giovedì, luglio 24, 2008
ATTENTI A QUEI DUE
I “due” citati nel titolo sono autentici “poteri” dei quali uno – la magistratura – si chiama così legittimamente in quanto così definita in sede costituzionale e l’altro – i mass media – lo sono diventati per forza propria, come del resto già indicato in vari film che citano appunto “Il quarto potere” (splendido è quello di Orson Welles).
Questi due poteri, come tante altre volte, nella vicenda che sto per narrarvi, si sono coalizzati (volutamente o per caso??) per accrescere il pandemonio che si sta verificando attorno all’intervista del giornalista D’Avanzo al Capo della Security della Telecom, Tavaroli, pubblicata su “Repubblica” senza la minima analisi e senza il minimo controllo di quanto viene affermato.
In questa intervista, Tavaroli afferma che dalle intercettazioni – ovviamente abusive, cioè non autorizzate dalla Magistratura – risulta che un certo conto dal nome emblematico “Oak Fund” (oak significa quercia), allogato in una banca di Londra, era nella disponibilità dei D.S. e lo utilizzavano Fassino e Nicola Rossi.
La replica sdegnata di Fassino è stata un atto d’accusa non solo verso chi ha proferito queste accuse infamanti, ma anche verso colui che ha raccolto l’intervista (D’Avanzo) e verso il giornale che l’ha pubblicata.
Manifestazioni di solidarietà si sono levati da tutte le parti politiche – opposizione e governo – e non poteva essere altrimenti, visto il modo come è stata trattata la notizia: in Italia, si dica quel che si vuole, non mancano leggi sull’editoria, ma una coscienza etica in stile britannico che in altri Paesi è data per scontata: in America, ma anche in moltissimi Paesi europei, prima di pubblicare accuse verso una terza persona che non può difendersi, il giornalista (ma anche il Direttore, anzi sarebbe proprio un suo compito) deve controllare queste sparate e non una sola volta, ma più volte, da più fonti, addirittura in contrasto tra loro; a proposito di questa tematica, consiglio la visione del film “Tutti gli uomini del Presidente”, sullo scandalo Nixon, dove si vede che il Direttore del Washington Post, prima di pubblicare l’articolo che darà il via alle dimissioni del presidente, pretende dai suoi due giornalisti parecchie controprove e ognuna da fonte diversa.
E fin qui abbiamo visto il “potere mediatico”, ma l’altro di cui parlo all’inizio – la magistratura – cosa c’entra: semplicemente che quasi in contemporanea con l’intervista di Tavaroli, si può trovare su quasi tutti i giornali il testo dell’interrogatorio reso da Tronchetti Provera al P.M. Fabio Napoleone, in merito alla stessa vicenda delle intercettazioni, nel quale si può leggere che Tavaroli appare come un “solitario”, un uomo che non rispondeva a nessuno e che faceva quello che faceva solo per suo uso e consumo: insomma, Tronchetti non c’entra niente e neppure i suoi più stretti collaboratori sapevano dell’attività del capo della Security.
Mi sembra chiaro che tutti noi dobbiamo chiederci in che modo i giornali sono entrati in possesso di questi verbali; non credo che possa essere stato lo stesso interrogato – tramite l’avvocato – a rendere pubblico questo interrogatorio, dato che l’ex boss di Telecom non ci fa una gran bella figura; allora, resta soltanto l’altra parte – cioè il PM che lo ha interrogato ed i suoi più stretti collaboratori – e quindi c’è da chiedersi il motivo per cui, in concomitanza con la bomba Fassino, si fa uscire anche la presa di distanza di Tronchetti: è forse un messaggio a qualcuno che per ora non risulta nominato, ma che nelle intercettazioni è presente! Può essere, ormai siamo abituati a tutto!!