domenica, novembre 25, 2007
LEGGE ELETTORALE
Dopo lo “spariglio” di Berlusconi con il nuovo partito e l’invocazione di nuove elezioni, si fa un gran parlare di legge elettorale e le voci maggiormente ricorrenti si rifanno a quella vigente in Germania, dove si vota con il “proporzionale” e con uno sbarramento al 5%.
Adesso, alla ricerca del “sempre più nuovo”, alcuni commentatori politici stanno portando alla ribalta il sistema elettorale russo; sì, avete letto bene, “russo”, infatti dalla sgangherata patria di Putin, mezza turbocapitalista e mezza fascista, si vorrebbe importare il meccanismo con cui vengono eletti i deputati della Duma; vediamo di cosa si tratta.
Anzitutto diciamo subito che anche qui siamo in presenza di un sistema proporzionale, ma lo sbarramento è al 7% ed il sistema prevede una serie di norme un po’ particolari: anzitutto il divieto di coalizioni strumentali e rescindibili (come controllarlo!!), poi divieto di cambiare partito ad elezione avvenuta.
Come risultato,
È ovvio che questo meccanismo e le successive disposizioni comportamentali, porta i partiti a fare i loro conti e ad accorparsi con qualcuno, per evitare la tagliola dello sbarramento ed essere spazzati via; ma siamo sicuri che in fase di votazioni e durante l’operatività pratica del governo i partiti non si riprendano il proprio emblema e si atteggino a quello che erano prima del voto e non dopo?
Non conosco i dati riguardanti il funzionamento del meccanismo in Russia, ma la differenza sostanziale con la nostra situazione è che da noi non esiste una sola norma che preveda una figura come quella di Putin, con i super-poteri che si ritrova e con la possibilità di fare e disfare a suo piacimento.
Da noi il Premier subisce una serie infinita di condizionamenti dai partiti della propria coalizione e se non accetta i diktat di questo o di quello, poi si trova a scontare il fio nelle votazioni parlamentari.
Ma questa è democrazia? Gaetano Mosca, nel suo “La classe politica” afferma che “Cento che agiscono sempre di concerto e d’intesa gli uni con gli altri, trionferanno sempre su mille presi uno ad uno che non hanno nessun accordo tra di loro”; dato questo assunto, possiamo dire che la democrazia non è “rappresentativa”, bensì un sistema di “minoranza organizzata”, di oligarchia, di aristocrazie mascherate – sia politiche che economiche – strettamente intrecciate fra di loro e, assai spesso con i poteri non propriamente puliti della società.
E il nostro ruolo? Scegliere, ogni cinque anni – legittimandola, come l’unzione del Signore legittimava il Re – da quale oligarchia preferiamo essere dominati, schiacciati, umiliati: in concreto, rendiamoci conto che il nostro ruolo è solo quello di sudditi, chiamati ad obbedire e basta.
Come se ne esce da questa condizione? Bisogna che prima di ogni altra cosa l’uomo di renda conto di questa truffa politico-istituzionale e solo allora potrà agire per ripristinare un ordine nuovo; non credo che ciò sia imminente, sicuramente non sarà la mia generazione, ma forse neppure la prossima; certo che più si aspetta e più si pensa che “meglio di così non si possa stare” e allora ho paura che siamo fregati veramente!