domenica, giugno 22, 2008
ZIBALDONE N.6/2008
All’inizio della calura estiva, con tanta (troppa) gente che non può farsi neppure un giorno di vacanza, ho deciso di trattare un paio di argomenti che non richiamano direttamente la ridistribuzione delle risorse, ma ci mostra “ in che mani siamo”, tanto per usare un termine caro ai miei concittadini.
Il PRIMO argomento riguarda proprio loro, i miei concittadini, che hanno avuto una grossa sorpresa dalla sentenza con la quale
La vicenda risale all’accordo con
È avvenuto, in concreto, quello che tutti noi stigmatizziamo per artigiani e commercianti che, all’avvento della nuova moneta, è stato fatto un semplice calcolo di trasposizione per effetto del quale 1000 lire diventavano 1 euro, con la differenza – specie per le buste paga – che l’euro non veniva valutato 1000 lire ma 1.963 e spiccioli: il guadagno in siffatte operazioni è mostruoso!!
Insomma, ammesso che si arrivi a farli pagare veramente, per lo meno abbiamo la soddisfazione di vedere che
Il SECONDO argomento prende le mosse dalla recente bocciatura del Trattato Europeo da parte dell’Irlanda e dalle successive mosse che si stanno approntando a Bruxelles per risolvere la difficile situazione; sembra che l’orientamento sia verso una rapida ratifica da parte dei Parlamenti delle singole nazioni europee, senza cioè interpellare il popolo, e con la stragrande maggioranza dei paesi favorevoli alla nuova Costituzione, mettere alle strette coloro che hanno avuto la bocciatura del referendum indetto proprio per questo.
L’ultimo argomento balzato fuori dalla manica di Berlusconi è la polemica con il Presidente Barroso, laddove il nostro premier contesta che “non è possibile che un giorno si e l’altro pure i giornali europei siano pieno delle critiche di questo o quel commissario a questo o quel governo europeo, dando così la possibilità alle opposizioni di destra o di sinistra, di attaccare il governo”.
Non la trovo sbagliata come osservazione, specie perché con questo andazzo si vanno ingenerando le critiche della gente – che poi si riflettono nei referendum – su questo organismo che nessuno conosce appieno e che sembra una sorta di tutore degli stati membri; quando Barroso dice che “la commissione non accetterà mai di essere trattata come una istituzione che dipende dagli stati membri”, dice una verità persino ovvia, in teoria, ma nella pratica ogni commissario è mandato a Bruxelles dal suo governo (vedi adesso il caso di Taiani) e quindi la situazione è assai più complessa di quanto vorrebbe farla apparire Barroso.
Certo che nessun governo si è mai impegnato in una capillare informazione di quello che è (o dovrebbe essere) lo spirito di Bruxelles, a partire dalla scuola per arrivare nella vita civile.
Visti i “no” che