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domenica, dicembre 23, 2007

GUARDIAMOCI INTORNO 

Senza voler fare assurdi e spiacevoli paragoni, ma se guardiamo il modo come sono amministrati i nostri vicini europei, ci prende un po’ di scoramento: i cugini francesi hanno Sarkozy che – passione per le donne a parte – è uno statista di prestigio e di polso; gli inglesi, dopo avere avuto un inossidabile Blair si ritrovano con un “solido” Brown che sta facendo bellamente il proprio dovere; i russi si ritrovano Putin che – possiamo dire tutto quello che si vuole circa la propria moralità politica – ma è indubbiamente un leader rispettato da tutti, anche dagli americani; la Spagna ha quello Zapatero che in pochi anni gli ha consentito di superarci bellamente e, quanto ad autorevolezza, non ha niente da invidiare agli altri.

E noi? A parte le figure dei leader o presunti tali (Prodi, Berlusconi, Veltroni), la cui autorevolezza non è neppure da mettere in relazione con le personalità che ho sopra citato, noi abbiamo anche un clima politico ammorbato da vapori meficiti degni del basso Medio Evo; è appena il casi di accennare all’ultimo scandalo delle intercettazioni delle telefonate Berlusconi/Saccà: è una succosa ciliegina messa su una torta che i protagonisti si meriterebbero di ricevere in faccia.

Ma una domanda – ingenua finché volete – mi corre l’obbligo di pormi e di porvi: ma perché i “nostri” politici, che non nomino perché ho già nominato sopra, nascono solo da noi?? Mi spiego meglio: è la nostra aria che li fa venire così oppure c’è qualche altro elemento che turba la normale evoluzione degli individui.

E questo elemento potrebbe essere il sistema elettorale che nel nostro Paese ha prodotto una sostanziale instabilità ed un proliferare infinito di partiti e partitini (ce ne sono addirittura 42).

Negli altri paesi europei, i sistemi elettorali producono anzitutto un’alternanza che è sempre un bene assoluto e poi riescono a combinare saggiamente rappresentatività e funzionalità delle istituzioni: quando prevale la prima (rappresentatività) si ha il massimo del frazionamento, direi lo sminuzzamento del sistema partitico, quanto invece prevale la seconda (funzionalità) si ha grandi accenni di autoritarismo come sta avvenendo in Russia: il riuscire a fare un giusto mix di queste due caratteristiche è opera che porta al buon governo ed alla giusta rappresentatività delle genti.

Ma torniamo alla nostra realtà: la frammentazione del potere partitico porta ad ingigantire ed a incattivire la lotta politica e si assiste così allo schierarsi di istituzioni e grandi mezzi di comunicazione ora con una parte e subito dopo con l’altra.

E la gente, vera massa di sudditi impotenti, subisce ricatti di ogni genere con la speranza che prima o poi le cose cambino e che si riesca a intravedere la luce alla fine del tunnel; ma quanto deve ancora durare il cammino all’interno del tunnel? Quanto deve ancora subire l’italiano medio – quello che lavora normalmente, non ha privilegi di sorta, paga regolarmente le tasse, sia pure mugugnando – prima di accorgersi che gli uomini che lo rappresentano sono degli “omuncoli”, privi di capacità, senza dignità e senza onore e sommergerli sotto un’ondata di furore che non salvi nessuno, ma proprio nessuno e che abbia una caratteristica peculiare: l’assenza di qualsiasi misericordia.

Con quali mezzi realizzare quanto sopra è un altro discorso, ma credo che non sia più possibile pensare ad un atterraggio morbido: sarà comunque un durissimo impatto contro una superficie ancora più dura: chiaro il concetto??


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