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domenica, novembre 11, 2007

QUESTA VOLTA E' VERO 

Ricorderete che non molto tempo fa tutta la stampa italiana cadde in un tranello teso da un collega giornalista sardo che aveva sparato la notizia di un furto in un Supermercato ad opera di un pensionato, il quale poi era stato perdonato dal Direttore e rimandato a casa rifocillato e con la merce nella borsa; tutto questo non era vero e tutti ci siamo cascati.

Adesso ci risiamo, ma questa volta temo che sia la verità: siamo a Merano, zona tra le più ricche d’Italia, dove un uomo di 74 anni ha patteggiato i 14 mesi di carcere inflittigli dal giudice per aver rubato un etto di prosciutto; questo è vero senz’altro perché la notizia proviene dallo stesso Tribunale di Bolzano che ha condannato il malcapitato.

Ma non basta, perché lo stesso Tribunale, in ottobre, ha emesso un’altra condanna “esemplare”: ha inflitto un anno e quattro mesi ad una coppia di coniugi ultrasettantenni, rei di aver rubato una maglia e qualche paio di calzini.

E allora ci risiamo ed io sono costretto ad arrabbiarmi un’altra volta: ma come, un Paese che si definisce serio come il nostro, permette che avvengano queste cose? I signori giudici che hanno comminato queste pene non credete che siano da cacciare a pedate dall’ordinamento giuridico italiano?

E dopo essermi arrabbiato, torniamo ad esaminare a mente fredda l’accaduto: in entrambi i casi siamo di fronte a delle persone anziane, pensionate, probabilmente in preda anche ad un po’ di marasma senile, che hanno bisogno di alcune cose che non possono permettersi e, anziché rivolgersi alle strutture all’uopo dedicate, si permettono di prendere quello che gli occorre: non sia mai detto! Presi, interrogati, processati e condannati: fulgido esempio della funzionalità della nostra giustizia.

Se poi vogliamo abbandonare il discorso sulla giustizia, possiamo svolgere quello del luogo dove l’evento si è svolto: Merano, celebre per le sue “beauty farm” messe in piedi per far digiunare la gente a costi irraggiungibili per molti di noi: cinque mila euro la settimana e ti tolgo un bel po’ di soprappeso.

Ebbene, in questo contesto da ricchi sfondati ci sono anche quelle sacche di povertà mischiata al cattivo funzionamento del cervello che consentono l’accadimento di queste cose; e poi quando siamo in presenza di disgrazie ci domandiamo perché colui o colei che ha scelto un altro mondo non ha cercato meglio in questo!! Semplice: perché in questo mondo non c’era niente da cercare!!

Ma poi, cercare cosa? Forse un mestiere appendicolare alla pensione? Ebbene, a questo scopo, forse potrebbe essere utile conoscere come si è lanciata nel mondo della malavita una giovane sedicenne calabrese che è entrata in una piccola gang specializzata nelle rapine in banche, con un ruolo ben preciso: l’ostaggio.

La fanciulla, infatti, entrava nella banca pochi minuti prima dei rapinatori e veniva da questi afferrata per i capelli e minacciata di morte con un coltello se gli impiegati non consegnavano i soldi; tanta era la sorpresa e la paura dei presenti, anche per la bella interpretazione della ragazzina, che nessuno reagiva e gli impiegati consegnavano i contanti senza indugio.

Peccato che le riprese delle telecamere a circuito chiuso delle banche rapinate hanno mostrato in varie occasioni sempre lo stesso “ostaggio” e allora, le indagini hanno preso una piega diversa ed hanno messo la Polizia sulle tracce dell’intera banda.

Chissà se la carriera di “ostaggio” potrebbe essere consigliata anche a qualche pensionato che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese??!! Forse; e poi sempre meglio della galera…


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