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giovedì, dicembre 20, 2007

NATALE MAGRO? CI FARA' BENE !! 

Tutti i mezzi di comunicazione di massa sparano lo stesso slogan: questo Natale la gente spenderà meno soldi per questo, questo e questo, mettendo cioè tutta una serie di rincari o di situazioni che penalizzano il cittadino comune al quale viene presentato un futuro di “cinghia tirata”.

A parte che da un decennio a questa parte – ma forse anche prima – questi titoli giornalistici mi sembrano sempre gli stessi, vorrei far notare che, come ho già avuto modo di dire in passato, il ceto medio si sta squagliando e scivola verso il basso, mentre il ceto ricco è sempre più ricco, alla faccia dei rincari di gas, elettricità, benzina, autostrade,generi alimentari, ecc.

A questo proposito, avendo io la fortuna di abitare in una città dove si sprecano i negozi di lusso, voglio riferirvi alcuni pareri circa l’andamento dello shopping natalizio: si comincia con il mangiare e si hanno due dichiarazioni in chiave con quanto detto: una bottega di enogastronomia dice che “si spende sempre meno; se l’anno scorso una famiglia aveva speso 100 quest’anno spende 80”, proseguendo con il pesce “i clienti comprano il minimo indispensabile e si limitano a prodotti scontati: branzini, seppie e orate”.

Nel negozio Hogan, in Via Tornabuoni, le campane suonano un’altra musica: “da noi le vendite vanno molto bene, sono addirittura aumentate rispetto al Natale scorso; i clienti sono in massima parte italiani, hanno le idee chiare, entrano e acquistano il capo che interessa senza badare al prezzo”; analogo parere ci perviene dal negozio Hermes: “stiamo lavorando bene; gli articoli regalo, foulard e cravatte in prima, stanno andando benissimo; la clientela: quasi tutti italiani”; ed anche l’oreficeria sorride:”finalmente la situazione si è sbloccata e l’ingranaggio è partito; pochi stranieri e tanti clienti italiani che puntano sull’oggetto bello”.

Come si vede, la situazione ricalca quello che ho postulato in precedenza e cioè, i poveri sempre più poveri, ai quali si aggiungono gli ex benestanti e i ricchi sempre più ricchi, dai quali sono stati espulsi gli ex benestanti.

Ma allora perché dico nel titolo che questo “tirare la cinghia” ci farà bene? Perché l’umanità sta cavalcando una situazione di spietata competizione planetaria (la cosiddetta globalizzazione) che obbliga gli Stati ad investire sempre di più, chiedendo sacrifici sempre più pesanti alle loro genti, sia in termine di aumento di lavoro che di riduzione dei salari (direttamente o attraverso un’inflazione mascherata).

Ma al termine di questa folle corsa cosa ci aspetta? Forse la felicità, sempre promessa e mai raggiunta? Macché, nessuna felicità, penso invece che ci aspetti una situazione di catastrofe, energetica o ecologica o finanziaria che può portarci alla distruzione, quindi un po’ di cinghia tirata non ci potrà fare che bene, se non altro ci allenerà per un futuro che non possiamo immaginare roseo e ci costringerà – forse, almeno lo spero – a riflettere sul modello paranoico che qualcuno ha messo in piedi e che noi stiamo vivendo e subendo passivamente.

E seppure continuo ad invitarVi a meditare, gente, non credo che sia più sufficiente questa forma di attenzione: abbiamo capito dove sta il marcio oppure no? E se l’abbiamo capito cosa aspettiamo ad intervenire chirurgicamente e ad espellerlo dal nostro corpo?


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