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sabato, dicembre 22, 2007

COSA CI PORTERA' BABBO NATALE ?? 

Avete scritto la letterina a Babbo Natale? E cosa avete chiesto?

Pensate al gran daffare che avrà l’arzillo vecchietto, dato che il Natale è una delle poche festività che viene festeggiata anche nei paese non cristiani e la leggenda di Babbo Natale è diffusa tra tutti i bambini del mondo, anche se con qualche piccola variazione: in Russia ad esempio si chiama “Papà Gelo”.

Poiché il nostro benefattore con le renne è munito di tante capacità per cui può fare veri miracoli, noi possiamo anche chiedergli cose non propriamente materiali – tipo trenini elettrici, cravatte o profumi – ma addentrarci anche in qualcosa che rasenti il sogno; già, ognuno di noi ama sognare e, in quella condizione, vedere realizzate cose che da sveglio non si proverebbe neppure ad ipotizzare.

Per esempio, se noi sognassimo che la globalizzazione non sia ancora iniziata (e anzi, che non parta neppure), si potrebbe dire che si dovrebbe tornare a prima della rivoluzione industriale del ‘700, vera iniziatrice, o meglio anticipatrice, dell’utilizzo dell’uomo come componente del costo del prodotto; adesso che la macchina si è messa in moto, le economie di tutto il mondo sono costrette ad andare sempre un po’ più veloci della precedente rilevazione; ma proviamo a chiederci: se tutti corrono ad una velocità sempre più folle, non è come se tutti stessero fermi?

Sì, è anche giusto il concetto, però, in queste condizioni di esasperante velocità dell’economia, è anche vero che se uno rallenta è come il ciclista che non ce la fa a seguire il gruppo sulla salita: il distacco all’arrivo sarà abissale e comporterà l’espulsione del malcapitato dalla classifica generale.

In questa accelerazione obbligata, sembrano avvantaggiati i cosiddetti paesi emergenti, coloro cioè che ancora non hanno raggiunto i nostri standard produttivi e che quindi hanno margini espansivi più ampi dei nostri; ma gli effetti di questa folle corsa cominciano già a manifestarsi, per esempio in Cina, dove l’obbligo di aumentare lo stramaledettissimo P.I.L. coincide perfettamente con l’incrento dei suicidi che sono diventati la prima causa di morte tra i giovani e la terza tra gli anziani.

Poi al nostro Babbo Natale potremmo chiedere di intervenire sulla scena ecologica dato che ho l’impressione che il nostro bellissimo pianeta comincia a non sopportarci più; e le varie conferenze – da Kyoto a Bali – non fanno altro che sottolineare il colpevole disinteresse dei governanti di tutto il mondo per questo problema; ed a ben vedere hanno anche ragione, in quanto una diminuzione di consumi energetici con conseguente minori emissioni di CO2, comporta – al livello attuale delle conoscenze – un dovere incidere sulla produzione, frenandola quel tanto che consenta minor consumo di energia: ma nessuno è in condizione di poter promettere una cosa del genere, e neppure di credere che una diminuzione “di tutti” potrebbe essere la soluzione del problema, in quanto tutti sono malfidati verso tutti e lo slogan che si sente maggiormente in queste nobili assise è “comincia tu, poi arrivo anch’io”.

Ma credo che se gli diamo questa incombenza il rubizzo vecchietto chiederà subito di andare in pensione e lascerà il proscenio alla Befana che ha meno fronzoli ed è più pratica e concreta: ragazzi, ci dirà con bonomia ma con decisione, siamo tutti nella cacca e siamo destinati a restarci.

Capita l’antifona amici carissimi? Mi resta solo da augurarvi di trascorrere delle serene giornate, possibilmente senza tanti “pensieri”; comunque la battaglia continua, con o senza Babbo Natale, questa è la promessa!!


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