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martedì, ottobre 28, 2008

ANCORA SULLA SCUOLA 

Qualche sprovveduto dell’estrema sinistra ha immaginato che le manifestazioni contro il Decreto Gelmini sulla scuola – che entrerà in vigore tra un anno – fossero i prodromi di una bella e santa rivoluzione; evidentemente il sessantottino, durante quelle manifestazioni deve essere stato malato, tante sono le differenze con quelle di adesso.

Nel 1968 la rivolta fu a livello mondiale e tutta centrata sulla lotta “all’autorità” che, nel caso degli studenti, era identificata nel corpo docente che, infatti, era l’obiettivo primario di slogan e sberleffi.

Nel 2008, invece, si ha una situazione diametralmente opposta: il corpo docente che “prega” i propri studenti di protestare per i tagli che avverranno nelle prebende di insegnanti e compagnia bella: mi sembra che la differenza sia evidente e di non poco conto: come dire? Dov’è l’anelito rivoluzionario?

Nel 1968 c’era una solidarietà totale di tutti gli studenti che manifestavano, mentre adesso si hanno già i primi movimenti “scissionisti”, di ragazzi cioè che vogliono rientrare in classe per studiare; forse capiscono che in questa società altamente competitiva, andrà avanti chi saprà certe cose oppure il figlio dell’amico del socio di tizio: coloro che non hanno amicizie di tale lignaggio, vogliono vedere di andare avanti ugualmente con le proprie forze, ma hanno bisogno di studiare per apprendere e - come si diceva una volta – per crescere.

Ma e gli insegnanti? Essi mi sembrano molto avulsi dal problema “insegnamento” e sono invece assai presi dai propri problemi: quale avanzamento di carriera? Che tipo di pensione? Ci taglieranno mica lo stipendio! Insomma, roba di questo genere, cose che conflittano assai con la fresca spiritualità dei giovani che sono sempre – o quasi – mossi da interessi non esclusivamente individualistici.

Sull’onda delle prime contromanifestazioni volte ad ottenere il rientro in classe, mi sono chiesto come si stanno comportando i “genitori dell’opposizione”, coloro cioè che da una parte debbono combattere una normativa partorita dalla maggioranza e dall’altra hanno i figli che sono sulla strada per diventare ancora più somari di quello che erano poco tempo fa.

Ma il dilemma mi è stato risolto da un quotidiano che ha pubblicato la posizione educativa, diciamo così, di una serie di big della sinistra; ho atteso qualche giorno prima di farmi megafono, poi – visto che non ho letto di nessuna smentita – ve ne rendo partecipi, caso mai vi fosse sfuggito.

Michele Santoro, reuccio della contraerea di sinistra contro gli aerei del governo, ha la propria figlia che studia “serenamente” in un lussuoso liceo dove si parla addirittura esclusivamente in francese; Rutelli ha scelto per le due figlie un liceo privato ed un prestigioso istituto, ma possiamo continuare con due “madri di sinistra” e vedere come si comportano: l’Anna Finocchiaro usufruisce di scuole private catanesi e la vezzosa Giovanna Meandri di un istituto a pagamento.

E ti credo che se ne fregano se i ragazzi perdono ore ed ore di lezione! Tanto non sono mica i suoi che al contrario se ne stanno calmi e pacifici a preparare con cura il loro futuro.

Un’ultima notizia: sapete chi c’è in questa pletora di gente che non usa le scuole pubbliche? Addirittura il guru della sinistra, il re dei girotondi, il grande Nanni Moretti, la cui figlia frequenta la scuola privata americana di Roma: quando si dice la coerenza!!


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