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martedì, aprile 08, 2008

VOTARE IL MENO PEGGIO: E' POSSIBILE?? 

Un mio collaboratore mi si è rivolto con queste parole, dette con tono accorato e contrito (cito a memoria): “Sono fortemente in crisi; per la prima volta non so per chi votare. Lei cosa mi consiglia, al di là dell’astensione?”.

Non è facile rispondere, anzi è impossibile, in quanto la nostra società sta attraversando una situazione di crisi che al momento non appare risolvibile con un voto; come ho già avuto modo di dire giorni addietro, “ogni nazione ha il governo che si merita” e quindi all’arrivismo ed alla disonestà dei politici – ovviamente di ogni schieramento – il popolo non contrappone niente di meglio di quello che loro ci mostrano, perché se lo fosse stato, da tempo avrebbe imbracciato il fucile ed invece è qui ad invocare una sorta di salvataggio da parte dei “soliti”.

Ricordiamoci che alla crisi morale, sociale e politica già presente da tanti anni nella nostra Repubblica, adesso si è aggiunta anche quella economica ed allora si odono i lamentosi belati di coloro che sono usi a far la fila nei corridoi di partiti, sindacati, sacristie, alla ricerca di favori e assistenzialismo.

Ma adesso la crisi è generalizzata e – come si dice dalle mie parti – “non c’è trippa per gatti” il che sta a significare che la torta è già stata tagliata e distribuita a coloro che hanno, o millantano di avere, il potere; e passati loro non ci rimangono neppure le briciole per tutti gli altri!!

Varie volte in quest’ultimo mese, mi sono chiesto cosa fare e – nonostante il mio grande….acume – non ho mai trovato niente che ci potesse aiutare in questa tragica circostanza; di una cosa sono certo (e l’ho detto!) e cioè che se ancora ci illudiamo che votare Veltroni o Berlusconi possa cambiare qualcosa, allora ci meritiamo di essere trattati come servi.

E allora, cosa posso rispondere al mio collaboratore) Una soluzione potrebbe essere una fortissima astensione – diciamo nell’ordine del 60% - per dare un segnale ai potenti, alle oligarchie di qualsiasi colore, che la gente si è stufata.

Ma non credo che avverrà, anzi sono certo che i nostri concittadini – come un gregge ben abituato – si recheranno in frotte alle urne , magari dopo aver tanto brontolato, e voteranno per quello che, secondo loro è “il meno peggio”; solo che non esiste il meno peggio. Esiste solo “il peggio”.

Volutamente non ho seguito la campagna elettorale che ci ha presentato la televisione, quindi mi sono perso i monologhi, i duetti ed anche le ammucchiate; solo qualche volta ho incappato in qualche discorso di un leader che gioca – come vi ho detto un mesetto fa – al gioco più vecchio del mondo: “a pugnino più in su”; tu prometti aumenti ai precari ed io assicuro gratis le casalinghe, tu prometti l’abbassamento delle tasse ed io abolisco l’ICI sulla prima casa; tutto questo senza spiegare come potrà essere fatto.

Comunque tra di noi c’è gente che ancora continua a credere alle promesse dei politici in campagna elettorale ed allora, allo stesso modo dei tifosi di una squadra di calcio per i quali quando perde è sempre colpa dell’arbitro, questi nostri amici continueranno a fare il tifo per la squadra del cuore – pardon: volevo dire votare il partito del cuore – certi che sia l’unica cosa giusta da fare.

Un po’ l’invidio, perché almeno una speranza ce l’hanno, una speranza che non è stata spenta neppure da tanti anni di ruberie e di disonestà dilagante di tutti coloro che ci accingiamo a votare. È rimasta celebre la frase di Montanelli “turatevi il naso e votate D.C.”; adesso cosa direbbe il grande Indro? Forse solo “turatevi il naso!!”.


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