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giovedì, aprile 10, 2008

ED ECCO IL MOSTRO 

Ad una giovane coppia indiana, cioè originaria e residente in India, è mata una bambina, alla quale è stato posto il nome di Lali, che ha la particolarità di avere due volti, perfettamente rifiniti, due bocche, due paia di occhi ognuno che guarda in posti diversi, due nasi, insomma due facce, che sono simili tra loro, ma hanno la particolarità di essere attaccate l’una con l’altra; non sappiamo ancora se esiste un solo cervello oppure due; per il resto dell’organismo sembra tutto perfettamente in regola: cuore, polmoni, intestino, ecc.

I genitori ed il resto del villaggio dove abita la neonata, hanno preso a venerare la piccola Lali in quanto in lei vedono la reincarnazione di Ganesh, divinità indù della buona sorte e della prosperità; nel piccolo paese, situato a circa cinquanta chilometri da Nuova Delhi, arriva gente da ogni parte dell’India ed anche dall’estero: un po’ per venerare la divinità ed un po’ per pura curiosità.

Vediamo alcuni commenti della stampa nostrana all’evento: ”In questi giorni è nata, in quel grande e misterioso e contraddittorio paese, una bambina con due faccine, un povero piccolo mostro che PURTROPPO, per il momento è sopravvissuto”: mi chiedo e vi chiedo, come si fa a chiamare “mostro” una tenera ed innocente creatura; come si fa a commentare con uno spietato “purtroppo” il fatto che sia ancora in vita?

La risposta è semplice e complessa al tempo stesso: noi ragioniamo da occidentali, da esseri superiori, per grado di civiltà e cultura e siamo convinti che il compito dell’”uomo bianco” sia ancora questo: insegnare agli altri il senso della vita, il rispetto della natura, il concetto di libertà, insomma aiutarli a diventare dei buoni occidentale, cioè degli esseri umani migliori di quello che loro sono adesso; tutto questo, ovviamente con l’ottica nostra e con la cultura che ci tiriamo dietro; quindi la bambina “ormai” è viva e tale deve rimanere, ma speriamo che ben presto tolga l’incomodo perché la sua mostruosità è un fatto da rimuovere..

Quindi, sentimenti di pena per la piccola ed invece rabbia e commiserazione per coloro che la stanno “usando” come una divinità: ecco, il nostro senso civile non ci permette di cogliere l’aspetto culturale e religioso della adorazione del “mostro”, noi che siamo abituati al grande senso estetico dei nostri “santi” e “beati”.

Già, perché vorrei sapere se non è altrettanto “mostruoso” il nostro adorare persone che hanno la particolarità di “perdere sangue dagli arti e dal costato”; oppure osannare coloro che si mostrano in deliquio mistico e chiedere loro aiuti miracolistici.

Ma è sempre lo stesso discorso: il nostro mondo valuta la cultura e la civiltà altrui dal grado di benessere che mostrano di avere e quindi tutti gli altri – escluso cioè il capitalistico mondo occidentale – sono dei sottosviluppati ai quali noi ci degniamo di insegnare le nostre “conquiste”, tipo l’inquinamento, la miseria, anche ed anzi soprattutto morale, dei nostri agglomerati urbani, insomma quello che noi siamo e che “speriamo”, da bravi missionari, che diventino anche loro.

Comunque, pensate se fosse successo da noi: come minimo, la bambina sarebbe invitata a quasi tutti i talk show per essere mostrata alla gente che, specchiandosi nel mostro, si sente ancora più bella e piacente, grazie alle varie cremine, trapianti e liposuzioni che ci possiamo permettere; e potrebbe essere impiegata in un gradevole spot pubblicitario nel quale si cita “un corpo a due facce” e su questo head–line si può costruire qualsiasi slogan.

E sono certo che qualche partito l’avrebbe anche candidata!!


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