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sabato, febbraio 16, 2008

UNA "MORTE BIANCA" PARTICOLARE 

Mentre i nostri eroici politici affilano le armi in vista delle prossime elezioni, le famose “morti bianche” (ma perché le chiamano così, la morte è sempre morte!!) si arricchiscono di una nuova varietà: un evento senza un “padrone” da accusare, in quanto il padrone è, surrettiziamente, lo stesso morto.

Andiamo con ordine e guardiamo i fatti: in un edificio in cui è in corso una ristrutturazione, sembra che questa operazione sia stata affidata ad un unico operaio, un pensionato italiano di 67 anni, una di quelle persone che riescono ad arrangiarsi in mille lavori e che è stato appunto ingaggiato dal padrone dell’appartamento per sistemare varie cose.

Tutti gli avranno detto che “gli faceva bene” rimanere attivo anche dopo la pensione, ma io ci credo poco: sono invece convinto che l’uomo – il quale per andare a lavorare si faceva un ora di treno all’andata ed altrettanto al ritorno – si dava da fare per raggranellare qualche soldo che gli integrasse la pensione, probabilmente non splendida, e gli consentisse così di arrivare alla fine del mese lui ed i suoi familiari, con meno preoccupazioni.

E così si è trovato questo lavoretto, dove da solo sistemava un appartamento ingegnandosi a fare le cose che occorreva fare: probabilmente l’uomo, dopo avere consumato il pranzo (portato da casa) all’interno dei locali, è uscito di casa (per prendere un caffè??) e si è dimenticato di portarsi dietro la chiave d’ingresso, di modo che quando è rientrato si è trovato la porta sbarrata.

Avrebbe potuto tornarsene a casa e telefonare al padrone dell’appartamento che per quel giorno i lavori erano sospesi e se ne sarebbe riparlato il giorno seguente, quando cioè il pensionato fosse entrato in possesso di una nuova chiave; perché non l’ha fatto? A mio giudizio per due motivi: il primo è che sarebbe passato da rincoglionito (come se scordarsi la chiave di casa fosse un delitto!!) e, forse più importante, perché avrebbe perduto la mezza giornata di lavoro.

Ha provato quindi a rientrare nell’appartamento cercando di passare da una finestra dopo essere salito sul ballatoio, ma la finestra era chiusa e, nel cercare di fare marcia indietro il povero pensionato si è sfracellato al suolo da un’altezza di una quindicina di metri.

Poiché non abbiamo l’odiato “padrone” da accusare per le scarse misure di sicurezza, dobbiamo prendercela comunque con qualcuno e questo qualcuno può essere identificato in colui che “costringe” un uomo di 67 anni, che probabilmente è reduce da una vita piena di fatiche e di sacrifici, a mettersi ancora in gioco per raggranellare qualche soldo da portare a casa; ma questo qualcuno chi è? Questo è facile e difficile al tempo stesso individuare, ma lascio a voi l’identificazione.

Io intanto mi sposto su un evento non meno drammatico: i consiglieri di un comune toscano avevano deciso di ridursi i gettoni di presenza, ma il TAR, evidentemente allertato da qualcuno di loro, ha dichiarato illegittima la delibera ed ha ridato ai “poveri consiglieri” tutti gli arretrati, con un calcolo matematico degno di miglior causa.

Come possiamo fare a disfarsi di questa “casta”, se basta uno di loro per mandare a rotoli una delibera che aveva lo scopo di ridurre le spese? Forse il nuovo governo potrebbe emanare una norma che tutti gli eletti, nazionali e locali, dovranno dedicare una giornata al mese ad un “lavoro di fatica”, del tipo di quello del povero pensionato. Altrimenti, per liberarsene, ci rimarrà solo il mitra e non vorrei esagerare!!


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