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martedì, agosto 19, 2008

VACANZE TRAGICHE 

Per uno strano scherzo del destino, due splendide ragazze della mia città, entrambe belle, giovani ed intelligenti, hanno lasciato la loro vita per due stupidi incidenti automobilistici avvenuti entrambi agli antipodi uno dell’altro; sto parlando della morte di Cinzia, avvenuta a Santo Domingo a causa di una sciagurata mossa dell’autista del pulmino sul quale c’era la ragazza e di Cristina, altrettanto bella ed intelligente, stroncata da un analoga mossa infausta dell’autista che aveva assunto per guidarla nella sua visita in India.

In entrambi i casi le ragazze erano insieme alla sorella ed ambedue si sono salvate con ferite più o meno lievi: il loro compito più ingrato deve essere stato quello di informare i genitori che una di loro non sarebbe tornata a casa, a raccontare le avventure vissute in vacanza.

La prima ragazza, Cinzia, 35 anni, impiegata presso un grande albergo, aveva sognato per anni questa vacanza e finalmente era riuscita a farcela: insieme alla sorella era partita per Santo Domingo, alla ricerca di sole splendente, di sabbia candida e di mare incontaminato e perché no, anche di qualche avventura; forse ha trovato tutte queste cose, ma è incappata anche in un tragico, banale incidente, causato probabilmente dall’autista che si è gettato in un sorpasso azzardato e che è andato ad incappare in un altro mezzo pieno anch’esso di turisti: l’autista risulterebbe al momento scomparso, forse in preda al rimorso per quanto successo a causa della sua manovra.

L’altra ragazza, Cristina, 38 anni, laureata, manager di una azienda del comasco specializzata in materiale paramedico, era solita fare svariati viaggi all’estero – per motivi di lavoro – ma questa sua attività non la faceva deflettere dall’amore per i viaggi e, in particolare per l’India, dove già era stata per lavoro ma che non mancava mai di ritornare per diletto; questa volta era insieme alla sorella, Maria Claudia, di tre anni più giovane, la quale accompagnava spesso Cristina nei suoi viaggi; per maggiore prudenza, visti i difficili mezzi di spostamento in India, le due ragazze avevano noleggiato una macchina con autista e con questo mezzo stavano girando una vasta regione dell’immenso paese asiatico, il Rajasthan; proprio in occasione di uno spostamento, l’autista ha perduto il controllo del mezzo che è andato a scontrarsi frontalmente con un camion: Cristina, sbalzata fuori dall’auto è morta sul colpo, mentre la sorella ha una ferita all’anca (è già stata operata) e l’autista è totalmente illeso.

Questa la narrazione di quanto accaduto; adesso – fatte salve le scene strazianti dei genitori e degli amici al rientro delle salme – vorrei cercare di mettere insieme quattro parole per tentare di dare un senso a queste due “strane” morti: dovete convenire con me che entrambe sono caratterizzate da alcune “unioni”, delle quali la provenienza è la prima, ma c’è anche la modalità degli incidenti, entrambi causati, sembrerebbe, dall’imperizia dell’autista, che accomuna le due storie.

Ed allora possiamo trarre qualche conclusione da questa costante: l’utilizzo all’estero di mezzi di terra guidati da persone del luogo, riveste una forte dose di pericolo in quanto il personale addetto non è quasi mai all’altezza della situazione e, per di più, lo stato non sottopone questi autisti pubblici ad esami particolari ed a controlli sullo stato emotivo o psico-fisico.

Insomma, possiamo dire che oltre al viaggio aereo – per me sempre fonte di preoccupazione – ci sono altre cose che debbono destare timore e cioè le strutture preposte agli spostamenti terrestri, non sempre all’altezza della situazione.

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