<$BlogRSDUrl$>

giovedì, giugno 19, 2008

E ORA COME LA METTIAMO CON L'EUROPA ?? 

La bocciatura da parte degli irlandesi del trattato di Lisbona, una sorta di Costituzione Europea, ha messo in crisi tutti coloro che sostengono la necessità di rinvigorire l’integrazione europea.: i cittadini irlandesi, hanno invece detto un secco “no” (53,4 a 46,6) a questo trattato – che probabilmente non hanno neppure letto – e, di conseguenza, alla costruzione di questa Europa che non capiscono e quindi non possono che respingere in quanto ai loro occhi toglie alle nazioni una parte di autorità.

Se ricordo bene, il cosiddetto “trattato di Lisbona” non è altro che una rimasticatura della prima edizione della costituzione europea, quella per intenderci che fu partorita da una commissione alla testa della quale c’era il francese Giscard d’Estaigne; questa prima bozza – presentata ovviamente come Costituzione Europea – subì una serie di smacchi dai cittadini dell’unione, a cominciare dall’Olanda e dalla Francia, mentre altri stati – come ad esempio l’Italia – non hanno sottoposto la ratifica alla consultazione popolare, ma l’hanno tenuta nei luoghi bui del parlamento dove tutti i votanti avevano interesse che l’Europa, ed in particolare tutti i suoi “carrozzoni”, andasse avanti.

Il “no” di un paese non certo grande come l’Irlanda, blocca di fatto l’adozione della Costituzione e – tutti mi insegnano – che uno Stato senza la Costituzione è un non senso; tutto questo perché uno spirito candido, in sede di stesura delle norme fondanti dell’unione, scrisse che l’approvazione della Costituzione avrebbe dovuto avvenire “all’unanimità” e quindi anche l’Irlanda da sola può bloccare l’Europa.

Quali le reazioni a questa situazione? Il borioso Presidente della Commissione europea, il portoghese Barroso, con l’arroganza tipica di colui che detiene un potere per virtù “divine”, afferma che le ratifiche del trattato – già approvato in 18 stati sui 27 dell’unione – devono andare avanti, quasi a voler significare che se al termine del giro di ratifiche, la maggioranza delle nazioni aderenti avrà detto “si” il trattato di Lisbona, basterà modificare la norma che impone l’unanimità e così il gioco è fatto.

Un’esperta di affari europei, Oana Lungescu, sottolinea che “questo è il terzo referendum fallito in tre anni per l’U.E.” il che a suo modo di vedere “significa un crescente divario tra la gente comune e il governo di Bruxelles” ; troppo giusto, aggiungo modestamente io, associandomi all’osservazione.

E in Italia? Dopo gli scontati inni di vittoria dei leghisti, un amareggiato Romano Prodi rileva che “è chiaro che la volontà popolare va rispettata, ma è altrettanto chiaro che l’U.E. deve andare avanti e che i popoli che decidono di non ratificare il trattato devono trarre coerentemente le conseguenze”; traduzione: espelliamo l’Irlanda!

E mentre Berlusconi fa filtrare solo la sua “preoccupazione”, il Presidente Napolitano ragiona in modo molto simile a Prodi, affermando che “un Paese che rappresenta meno dell’1% della Popolazione dell’Unione non può arrestare l’indispensabile processo di riforme e quindi è l’ora di fare scelte coraggiose, lasciando fuori chi minaccia di boicottarle”; traduzione: espelliamo l’Irlanda!

Come si vede il referendum tra la gente che conta dice unanimemente che l’Irlanda rappresenta un impedimento e quindi meglio “non disturbare il manovratore”; freghiamocene dell’unanimismo e adottiamo il motto “vince il 51%”

Nessun politico che faccia un po’ di autocritica e si chieda il motivo di quest’ultimo “no”, da parte poi di un Paese che ha avuto tanto dall’Europa in termini economici. Forse non c’è la minima intesa tra i “palcoscenici” di Bruxelles e la “platea” dei cittadini europei, che assiste ad una pantomima che non riesce proprio a capire!!


This page is powered by Blogger. Isn't yours?