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lunedì, marzo 24, 2008

QUANTE SORPRESE SOTTO PASQUA 

Si concludono oggi le Feste Pasquali e, dato il maltempo imperante in tutta Italia, è prevedibile che si concludano nel canto di un camino, tra amici che chiacchierano del più e del meno: è quello che intenderei fare io con i miei amici che poi sareste voi, lettori del mio blog.

Ed allora comincerò io, sorprendendomi di una cosa che non mi aspettavo: la guerra in Iraq non è guerra di poveri, ma guerra di “bianchi-ricchi”: infatti, tra i 4000 soldati americani rimasti uccisi su quel teatro, il 75,2% è di razza bianca e soltanto il 10,5% appartiene a quell’etnia che per i media americani è la cosiddetta “carne da macello” e cioè la razza ispanica.

Questo abbaglio che per noi – io in particolare – osservatori da lontano di quello che succede laggiù, è una sorta di “perseverare nell’errore”, ricalca quanto da tutti sostenuto e poi smentito dai fatti, in occasione della guerra del Vietnam, guerra che ancora oggi molti media continuano a considerare l’ecatombe dei neri d’America, mentre nella realtà i dati che ci pervennero dal Pentagono sono di segno opposto: l’85,6% dei 58.190 caduti è bianco e solo il 12,4% è afro-americano.

Queste sono le fissazioni che ci mettiamo in testa e che, anno dopo anno, diventano una sorta di “verità” partorita soltanto dalle nostre convinzioni.

Un’altra cosa che mi ha sorpreso tantissimo – e qui cambiamo completamente discorso – è il rapporto tra pensionati e lavoratori che risulta da uno studio, purtroppo fermo al 2005, promosso dalla Cgia – Associazione Artigianato e Piccole Imprese di Mestre; questa rilevazione estrapola il numero di pensionati in rapporto agli occupati e, al primo posto risulta Benevento con 102,5 pensionati su 100 lavoratori e all’ultimo Bolzano con un invidiabile 50,6 sempre su 100 lavoratori..

Ma la sorpresa deve ancora arrivare: al terzo, quarto, quinto e sesto posto abbiamo quattro città che non possiamo certo considerare sudiste – Terni con un pareggio sul dato di 100 pensionati contro altrettanti lavoratori, Biella con un 98,5, Ferrara con 97,6 e Vercelli con 96,9 – a dimostrazione che il disastro del welfare in Italia non può essere etichettato come sfascio soltanto del profondo sud.

Ma questi dati ci consentono almeno di sfatare il luogo comuni che al sud nessuno lavora e si campa con l’assistenzialismo, mentre al nord sono tutti bravi lavoratori che stanno al pezzo fino ad oltre l’età della pensione; i bravi e onesti lavoratori ci sono in tutta Italia e non solo in una parte di questa.

Ed un altro luogo comune esce sfatato da questi dati: nel dualismo Roma – Milano, la seconda ha sempre sostenuto di essere quella che mantiene i pochi lavoratori della prima e che è – da sempre – il vero motore dell’Italia: ebbene, mentre la capitale è addirittura a poche unità dalla “virtuosa” Bolzano, con un range di soli 56,1 pensionati ogni 100 occupati, Milano è molto distante da questa invidiabile situazione di classifica, essendo 85° in graduatoria con quasi 70 pensionati su 100.

Sotto il profilo prettamente regionalistico, peraltro, la Lombardia può vantare dei dati economici direi notevoli: tra i contributi versati nelle casse dello Stato e le pensioni erogate ai propri concittadini, c’è un divario - passivo per i lombardi - di quasi 36 milioni di euro (anche questo dato è riferito al 2005) che è la differenza tra quanto versato all’INPS e quanto è tornato indietro bardi in termini di rendite previdenziali.

Prima che il fuoco si spenga, qualcuno metta un po’ di legna e ci racconti lui qualcosa di interessante!!


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