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mercoledì, gennaio 02, 2008

OSSERVAZIONI DAL LETTO DI DOLORE 

Il titolo è bello ma pretenzioso, il contenuto magari sarà un po’ meno di entrambi e dovrebbe contenere – se ci riesco – le mie osservazioni circa quello che ci viene proposto da giornali e TV, ma adesso con l’aggravante di pervenire ad una persona che si sente male e che quindi – almeno nel mio caso – è arrabbiata nera per questa circostanza.

Torno appena un poco sul tradizionale discorso di Napolitano per l’ultimo dell’anno e, in particolare, sul richiamo al governo di fare qualcosa per i lavoratori “molti italiani non ce la fanno più” ha detto il Presidente.

Prima osservazione: chi glielo ha detto che molti italiani non ce la fanno più con il proprio stipendio? Non certo i funzionari del suo staff che con le proprie prebende potrebbero campare tre o quattro famiglie (anche numerose) e neppure le persone che Lei conosce al di fuori del suo entourage in quanto sono certo che nessuno di loro è nelle condizioni che lei riferisce; no, caro Presidente, diciamolo chiaro, Lei e la Sua gentile consorte, non conoscete nessuna delle persone indicate nella sua allocuzione che, invece, si trovavano alla mensa popolare per fine anno organizzata dalle associazioni di volontariato milanesi a beneficio degli “invisibili” (tra cui, come dicevo ieri, oltre ai barboni ci sono anche i pensionati che non arrivano alla fine del mese).

A proposito di Milano, è interessante l’ultimo provvedimento preso dal Sindaco Moratti per combattere l’inquinamento all’interno della città: chi vuole entrare nel centro storico dovrà pagare una specie di tassa (il nome esatto è “Ecopass”) in relazione all’auto posseduta; questi pass vanno da un minimo di 2 ad un massimo di 10 euro e quindi, come al solito, il problema ambientale si butta in soldi; mi spiego meglio: se quelle auto indicate nel provvedimento sono deleterie per la salute dei cittadini milanesi, se ne impedisce l’ingresso e non si subordina al pagamento di una tassa d’ingresso che per qualcuno non ha rilevanza economica e quindi non disincentiva, mentre per i soliti “poveri” è rilevante e infatti saranno gli unici a pagare il fio (economico e fisico).

Tra le cose che mi sono gustato il primo dell’anno, ci sono i due grandi concerti, quello al Teatro la Fenice di Venezia e quello di Vienna; belli entrambi, sia sotto il profilo della realizzazione che dei contenuti musicali, ma quello che, per tradizione e per importanza artistica supera ogni altro avvenimento è l’appuntamento dalla Sala Dorata della Società degli Amici della Musica di Vienna, con l’orchestra dei “Wiener” (numero uno al mondo) e con la bacchetta di George Pretre (tra i primi cinque).

Questo evento, che non ho mai perso da vent’anni a questa parte (solo in TV, per chi non lo avesse capito) è uno dei miti che mi ero da sempre proposto di raggiungere (senza riuscirci, al momento); dalle immagini che ci ha fatto vedere la televisione austriaca, detentrice dei diritti per la “mondovisione”, la bella gente di una volta non mi sembra che ci sia più, ci sono molti di quelli con il denaro fresco – come dice un mio amico – gente cioè che ha da poco raggiunto l’agiatezza e che fa di tutto per sfoggiare e mostrare a tutti questa situazione di benessere; e qual è adesso lo “status symbol” di moda: ma il telefonino che fa le foto e le riprese cinematografiche.

Ecco, queste foto hanno primeggiato sulle riprese televisive, dove si vede la signora della penultima fila che si alza per inquadrare il maestro che dirige e l’altra che cerca di riprendere i ballerini che danzano in sala e molte altre ancora.

Dio mio, e questo sarebbe il progresso?? Ci credete se vi dico che mi è andata via la voglia di andare a Vienna il prossimo Capodanno? Mi è stato cancellato un mito!!


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