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sabato, novembre 15, 2008

IL G 20 

Si è aperto oggi a Washington l’atteso summit dei G 20 (sta per “i 20 grandi” della Terra) per cercare qualche rimedio alla crisi finanziaria; non si capisce bene cosa ci si possa aspettare da una riunione così pletorica, ma questo è quanto passa il convento: 20 signori che credono di rappresentare il meglio dell’umanità e invece sono solo interpreti del volere dei più ricchi.
Non sto a farvi l’elenco dei rappresentanti, ma tenete presente che ci sono tutti, proprio tutti: oddio, proprio tutti magari non ci sono, perché il rappresentante del Burkina Faso non è stato invitato e neppure quello dell’Iraq (ma c’è Bush) e via di questo passo.
Cosa ci aspettiamo da loro? L’eventuale parametro da prendere in considerazione è quello della crisi del Messico del 1996 e quella delle “piccole tigri” del 1997 dove l’unica iniziativa fu quella di tamponare la falla immettendo altro denaro nel sistema.
La cosa mi spaventa un po’ in quanto queste continue iniezioni di “denaro” nel sistema finanziario rischiano di ricadere addosso al sistema stesso ed a farlo implodere; questo proprio per effetto della “insignificanza” di quello che noi conosciamo come denaro e che invece non è altro che una “convenzione legale” senza alcun contenuto.
Quindi dalla riunione usciranno soltanto delle nuove regole, necessarie come l’aria per far funzionare il sistema finanziario, ma allo stesso tempo tragicamente superabili da coloro che ci speculano sopra: non dimentichiamoci mai che nel 1992 – appena 16 anni fa – George Soros con una speculazione sulla lira costrinse il nostro Paese ad uscire dallo SME, dopo che la Banca d’Italia aveva inutilmente bruciato 50mila miliardi di lire per difendere la nostra moneta.
E lo stesso Soros, poco tempo dopo, utilizzando i profitti dell’attacco alla nostra lira, durò un intero pomeriggio a vendere sterline – in questo seguito da altri speculatori – mettendo in ginocchio in sole sei ore la Gran Bretagna, nonostante il governo inglese avesse alzato del 2% il tasso di sconto nel disperato tentativo di salvare la sterlina.
Questo per dire che l’eterna lotta tra i buoni (noi) e i cattivi (gli speculatori) premia, quasi sempre, i cattivi!
Durante il G 20, visti i pochi risultati che riusciranno a conseguire, ci sarà tempo per parlare del nuovo inquilino della Casa Bianca, quel Barack Obama che – pur non partecipando ufficialmente al summit – sarà comunque “presente in spirito”.
Anche con lui stiamo attenti alle possibili delusioni e ricordiamoci che – in fatto di belligeranza – i democratici americani si sono rivelati più guerrafondai dei repubblicani: fu infatti Kennedy ad iniziare la guerra in Vietnam e Nixon a chiuderla; fu sempre Kennedy a combinare il pasticcio della Baia dei Porci a Cuba ed è stato Clinton a combinare quella stupida guerra contro la Serbia.
Unica eccezione – ma che conferma la regola – è stato Giorgino Bush che ne ha combinate più di Carlo in Francia, ma lui, a parte la scusante di Ground Zero, è stato un personaggio che aveva “l’errore nel sangue”.
Certo che se a livello di icona mediatica dovesse fallire anche Obama, non so proprio dove potremmo andare a cercare riparo; in Europa l’unico che potrebbe avere le caratteristiche dello “statista condottiero” è Sarkozy, ma credo che, giustamente, dia molto spazio ai problemi ormonali e quindi c’è da aspettarsi qualche disattenzione.
Dalle nostre parti buio pesto, dal quale non si intravede nessuna luce che ci possa fare uscire dal tunnel; ma – come recita un grande motto – “ogni Nazione ha il governo che si merita”, quindi traete voi le conclusioni!!

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