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sabato, aprile 12, 2008

ISLAM E CRISTIANESIMO 

Ma come, mi direte, il giorno prima delle elezioni parli di religione? Certo, anche perché se mi avete ben seguito, non ho parlato moltissimo della campagna elettorale, giusto le cose che mi hanno colpito, ma senza entrare nel merito delle scelte e, soprattutto, senza dare la benché minima indicazione di voto; l’ultima cosa che mi ha colpito della propaganda dei due candidati è che uno – in retta d’arrivo – non avendo altro da promettere, annuncia che “abolirà il bollo auto e moto”, mentre l’altro, continua imperterrito a dire che aumenterà salari e pensioni e aggiunge che a questo scopo sarà utilizzato il famoso “tesoretto”, cioè l’extra gettito fiscale, il quale si chiama extra proprio perché non è detto che debba ripetersi: e se non si ripete che facciamo? Diminuiamo stipendi e pensioni?! No, meglio parlare d’altro, cioè di religione!

La polemica sulle due religioni monoteiste più seguite, è sfociata in un verdetto che annuncia come la prima religione al mondo sia quella musulmana, con un miliardo e 322 milioni di fedeli, mentre quella cristiana è scesa al secondo posto con poco più di un miliardo di adepti; la prima polemica che è sorta è di stampo cattolico e sostiene che i musulmani fanno più figli e da questo deriverebbe il superamento della religione cristiana che, per antonomasia, si identifica con l’uomo bianco.

A mio modo di vedere, la forza di una religione si misura non sul numero dei propri adepti, ma sull’intensità con cui il suo credo viene vissuto; mi dicono – io non ci sono mai stato – che alla preghiera del venerdì a Teheran, si avverta questa intensità che, addirittura, porta ad una forte emozione anche coloro che non sono credenti.

Se entriamo nelle nostre chiese, o anche in quelle dell’ipercattolica Spagna, in un giorno che non sia la domenica mattina, abbiamo il completo deserto; nel cosiddetto “giorno dedicato al Signore”, l’adesione dei fedeli mi sembra molto formale, quasi un rito legato alla borghesia, che ormai si svolge “perché deve essere svolto”; si noti che per non turbare la domenica vacanziera, la Chiesa cattolica ha concesso la messa del sabato pomeriggio che vale come assolvimento del precetto domenicale.

Ecco, questo è quel relativismo illuminista che ha ucciso Dio, mettendoci il Quattrino al suo posto: non possiamo toccare la domenica perché il valore della gita fuori porta – valore in termini economici – è altissimo e gli operatori del settore potrebbero risentirsene. E con Dio come la mettiamo? Ma Lui è comprensivo, a Lui ci pensiamo il sabato pomeriggio e Lui è contento lo stesso: piccolo ma succoso esempio di quel relativismo contro cui l’attuale Pontefice si scaglia continuamente, totalmente inascoltato dai sui fedeli, ma anche dalla sua gerarchia.

E poi la nostra Chiesa – a cominciare dal tanto osannato Wojtyla – si è troppo occupata di politica tralasciando di intercettare quel crescente bisogno di spiritualità che nasce proprio dalla desolazione del materialismo sempre più imperante; e sono proprio i giovani i primi ad accorgersi di questa involuzione del mondo che li circonda ed a guardarsi attorno alla ricerca di autentici valori, ma facendo scorrere lo sguardo davanti alle nostre Chiese non trovano niente che li possa appagare ed allora proseguono nella ricerca, approdando, oltre all’Islam, al buddismo ed alle altre religioni orientali, oppure a credi infantili del tipo di sette, di satanismo, persino l’astrologia, tutte realtà assai lontane dalla sapienza antica della Chiesa di una volta.

Ma nella nostra insipienza, continuiamo a crederci “i migliori del mondo” ed a guardare gli altri dall’alto in basso, ma stiamo attenti che non passerà molto tempo prima che ci sbatteranno di sotto dallo scalino in cui ci siamo arroccati.


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