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giovedì, dicembre 06, 2007

QUANDO C'ERA LUI ! 

Il “lui” di cui si parla nel titolo non è quello che potete aver pensato, indotti dalla comune e scontata fraseologia; il suo vero nome lo scoprirete soltanto al termine di questo post.

Ed allora cominciamo a vedere a cosa dovrebbe servire questo “lui”: l’attuale situazione politica è particolarmente agitata, ma fa rilevare soprattutto delle stranissime uscite che imbarazzano chi le legge; gli unici a non essere imbarazzati ed a non chiederne conto, sono i giornalisti che poi le scrivono o le annunciano in TV.

“Il centrosinistra ha fallito, il Governo è morente”: queste parole non sono uscite dalla bocca di un berlusconiano durante una discussione al Bar, ma le ha pronunciate il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che poi ha aggiunto, rispondendo ad una precisa domanda su come valutasse il Presidente del Consiglio Prodi: “prendo a prestito una battuta che Ennio Flajano ebbe a dire in occasione dell’agonia del poeta Cardarelli a chi gli chiedeva un commento sullo scrittore: è il più grande poeta morente!”.

Anzitutto dobbiamo ricordare al “pvoletavio” – come lo chiamano molti suoi “compagni” – che è lì perché c’è questo governo che ce l’ha messo, altrimenti sarebbe a fare il semplice deputato; non che farebbe la fame, non che dovrebbe rimettersi l’eskimo, ma insomma, forse gli c’entrerebbero qualche golfino di cashmire in meno.

Ma quello che è assi più inquietante e il tipo di polemica che è sorta a latere dell’infelice uscita: Veltroni ad esempio ha affermato che queste dichiarazioni nuocciono “alla realizzazione delle riforme”; ma che c’azzecca, questi sono giudizi di carattere generale, mentre al Sindaco di Roma sembrano interessare soltanto le riforme, in testa a tutte, quella elettorale e del Governo…chi se ne frega..

La replica di Palazzo Chigi è stata affidata al sottosegretario Micheli – prodiano della prima ora – che afferma “Bertinotti non ha senso istituzionale”; allora dico io - levatelo, ce lo avete messo voi!! A questa uscita hanno replicato, ovviamente, gli amici di Fausto che in una furibonda dichiarazione pretendono che “il premier chieda scusa”.

Insomma è tutto uno starnazzare di gallinacci che guardano soltanto al proprio becchime, mentre la gente non arriva alla fine del mese (gli aumenti a cavallo della fine d’anno sono drammatici); ma ricordiamoci tutti che il politico dice e agisce in funzione esclusivamente della propria rielezione; se questo modo di agire cozza con l’interesse del Paese, chi se ne frega.

Ed eccoci arrivati al “lui” del titolo: alludo esplicitamente a Palmiro Togliatti “il Migliore” come lo chiamavano i compagni, che durante il primo governo dell’Italia liberata, dovette sorbire tanti bocconi amari, il primo e più importante forse fu l’inclusione dei Patti Lateranensi nella Costituzione, ma cercò sempre di agire per il bene della Nazione, usando il motto caro ai veri statisti: “la politica è la scienza del possibile”.

In quel tempo il Paese aveva bisogno di unità e lui fece di tutto per dargliela, per non mostrare crepe all’interno della compagine governativa; adesso sono tutti contro tutti – non solo la maggioranza, ma anche l’opposizione – ognuno alla ricerca della propria “visibilità”, quella cosa che gli consentirà di ammaliare gli elettori.

Mi si dirà, erano altri tempi, e debbo dare ragione, ma adesso c’è un elemento in più che prima non c’era: l’approccio televisivo, quel magico totem che tutti gli uomini adorano e che determina fortune e miserie di politici e gente di spettacolo; quello purtroppo adesso c’è e ne paghiamo le conseguenze.


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