venerdì, agosto 22, 2008
PROPRIETA' TRANSITIVA
Per effetto della “proprietà transitiva”, se A è uguale a B e B è uguale a C, si deduce che A è uguale a C. Mi chiederete: ma che c’entra? Abbiate un po’ di pazienza e vedrete che qualcosa c’entra.
E adesso passiamo al gran bordello che sta venendo fuori per le anticipazioni di Berlusconi sulla riforma della giustizia che ha in animo di varare in autunno, utilizzando gran parte dei concetti espressi da Falcone; l’ANM, con un uso ormai abusato del termine, ha già parlato di riforma fascista.
La prima cosa sulla quale si comincia a parlare è l’eventuale modifica della norma che instaura l’obbligatorietà dell’azione penale; a questo proposito, il magistrato palermitano, ebbe a dire che si trattava di “un feticcio da abbandonare”.
Sulla necessità di separare le carriere – altro argomento molto caro al Cavaliere – Falcone fu molto chiaro: “comincia a farsi strada la consapevolezza che la regolamentazione delle funzioni dei magistrati del Pubblico Ministero non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e quindi le attitudini, l’habitus mentale, le capacità professionali richieste, ecc.”; più chiaro di così non avrebbe potuto essere ed infatti, da quel momenti si inimicò l’intero corpo della Magistratura.
In quanto all’altro “capitolo”, quello cioè di modificare gli avanzamenti di carriera facendoli dipendere maggiormente dalla meritocrazia, il P.M. palermitano ebbe a dire che bisognava “razionalizzare l’attività del PM, finora reso irresponsabile da una visione feticistica dell’obbligatorietà dell’azione penale e dalla mancanza di efficaci controlli sulla sua attività”; proprio questo dovrebbe essere introdotto e cioè una maggiore presenza dei capi degli uffici nelle decisioni operative e una serie di controlli da parte di questi ultimi sulla “produttività” del singolo magistrato.
È chiaro che con queste proposte non mi sembra che venga minato il principio dell’indipendenza della magistratura, ma viene soltanto ricercato una migliore organizzazione del lavoro, al fine di non ritrovarsi mai più come ci stiamo trovando adesso: 5 milioni di procedimenti da smaltire in sede penale e altrettanti in sede civile.
Quello che mi disturba fortemente è che i nostri magistrati, di fronte a questo dato e di fronte alla considerazione che il loro numero è simile a quello di altri paesi europei (Francia, Germania, Inghilterra), non sanno fare altro che rivendicare il mantenimento dello status quo, proposta che – per usare un termine di moda – giudicherei irricevibile.
Dunque, tornando al problema, abbiamo l’ANM, con il suo segretario Cascini, che, sulla scorta delle poche notizie filtrate, già aggredisce il governo accusandolo, con un ragionamento assai contorto, di preparare “una norma che mira all’introduzione della politica nel CSM, con l’evidente scopo di richiamarci ad un modello autoritario, ovverosia quello fascista, dove la magistratura non è più indipendente dal potere politico”; poche ore dopo, il signor Cascini – che deve avere avuto di bischero da qualcuno – ha fatto marcia indietro, auto-correggendosi con questa dichiarazione: “trovo inappropriato il paragone col ventennio fascista”.
Sapete come Falcone definiva l’ANM? “Un organismo diretto alla tutela di interessi corporativi, le cui correnti si sono trasformate in macchine elettorali per il CSM”:non ho proprio niente da aggiungere a questa bella definizione.
E la proprietà transitiva? Se la riforma è fascista e se la stessa riforma è ispirata da idee di Falcone, se ne deduce che Falcone è fascista: irricevibile!!