domenica, febbraio 17, 2008
RIECCOMI A PARLARE DI GIUSTIZIA
Veltroni, D’Alema, Berlusconi, Fini, Casini…..ecc.ecc., tutti sperticati a parlare di “sogni”, come quello che verrà abbassato un punto di IRPEF all’anno ai lavoratori dipendenti (questo però se c’è una contestuale crescita del PIL)!!; insomma è aria fritta, come è sempre stato in questo paese, è il vano soliloquio per acchiappacitrulli; eppure argomenti da affrontare di petto e a zero costo, ce ne sarebbero, come per esempio quello accaduto ad Agrigento: come al solito partiamo dal fatto.
Un signore (anzi, un “bastardo”) di quella città, accusato e giudicato reo di avere stuprato tre sorelline, è stato condannato a sei anni e quattro mesi di carcere e, dopo poco meno di un anno, è stato rimesso in libertà per “scadenza dei termini di custodia cautelare”, con l’unico vincolo della firma quotidiana alla caserma dei carabinieri.
Così giovedì scorso il “bastardo”, 45 anni, di professione pizzaiolo, naturalmente tra uno stupro e l’altro si è diligentemente presentato dai carabinieri in compagnia di una bambina di 4 anni, sua lontana parente (la madre non sapeva niente della condanna!!); dopo avere correttamente adempiuto al proprio dovere, ha fatto salire la bimba sulla propria auto e l’ha portata in un luogo isolato dove ha compiuto uno stupro bestiale; poi, come se niente fosse l’ha ricondotta a casa e se ne è andato a lavorare: è stata la bambina, disperata e sotto choc, a raccontare alla madre quanto accaduto.
Poi la corsa all’ospedale, dove la vittima è ancora ricoverata, con i medici, attoniti, che hanno confermato la bestiale violenza, rimanendo esterrefatti da tanta brutalità; denunciato, nuovamente arrestato e condotto in caserma, qui merita raccontare un piccolo episodio: è dovuto intervenire lo stesso comandante provinciale dell’Arma per riportare la calma tra gli stessi carabinieri che inveivano contro il “bastardo” e forse minacciavano di fare giustizia loro stessi.
Al di là delle solite frasi di circostanza, sono questi i casi nei quali la politica dovrebbe dire la sua, in modo chiaro e netto: diamo per scontato che le autorità penitenziali abbiano agito nel rispetto della legge; siamo pure stra-convinti che il giudice di sorveglianza abbia tutte le carte a posto, ma è proprio per questo motivo che la politica – quella con la “p” maiuscola – dovrebbe prendere una sua precisa posizione, specie dopo che un gruppetto di carabinieri, persone aduse a mettere in galera delinquenti di tutte le risme, cerca di “mettere a posto” da soli il “bastardo”.
Le domande che ci possiamo fare sono: vista la particolare abiezione del reato commesso alcuni anni addietro dal “bastardo” a danno di tre sorelline, vi sembra sufficiente la pena di 6 anni e quattro mesi? E la concessione della libertà provvisoria dopo un solo anno di reclusione per ritardi nel secondo grado di giudizio (di chi la colpa!!)? La politica, quindi, dovrebbe intervenire per aumentare (direi triplicare) la condanna per questi reati e non concedere “mai e poi mai” la libertà vigilata, a prescindere dal comportamento del “bastardo” in galera (cioè anche se è un modello di detenuto) quando siamo in presenza di reati del genere.
Avrete sentito nominare un certo Coppola, in carcere senza processo, accusato di reati contro il patrimonio, che nonostante le precarie condizioni di salute, non riesce ad usufruire della libertà vigilata: nei panni del suo avvocato lo consiglierei di confessare di avere stuprato un paio di bambine: sicuramente avrebbe più speranze di uscire!!
Ai signori che ho citato all’inizio del post, consiglio vivamente di dare voce alle voci della gente e assumere posizioni nette e precise sullo sconcio della giustizia che continua a imperversare; poi, comunque, dal dire al fare…..!!