<$BlogRSDUrl$>

martedì, dicembre 11, 2007

LO SCIOPERO DEI CAMIONISTI 

In Italia si tende a ingigantire ed a drammatizzare tutto ed è così che a fronte dello sciopero (o “fermo” come qualcuno lo chiama) degli autotrasportatori si comincia a disegnare una situazione da apocalisse, con mancanza di generi di prima necessità, chiusura dei distributori di benzina che non saprebbero cosa distribuire dato che non vengono approvvigionati della loro merce ed altre situazioni tremende, con in mezzo gli immancabili ospedali: sinceramente, al momento in cui scrivo (pomeriggio di martedì 11 dicembre), dopo essere stato tutta la mattina e una parte del pomeriggio in macchina, non ho avvertito niente di catastrofico e non mi sono imbattuto in una delle situazioni descritte.

Questo sciopero - a mio modesto parere – ha qualcosa di diverso rispetto alle altre volte: anzitutto le motivazioni che hanno portato a questa manifestazione così violenta non appaiono sempre puntualmente sui vari giornali, in quanto uno dice una cosa e l’altro ne dice un’altra; sembra che ci sia qualcosa che non fa dire l’assoluta, totale verità sulle ragioni dell’agitazione.

È chiaro che l’aumento del gasolio è un grave motivo, ma sono certo che il governo troverebbe qualcosa per alleviare le sofferenze dei cosiddetti “padroncini”; quello invece che cozza contro un muro che sembra non crollare è una nuova rivendicazione e cioè la richiesta dell’introduzione della “tariffa minima”.

Cosa significa? Significa che nessuno può utilizzare un mezzo di trasporto pagando una tariffa al di sotto di quella stabilita tra le parti sociali dei camionisti ed il ministro dei trasporti; e gli imprenditori, mi si chiederà, coloro cioè che utilizzano il TIR o comunque l’autotrasporto? A quanto ne so, rifiutano addirittura di sedersi ad un tavolo nel quale si affronti questo argomento; ma perché, qual è la ragione di tale intransigenza dei “padroni” e dell’altrettanta forte presa di posizione dei “padroncini”?

Sembra – uso il dubitativo perché è una notizia che nessuna fonte di stampa riporta e che ho attinto direttamente alla fonte, cioè dai “padroncini” – sembra, dicevo, che molte aziende, anche non grandissime, abbiano cominciato ad utilizzare TIR di provenienza straniera (sia extra comunitari che dell’Europa dell’est) i quali vengono nel nostro Paese e fanno trasporti a prezzi molto inferiori ai nostri; alcuni imprenditori sembra che abbiano addirittura fondato delle cooperative di trasporto in Romania e Bulgaria, finanziate da loro e quindi fuori norma, alle quali viene poi affidato una buona parte del lavoro delle nostre aziende in Italia.

Perché queste situazioni comportano un minor costo nei confronti dell’utilizzatore finale? Molto semplice, perché – alla stregua dei compatrioti che lavorano in altri campi – il costo della mano d’opera è una variabile assai indipendente ed estremamente inferiore a quella che si pratica da noi: insomma, siamo in presenza di una nuova puntata della telenovela già vista e da me già narrata, sulle nuove forme di schiavitù che la globalizzazione e l’esasperata caccia al profitto ci ha portato.

Capisco che il governo non può niente contro questi “negrieri”, ma almeno cerchi di capire i nostri compatrioti che si fanno un mazzo a guidare per decine di ore senza poter neppure riposare; capisco che la benevolenza di Montezemolo in qualche modo va ripagata, ma non si creda di essere dalla parte della ragione, perché così non è; ed anzi, voglio aggiungere che questa impotenza dell’esecutivo nei confronti del mondo del capitale, mi lascia confuso e perplesso, soprattutto per i vari Ferrero, Bertinotti, Giordano, Rizzo e compagnia cantando (magari “Bandiera rossa”!!).


This page is powered by Blogger. Isn't yours?