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mercoledì, novembre 19, 2008

COME TROVARE I FONDI 

Su tutta la stampa nostrale, oggi si legge un ampio resoconto su “le forbici di Tremonti” dal quale si rilevano gli interventi che il Ministro dell’Economia intende effettuare nei confronti della pubblica amministrazione: sinceramente non mi sono sembrate adeguate al momento storico e neppure alle necessità di fare cassa per ridistribuire queste risorse ai comparti che più ne hanno bisogno.
Si riparla di tagli alle auto blu ed alle consulenze esterne, nonché di risparmi so luce e riscaldamento, oltre a tagli alla carta usata per le relazioni ed ai cellulari in mani a coloro che ne hanno diritto: se pensa di fare molti soldi con queste “solite” chiacchiere, si sbaglia di grosso.
A me invece è venuto in mente – o meglio è ritornato in mente, perché ne ho già parlato in passato su questo blog – che esiste un comparto nel quale lo Stato profonde milioni (di euro) a profusione: quello delle Regioni e Province autonome.
Mi è ritornato in mente perché la vittoria di Dellai alla Provincia di Trento è stata motivata – da quasi tutti gli osservatori politici – all’acume con cui il presidente ha speso i 350milioni di euro che lo Stato gli passa annualmente.
Caspita, mi sono detto, proviamo a fare qualche conto: mi sembra che in Italia abbiamo 4 Regioni Autonome (Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige), ognuna delle quali percepisce delle cifre pazzesche da questo Stato sprecone; si parla di alcuni miliardi per ogni anno e quindi la sommatoria darebbe delle cifre interessanti.
Ma torniamo alle Province: non ho dati precisi, ma penso che le autonomie che sono in questa condizione non dovrebbero essere meno di una ventina; se ognuna di loro si becca 350milioni all’anno, abbiamo un gettito (per lo Stato) ed un introito (per le Province) di 7 miliardi, che sommato a quello delle Regioni darebbe un bel risparmio
Cosa occorrerebbe per eliminare questa uscita “assurda”? Anzitutto rendersi conto che sono retaggi di un passato che ormai non c’è più e che questi soldi servono solo ad ingrassare gli amici ed i sodali degli amministratori di queste strutture.
Se poi il Trentino dovesse minacciare si staccarsi ed andare con l’Austria, propongo di pagargli anche le spese per il trasloco; analogamente se la Valle d’Aosta minaccia di unirsi alla Francia e la Sicilia e la Sardegna asseriscono di essere desiderate….ma da chi? Forse dalla Libia di Gheddafi? Ma mi facciano il piacere!!
Proprio questi discorsi fanno comprendere appieno l’assurdità del diverso trattamento che i residenti in queste isole felici hanno rispetto al resto d’Italia.
Anzitutto nella Pubblica Amministrazione degli Enti locali, si ha una fortissima sperequazione tra gli emolumenti di un impiegato alla Regione Siciliana ed uno analogo che invece presta servizio presso la Regione Emilia: mi dicono che siamo nell’ordine del doppio, ovviamente a favore di quello che lavora presso una Regione Autonoma a statuto speciale.
Che cosa occorre per smettere di sperperare queste “provvidenze”? Non so tecnicamente, ma da un punto di vista concreto, basterebbe una norma che rimette in discussione l’autonomia di queste strutture e, di conseguenza, i particolari sussidi che pervengono loro; ovviamente i partiti che compongono la maggioranza non dovrebbero avere paura di perdere voti in tali regioni, in quanto se si opera nel giusto, non esiste timore di nessun genere.
Lo so che è una delle tante mie proposte bislacche, ma rifletteteci sopra e poi mi saprete dire se è poi così campata in aria.

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