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martedì, giugno 03, 2008

IL VERTICE F.A.O. 

Si sta svolgendo in queste ore a Roma il Vertice della F.A.O. organizzato dall’O.N.U. e diventato particolarmente pregnante dopo le svariate preoccupazioni sulla carenza di cibo e sul suo conseguente aumento di prezzo.

Tra i personaggi presenti ce ne sono un paio che avrebbero potuto anche fare a meno di venire, ma ormai ci sono e vediamo cosa diranno: uno è Mugabe, Presidente dello Zimbabwe, paese che attraversa un periodo di grossi problemi alimentari, dei quali il suo Presidente sembra ignorare l’esistenza, tutto teso al mantenimento del potere ad ogni costo.

L’altro personaggio “scomodo” è il Presidente Iraniano Ahmadinejad che, sempre alla caccia dei media che rimbalzino le sue roboanti dichiarazioni e fregandosene altamente del tema della riunione, ha affermato – appena arrivato a Roma – “che il regime sionista, criminale e terrorista, con una storia di 60 anni di saccheggi, aggressioni e crimini, è ormai alla fine e sarà presto eliminato dalle carte geografiche”.

È chiaro che ognuno può dire quello che vuole, specialmente uno che ha tutto quel ben di Dio di petrolio, ma c’è occasione ed occasione e questa riguarda tutto un altro problema.

Ed allora torniamo al problema che verrà discusso in questa riunione e subito mi viene all’occhio un dato di provenienza O.N.U. che mi ha colpito: nel 2008 sono state prodotte 2,191 milioni di tonnellate di cereali, con una crescita del 3,8%.

Se questi dati sono veri – e non ho motivo alcuno di dubitare – e se è vero l’altra cifra che indica in 820 milioni le persone sottonutrite nei Paesi in via di sviluppo, possiamo tentare di trovare delle spiegazioni; una può essere quella che se i cereali aumentano la loro produzione, ma forse ne viene messa a disposizione della alimentazione umana una quota minore,ne discende una prima logica considerazione: evidentemente i cereali servono a fare altre cose oltre che a sfamare la gente; ed allora si ritorna a parlare dei cereali usati come fonte energetica alternativa per la produzione di carburanti.

Un’altra considerazione potrebbe discendere dagli aumenti di prezzo (+ 33% nell’ultimo biennio) che hanno selezionato i Paesi (in primis) ed i consumatori (in ultima analisi) che possono adesso affluire all’utilizzo dei cereali per alimentarsi; sembrerebbe quindi che neppure i cereali – fino a poco tempo addietro l’anello iniziale e meno caro della catena alimentare – possano essere a disposizione di tutti.

L’O.N.U.- da cui discende la FAO – presenterà due punti di programma: il primo è una richiesta di 735 milioni di dollari di aiuti per il “Programma alimentare mondiale”, mentre il secondo è un invito ai paesi maggiormente sviluppati a promuovere in Africa una sorta di “rivoluzione verde” che sconfigga il problema della fame.

A mio parere, i Paesi che sono in prima linea nel ricevere l’ondata degli affamati – e parlo di Italia, Francia, Spagna – dovrebbero essere molto interessati a qualsiasi politica di aiuti a quei Paesi che non ce la fanno a dare da mangiare ai loro abitanti; se non aiuteranno questi disgraziati a casa loro, se li ritroveranno sulle loro coste, affamati (non solo di cibo, ma anche di un po’ di giustizia sociale) e disposti a qualsiasi cosa pur di non rimettere piede nei loro paesi.

Perché di una cosa dobbiamo essere convinti: se i vari tunisini, algerini, romeni, polacchi, ecc, avessero a casa loro quello che “credono” noi gli si possa dare, se ne starebbero alla larga da noi e da tutti i nostri “atteggiamenti”.


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