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sabato, aprile 26, 2008

COME SE LA PASSA L’INTELLETTUALE DI SINISTRA ?? 

Bene, direte voi!! Ed io aggiungo: benissimo, forse meglio di prima!! Ma chi sono e che cosa rappresentano questi signori che hanno sempre vissuto all’ombra del “partito di sinistra” (prima il P.C.I. poi gli altri che si sono susseguiti). I capi clan sono indubbiamente Eco e Scalfari, e potrei aggiungere che sono anche “fuori corsa”, nel senso che sono troppo al di sopra delle normali contese per partecipare a qualsiasi agone politico/televisivo/giornalistico; loro si autonominano “numeri uno” e basta!
Quello che mi resta antipatico di questi signori è l’enorme supponenza che dimostrano di avere in ogni circostanza: loro hanno “la verità”, tutti gli altri, al massimo, possono accomodarsi nelle prime file ed imparare da loro.
Il primo che questa schiera di super-tecnici della politica ha attaccato è stato ovviamente Veltroni, con uno stile tutto italiano di scendere in corsa non appena ci si accorge che il cavallo sta perdendo: sono diventati tutti dei Commissari Tecnico ed alla stregua del vittorioso Lippi, dettano formazioni e strategie di gioco che loro avrebbero adottato durante la partita elettorale.
Uno dei massimo divi dei salotti – sia quelli veri che quelli televisivi – è sicuramente l’architetto superstar Massimiliano Fuksas che – invitato nella trasmissione Anno Zero di Michele Santoro (bono lui!!) – ha dato dell’ignorante a Berlusconi per avere attribuito a Cesare il famoso motto “Meglio primo in un villaggio che secondo a Roma”.
“Incredibile!! – ha tronfiato l’architetto – quel motto non è di Cesare ma di Cicerone e quel villaggio era Tuscolo”; noi gente comune, noi poveri di spirito, saremmo stati più cauti prima di sparare a zero in questo modo, per un morivo molto semplice che ora vi vado a spiegare.
Bisogna essere dei tronfi supponenti per pensare che uno come Berlusconi – non certo un intellettuale – non si sia preparato la frase in modo specifico prima di spararla e questo per due motivi: il primo è che il suo consulente letterario raramente sbaglia (bella forza ha il tempo, Internet ed i libri!!) ed il secondo, che una frase del genere, udita una sola volta, può trarre in inganno ed invece Fuksas non c’ha pensato un momento prima di sparare l’anatema.
Ma quando si va in televisione, le sparate vengono poi analizzate dai telespettatori che hanno a disposizione mezzi e strumenti per arrivare alla verità; insomma, l’audience non è formata solo dal volgo, ma anche dall’inclita: e la verità è che il motto in questione non è di Cicerone, ma di Plutarco che l’attribuisce per l’appunto a Cesare.
Comunque state tranquilli, perché l’architetto Fuksas non ha perduto il posto nei soliti salotti “radical chic”, nei quali si perdona tutto e il contrario di tutto, in virtù di un legame di appartenenza che è molto più stretto dei legami di sangue.
Ed è in questi salotti che si dividono le torte, che si stabiliscono le consulenze, insomma si spartisce il bottino; a questo proposito mi piace chiudere con una sentenza della Corte dei Conti che ha condannato un architetto in forza ad un Comune del Centro Italia, per “eccessiva superficialità nell’attribuzione di nove incarichi esterni per evadere le incombenze del suo ufficio”: in concreto ha affidato a tecnici esterni quello che gli addetti dell’ufficio potevano fare da soli; quante volte mi avete letto su questo argomento! La pena comminata all’architetto: rimborsare la bella cifra di 70.000 euro.
Questa, se non avesse le caratteristiche della saltuarietà, potrebbe essere una di quelle buone notizie che invano si invocano per il risanamento; comunque speriamo che continuino di questo passo, ma ci credo poco!!

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