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lunedì, dicembre 31, 2007

I SETTE PUNTI DI DINI 

Chiudere l’anno parlando dei sette punti di Dini sembra un assurdo, ma vi assicuro che è l’unica notizia di un certo rilievo che fa capolino sulla stampa; dunque, il prode Lamberto ha lanciato il guanto di sfida a Prodi con la frase: “o accetti questi sette punti oppure io ti voto contro”; vediamoli allora questi benedetti sette punti:

1) decisa riduzione della spesa pubblica a partire dall’uscita del 5% dei lavoratori pubblici e ritocchi di stipendio solo per merito.

Dunque, come si faccia a “fare uscire” il 5% dei dipendenti pubblici nessuno lo spiega e meno ancora si chiariscono le modalità con cui si danno aumenti solo per merito: chi stabilisce quale impiegato ha “merito” e chi no? A questo proposito ricordo che anni addietro venne tentato una sorta di meritocrazia nella quale lo stipendio veniva diviso in due, l’85% andava a tutti, mentre il 15% veniva corrisposto solo a chi aveva un determinato risultato – per l’esattezza, il risultato era “ottimo – ebbene, dopo il primo semestre di assestamento, tutti, dico tutti i dipendenti avevano quel risultato, assegnato ovviamente dai loro superiori.

2) Ridimensionamento di chi vive di politica; abolizione immediata delle province e revisione costituzionale. La genericità di questo punto è sconcertante: ridimensionare chi vive di politica cosa significa, togliergli il 5% o il 50%? E l’abolizione delle Province non è cosa da poco, perché necessità di una legge costituzionale e quindi ci va almeno un annetto e poi dove si mettono quelli che ci campavano, politici e impiegati, dirigenti e segretarie?

3) Riduzione del carico fiscale utilizzando l’intero risultato della lotta all’evasione e gli altri risparmi di spesa; encomiabile, ma ci trovo una pecca mica da poco: sia i risparmi di spesa che gli introiti derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, sono poste di bilancio che non possono essere determinate né come quantità e neppure come durata nel tempo; e invece le tasse, una volta abbassate non possono mica essere rialzate l’anno dopo!!

4) Revisione dei programmi fino al 2013, concentrando le risorse per il Meridione su strade, ferrovie ed aeroporti; anche questo giusto ma di una genericità degna di miglior causa: forse all’interno di quelle sovrastrutture c’è qualche amico da favorire?

5) Instaurazione di un sistema nazionale per valutare i risultati scolastici, legando gli stipendi degli insegnanti al profitto degli studenti; generico e farraginoso! Pensiamo solo che se gli insegnanti devono guadagnare in relazione al profitto degli alunni, vorrei sapere chi giudica questo parametro??

6) Riduzione da 43 a 15 giorni della sospensione feriale dei termini processuali, per snellire la giustizia; tutto quello che viene proposto per snellire l’iter giudiziario è bene accetto, ma questa mi sembra poca cosa.

Torniamo alla motivazione politica che ha mosso il Dini a fare questa passo: credo che – conscio di non prospettare niente di rivoluzionario e neppure niente che risolva i problemi dell’Italia – l’ex Presidente del Consiglio sembra ergersi a paladino di una borghesia tartassata dalle tasse; credo comunque che non otterrà niente di quanto ha chiesto, anche se a parole diranno il contrario, e così il battagliero Lamberto potrà dire di avere combattuto fino a quando era possibile: nessuno gli ha chiesto di immolarsi e quindi ad un certo punto si è fermato.

Comunque, amici carissimi, un fervido augurio per uno splendido 2008: ce lo meriteremmo, ma ho paura che non ci toccherà!!


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