venerdì, novembre 14, 2008
LA FINANZIARIA
Con 295 voti a favore e 241 contro, la Camera dei Deputati ha approvato la legge “finanziaria” per il 2009, strumento essenziale per qualsiasi tipo di intervento di carattere economico e finanziario.
Come era prevedibile non sono soddisfatto, ma non per partito preso ma per convinzione; del resto ditemi voi se posso essere contento di tale affermazione contenuta nella norma: “se i conti pubblici nel prossimo anno miglioreranno e si avranno così maggiori disponibilità, queste serviranno a ridurre il prelievo ai dipendenti e pensionati a basso reddito o per favorire le Pmi (piccole e medie imprese)”.
Prima osservazione: se dovremo fare riferimento al miglioramento dei conti pubblici nel 2009, significa che gli eventuali interventi si faranno nel 2010; egregio Ministro, non le sembra un po’ distante nel tempo? E fino ad allora cosa si fa??
Seconda osservazione: proprio oggi sono arrivati i dati ISTAT sull’andamento del PIL e l’Italia, come la Germania e la Spagna, ha fatto registrare per il secondo trimestre consecutivo un segno meno, -0,4% nel secondo trimestre e -0,5% nel terzo; se non parliamo ancora di recessione è soltanto per paura, ma dobbiamo ammettere che siamo in pieno periodo di stagnazione che si sta tramutando in recessione (questo vale per noi ma anche per gli altri Paesi dell’U.E.).
In più abbiamo un debito pubblico che ha raggiunto il 105% del nostro PIL e questo è un’altra palla al piede che ci frena in molte iniziative.
Quindi dico io, se abbiamo la quasi certezza che sia i numeri dell’andamento dei conti pubblici e sia quelli della situazione economica decisamente in fase recessiva non saranno niente di buono, come si può fare a promettere che “se vanno bene questi” si può tagliare le tasse! È una evidente promessa da marinaio o meglio ancora una presa per i fondelli e quindi non mi piace proprio per niente!!
Ma, come dicevo giorni addietro, le scelte sulle cose da fare e su quelle da tagliare rappresentano l’essenza del “fare politica”; è proprio con questi strumenti che l’esecutivo presenta la propria idea su quello che c’è da fare; se uno si limita ad aspettare l’andamento dei conti pubblici sapendo poi che andranno male, avrà buon gioco a dire che non ci sono soldi per diminuire le tasse o per altre iniziative del genere; ma non avrà fatto una buona azione politica!! Chiaro??
Io invece, ritorno a proporre i “tagli”, ma quelli veri, quelli importanti, a tutte le istituzioni che stanno vivendo periodi d’oro; ovviamente non del tipo di quel taglio annunciato dall’inquilino del Quirinale come un gran sacrificio: non adeguare il bilancio all’aumentato costo della vita e quindi lasciare le cose come stanno (risultato previsto, un risparmio di 10milioni).
Spero che ci si renda conto che l’affermazione contiene una colossale presa in giro; infatti se lasciamo tutto invariato, il funzionario del Quirinale percepisce le solite 15.000 euro mensili (circa) ed il pensionato le solite 900 euro, sempre mensile; vi sembra logico o si potrebbe fare di meglio? Agire su questa forbice per farla chiudere progressivamente è quando dovrebbe mettere in campo un Governo serio ed onesto.
E poi, se rileggete la frase contenuta nella norma, si parla di riduzione del prelievo fiscale “o” di aiuti alle Pmi: ma come si fa a stabilire quale tipo di intervento mettere in piedi? Si tira la monetina? O si stabilisce chi ha più bisogno? Ma perbacco, non si possono paragonare i bisogni delle due realtà, ognuna delle quali ha i suoi diritti sacrosanti, tutti e due indispensabili al buon funzionamento del Paese.
Come era prevedibile non sono soddisfatto, ma non per partito preso ma per convinzione; del resto ditemi voi se posso essere contento di tale affermazione contenuta nella norma: “se i conti pubblici nel prossimo anno miglioreranno e si avranno così maggiori disponibilità, queste serviranno a ridurre il prelievo ai dipendenti e pensionati a basso reddito o per favorire le Pmi (piccole e medie imprese)”.
Prima osservazione: se dovremo fare riferimento al miglioramento dei conti pubblici nel 2009, significa che gli eventuali interventi si faranno nel 2010; egregio Ministro, non le sembra un po’ distante nel tempo? E fino ad allora cosa si fa??
Seconda osservazione: proprio oggi sono arrivati i dati ISTAT sull’andamento del PIL e l’Italia, come la Germania e la Spagna, ha fatto registrare per il secondo trimestre consecutivo un segno meno, -0,4% nel secondo trimestre e -0,5% nel terzo; se non parliamo ancora di recessione è soltanto per paura, ma dobbiamo ammettere che siamo in pieno periodo di stagnazione che si sta tramutando in recessione (questo vale per noi ma anche per gli altri Paesi dell’U.E.).
In più abbiamo un debito pubblico che ha raggiunto il 105% del nostro PIL e questo è un’altra palla al piede che ci frena in molte iniziative.
Quindi dico io, se abbiamo la quasi certezza che sia i numeri dell’andamento dei conti pubblici e sia quelli della situazione economica decisamente in fase recessiva non saranno niente di buono, come si può fare a promettere che “se vanno bene questi” si può tagliare le tasse! È una evidente promessa da marinaio o meglio ancora una presa per i fondelli e quindi non mi piace proprio per niente!!
Ma, come dicevo giorni addietro, le scelte sulle cose da fare e su quelle da tagliare rappresentano l’essenza del “fare politica”; è proprio con questi strumenti che l’esecutivo presenta la propria idea su quello che c’è da fare; se uno si limita ad aspettare l’andamento dei conti pubblici sapendo poi che andranno male, avrà buon gioco a dire che non ci sono soldi per diminuire le tasse o per altre iniziative del genere; ma non avrà fatto una buona azione politica!! Chiaro??
Io invece, ritorno a proporre i “tagli”, ma quelli veri, quelli importanti, a tutte le istituzioni che stanno vivendo periodi d’oro; ovviamente non del tipo di quel taglio annunciato dall’inquilino del Quirinale come un gran sacrificio: non adeguare il bilancio all’aumentato costo della vita e quindi lasciare le cose come stanno (risultato previsto, un risparmio di 10milioni).
Spero che ci si renda conto che l’affermazione contiene una colossale presa in giro; infatti se lasciamo tutto invariato, il funzionario del Quirinale percepisce le solite 15.000 euro mensili (circa) ed il pensionato le solite 900 euro, sempre mensile; vi sembra logico o si potrebbe fare di meglio? Agire su questa forbice per farla chiudere progressivamente è quando dovrebbe mettere in campo un Governo serio ed onesto.
E poi, se rileggete la frase contenuta nella norma, si parla di riduzione del prelievo fiscale “o” di aiuti alle Pmi: ma come si fa a stabilire quale tipo di intervento mettere in piedi? Si tira la monetina? O si stabilisce chi ha più bisogno? Ma perbacco, non si possono paragonare i bisogni delle due realtà, ognuna delle quali ha i suoi diritti sacrosanti, tutti e due indispensabili al buon funzionamento del Paese.