martedì, luglio 22, 2008
LA VITA
In questi ultimi giorni sono accaduti vari fatti di sangue che – pur non discostandosi di molto dalla norma – mi hanno indotto a riflettere sulla vita e sul suo significato; ovviamente da uomo della strada e non da filosofo e tanto meno da teologo.
I fatti che mi hanno colpito sono sostanzialmente tre e vanno dall’episodio di Roma, dove un padre, in preda a qualcosa che è difficilissimo definire, dopo essere stato rimproverato da un Vigile Urbano perché faceva piangere la figlioletta di appena 4 anni, ha preso la bambina per i capelli e le ha sbattuto con violenza il capo contro i marmi del Vittoriano, riducendola in fin di vita (auguriamoci che ce la faccia!).
Il secondo evento è accaduto a Ravenna e – riferiscono le cronache – ha provocato la morte di un giovane, brutalmente accoltellato da una banda di “non meglio definiti napoletani” che sarebbero stati pregati di allontanarsi dalla sua auto in quanto doveva partire; sentitisi offesi – forse non ha chiesto doverosamente “per favore – i tre che erano appoggiati all’auto, hanno cominciato ad inveire ed hanno richiamato altri loro amici che si trovavano nella casa di fronte, i quali sono accorsi ed hanno dato man forte ai ribaldi (bella forza, contro uno solo!!) ed anzi, uno di loro ha tratto di tasca un coltello ed ha colpito mortalmente il giovane, ferendo anche il cugino accorso in aiuto.
Il terzo è una visione su alcuni telegiornali di un filmato estratto dal sito “youtube” nel quale un uomo affetto da sclerosi laterale amiotrofica, una malattia – per ora – inguaribile, costretto a letto con tutta una serie di tubi e tubicini che gli consentono di continuare a vivere (in particolare di respirare), rilascia una sorta di “testamento biologico” per immagini ed afferma che nel momento in cui non potrà più ricevere cibo ed acqua attraverso la propria bocca, richiede che gli siano staccati i tubi e venga lasciato morire.
Non so neppure io perché metto insieme questi tre fatti, ma credo che ragionandoci sopra potremo arrivare a scoprirlo; anzitutto i due primi fatti di sangue mostrano uno straordinario disprezzo per la vita altrui, alla quale non si riserva alcun valore ed anzi si spenge con la facilità con cui si schiaccia una formica.
L’ultimo invece ci mostra una persona che sotto il profilo dell’imperante materialismo è già morta, è soltanto “aiutata” a non morire dalle tecniche della moderna medicina ed è lì che occupa un posto, costa molti soldi e rompe le scatole ai parenti che sono costretti – se non altro – ad andarlo a trovare ogni tanto o, al minimo, a pensare a lui come una persona che patisce.
Eppure questo signore, parlando con estrema difficoltà a causa del tubo per la respirazione, esprime lucidamente dei concetti che dovrebbero essere presi ad esempio nel settore della bioetica: esistono dei limiti – che non sono uguali per tutti – oltre i quali si scade nell’accanimento terapeutico; per questo poveretto il limite è continuare a ingerire cibo e acqua con la propria bocca, per un altro chissà!!
Sono arrivato alla fine e non sono certo di aver trovato un legame comune ai tre eventi, una sorta di “tematica” che li leghi insieme: forse potremmo dire che il filmato del signore che detta il proprio testamento biologico, dovrebbe essere fatto vedere almeno una volta al giorno nelle patrie galere o nei manicomi dove verranno – almeno mi auguro - rinchiusi per molto tempo i protagonisti dei primi due fatti, a mostrare loro che la vita è un misterioso (per chi non crede) dono della natura e nessuno può cancellarla ad esclusione della natura stessa o del titolare del diritto d’uso, il quale può peraltro mettere dei “paletti” ben precisi sulla sua utilizzazione. Mi sono spiegato??