sabato, febbraio 02, 2008
MA QUANTE SCIOCCHEZZE !!
Lasciamo in pace il Presidente Marini, intento a cercare di mettere d’accordo tutto il nostro Parlamento (o almeno una gran parte) su una nuova Legge elettorale da fare ingoiare al Cavaliere e quindi rimandare l’apertura delle urne di quattro o cinque mesi.
Se avete notato, in molti quotidiani la notizia dell’esplorazione di Marini è scomparsa dalla prima pagina: è stata soppiantata dai quasi 45 miliardi offerti da Bill Gates per comprare Yahoo, concorrente del più celebre Google; notizia da leccarsi i baffi, specie per chi ha nel suo portafoglio qualcuno di questi titoli che sono tutti schizzati in alto.
Se ci teniamo un po’ più bassi, incontriamo sui nostri passi alcuni personaggi importanti (anche ministri) che si ricordano che, pochi attimi prima di entrare in crisi, il Governo aveva in piedi una trattativa con i sindacati per una sorta di ridistribuzione delle risorse nei confronti di lavoratori e pensionati; ovviamente è tutto fermo e nessuno ha interesse a mettere in moto una trattativa in queste condizioni; nella migliore delle ipotesi se ne riparlerà quando un nuovo Governo avrà preso il posto di quello sfiduciato, cioè tra diversi mesi.
Ed è così che l’ex Ministro del Lavoro se ne esce con l’affermazione “con la crisi ci rimettono i più deboli” (quando mai ci hanno rimesso i più forti ed i più tutelati??) oppure “questo doveva essere l’anno della svolta” che mi assomiglia tanto ad una facile affermazione che non può essere sottoposta ad alcuna replica; potremmo solo rispondergli: perché aspettare proprio quest’anno? Forse perché prima non c’erano le risorse? Ma un politico (e di sinistra come lui) dovrebbe sapere che le risorse sono sempre una variabile fissa, alla quale si deve contrapporre la variabile indipendente che è la scelta su come distribuire queste risorse (poche o tante che siano),
Ci sono poi alcune “ricette”, proposte anche da persone di indubbia intelligenza, che mi lasciano perplesso, come quella di Amato che, per far fronte alla perdita di valore dei salari, propone che i lavoratori mettano le mani sui profitti in forma diversa dal salario, partecipino cioè alla spartizione degli utili d’impresa.
E qui mi corre l’obbligo di fare alcuni commenti: il primo è che da uno come il “dottor sottile” non mi sarei aspettato una tale sciocchezza, ma forse dipende dal fatto che il bravo Amato non ha mai lavorato (inteso nel senso comune del termine) e neppure ha mai avuto un’impresa dalla quale ricavare gli utili; è sempre stato alla greppia di qualche formazione politica e in tal guisa ha condotto la bella vita.
Secondo commento: se il lavoratore deve partecipare agli utili dell’azienda per la quale presta la propria opera, dovrebbe anche partecipare alle decisioni che determinano tale andamento di bilancio, altrimenti mi sembra che manchi un anello della catena.
Terzo commento: e se l’azienda chiude il proprio bilancio in perdita cosa succede? Il datore di lavori ritira una parte degli emolumenti percepiti da ciascun lavoratore e con questi ripiana la perdita?
Quarto e ultimo commento: l’ex Ministro dell’Interno si è reso conto, quando ha parlato di partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda, che questa proposta assomiglia moltissimo alla “socializzazione” di stampo mussoliniano, sia pure modernizzata ed adeguata ai tempi? E sa – ma questa è una domanda pleonastica, perché sono certo che Amato lo sa – che tale impostazione sociale è stata da sempre vista come il fumo agli occhi sia dalla sinistra (i sindacati diventerebbero inutili) e sia dalla destra (il liberal capitalismo non avrebbe più le mani completamente libere)?
Comunque, se si parla tanto per fare qualcosa, va bene anche questo!!