutocratico” e con questo pluri termine stava ad indicare che la lotta era specificatamente contro “la democrazia”, “la massoneria” e “la plutocrazia”; per le prime due parole non servono ulteriori spiegazioni, mentre per l’ultima occorre una breve chiosa: come è noto, il significato di plutocrazia è – in estrema sintesi – regime dei ricchi, proprio quello che sono i nostri parlamentari.
Scherzi a parte, questi volantini minacciosi delle B.R. (che siano “neo” o altro) un po’ debbono inquietarci, poiché sappiamo bene che è nei momenti di crisi – anzitutto economica – che la protesta si può trasformare in lotta armata; al momento abbiamo un Paese in crisi, oltre che economica anche di valori, ma – a mio modo di vedere – manca il partito che possa guidare tale azione (vedi pag. 1 Libretto Rosso di Mao).

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