domenica, febbraio 24, 2008
UN ALTRO ARGOMENTO TABU'
Dopo quello riguardante il modo di ripristinare il potere d’acquisto di salari e pensioni, un altro argomento è scomparso dalle agende dei politici (tutti!!) impegnati nella campagna elettorale: sto parlando di come affrontare il problema della “casta” e dei tanti, troppi privilegi che i politici hanno, rispetto agli altri comuni mortali; volete l’ultimo? Un “portaborse”, colui cioè che riceve uno stipendio di oltre 2.500 euro al mese per aiutare il parlamentare, mangia alla mensa di Camera e Senato con la stratosferica somma di due euro.
Capisco che il problema non è di poco conto, capisco anche che si va ad incidere su privilegi che – pur odiosi quanto si vuole – ormai hanno assunto la fisionomia della normalità ed anche, forse soprattutto, si va a togliere ad amici e sodali e quindi un po’ d’imbarazzo deve essere messo nel conto; ma senza affrontare questo problema e quello più generale della diminuzione delle spese per la macchina dello stato, non si esce dalla spirale che vede i privilegiati sempre più avvantaggiati e i disgraziati sempre più alla disperazione.
Con questo voglio dire che per mettere mano ad una qualsiasi forma di ridistribuzione delle risorse, bisogna prima di tutto trovarle e – escluso categoricamente qualsiasi ricorso a nuove tassazioni – bisogna risparmiare su quello che è l’attuale bilancio dello Stato.
A questo proposito, mi sembra utile riportare la definizione che il fidato “Devoto – Oli” fornisce della parola risparmiare: “limitare l’uso ed il consumo di qualcosa”; ecco, fermo restando l’introito per tasse, imposte eccetera, bisogna limitare alcuni comparti della spesa pubblica al fine di poter distribuire le risorse così accumulate, con maggiore oculatezza e con più finalità sociale.
Quindi, oltre al ridimensionamento della “casta”, ci sarebbe da limitare l’uso di varie cose: così sui due piedi mi viene in mente quello delle auto blu, l’abuso degli aerei di stato ed altre sciocchezzuole del genere; ce ne sarebbero tante altre di situazioni che abbisognano di un bel paio di forbici, anzi direi che non esiste comparto statale che non potrebbe essere rivisitato sotto il profilo della spesa, solo che se ne abbia la volontà politica e le “mani libere” da impedenze di apparentamenti e legami partitici.
Sempre a titolo puramente esemplificativo, mi chiedo se non sia il caso di mettere mano ai privilegi (mostruosi!!) che sono stati concessi a suo tempo – per ragioni storiche o altro – a Province e Regioni a statuto speciale, con gli uscieri delle varie amministrazioni che guadagnano più del Prefetto e con disponibilità finanziarie pressoché illimitate per organizzare tutto quello che passa per la mente di assessori e consiglieri, purché sia a beneficio di amici, parenti o iscritti al partito di riferimento.
Di tutta questa roba, vorrei che uno dei due candidati (meglio se tutti e due) si impegnasse a mettere mano ad una riforma complessiva il cui ricavato (cioè il risparmio) venga poi utilizzato per una redistribuzione sociale al fine di ricondurre salari e pensioni a livelli accettabili: è di oggi la notizie che dal 2002 al 2007 le famiglie italiane hanno subito una stangata di 7.635 euro per i rincari di beni (in testa a tutti gli alimentari), di servizi e di tariffe.
Ed invece dobbiamo registrare che dei due contendenti, uno “promette” un punto di IRPEF per tre anni a partire dal 2009 e a condizione che ci sia contemporaneità di aumento nel Pil, mentre l’altro parla solo di abolire l’ICI: non è poco, ma e il resto??!!