giovedì, maggio 15, 2008
STRANI ACCOSTAMENTI DELL'ORRORE
La grande stampa, nel corso della giornata di oggi, dopo avere archiviato la fiducia ottenuta dal governo Berlusconi, con gli stucchevoli salamelecchi tra maggioranza e opposizione, e dopo avere brevemente ricordato l’immane tragedia del terremoto in Cina, pone in rilievo, quasi le accosta, due notizie, entrambe di cronaca, cronaca nera, ma che dico “nera”, ancora peggio.
La prima è la fase di allontanamento da Napoli di una comunità rom che abitava un campo nomadi – immagino abusivo – dopo che una serie di attentati condotti in massima parte da donne napoletane armate di molotov ha messo a rischio l’incolumità di donne e bambini.
La seconda è la terribile mattanza alla quale tre giovanissimi, addirittura minorenni, hanno sottoposto Lorena, una ragazzina siciliana di soli 14 anni incinta “di uno di loro”, la quale sembra che avesse manifestato l’intenzione di denunciarli “tutti e tre” e la cosa andava in qualche modo tacitata; quindi, morte della donna, tentativo di bruciarne il cadavere ed infine lancio dello stesso in un pozzo nelle vicinanze di un casolare abbandonato dove pare che la ragazzina li incontrasse (immagino uno per volta!!).
A proposito dei rom di Napoli, se oggi ascoltate le dichiarazioni rese in televisione dalle donne assaltatrici, ripetono tutte lo slogan: “se ne devono andare, ad ogni costo!!”, sottacendo forse che devono lasciare l’Italia: ma per andare dove? E chi li accoglie?
È un problema molto serio, che gli atteggiamenti ladreschi di questa etnia tende a far diventare così grande da renderlo irrisolvibile; qui non si tratta di leggi o altre diavolerie del genere, qui si tratta di buon senso, usando il quale si potrebbe cercare un qualche accomodamento (che io non conosco, sia chiaro!!).
Certo che se invece di tre irreprensibili ragazzini della media borghesia siciliana, fossero stati tre rom a uccidere, brutalizzare e gettare in un pozzo la povera Lorena, il cerchio si sarebbe chiuso; e invece così non è, i delinquenti sono persone che circolano tra noi e che abitano alla porta accanto alla nostra.
Detto per inciso, questi tre ragazzini rischiano veramente poco: al massimo potranno prendersi una decina d’anni, il che significa uscire di galera molto prima di festeggiare il venticinquesimo compleanno.
Ma questa vicenda merita due parole anche in relazione alla vittima: pensate un po’, si tratta di una ragazzina di 14 anni che frequenta la 1a classe delle superiori e che si ritrova incinta e che – udite, udite!! – non sa neppure con esattezza chi sia il padre: bontà sua che ha ristretto la rosa dei papabili a sole tre persone, altrimenti….
Quindi possiamo dire che siamo in presenza di una società “impazzita”, nella quale la libertà concessa ai giovani e mischiata con i richiami dei mass-media, perversi e finalizzati solo ad un sesso consumistico, genera situazioni incomprensibili, delle quali però ognuno di noi deve sentirsi un po’ colpevole, se non altro per non avere unito alla libertà di cui sopra un’educazione ai sentimenti che certamente manca completamente in questa storiaccia.
E chiunque di noi riveste un qualche ruolo – sia esso di “genitore” o di “educatore” – si guardi bene dentro e si chieda cosa ha fatto perché questi fatti non accadano, cosa ha fatto quando i suoi figli gli hanno chiesto di uscire, oltre ad accontentarli con un gesto di noncuranza; in questa vicenda la carenza affettiva si respira a pieni polmoni, in tutti i sensi e questo è indubbiamente un elemento di grave responsabilità per tutti noi, nessuno escluso; e non abbiamo neppure il rom da lapidare….