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mercoledì, novembre 28, 2007

BRAVO PRODI !! 

Dopo i “bamboccioni” del Ministro Padoa Schioppa, è adesso la volta dei “fannulloni” del Presidente del Consiglio Prodi: proprio così, il nostro Premier ha definito i dipendenti pubblici e lo ha fatto non in una cena privata, ma dal palco dell’assemblea annuale della C.N.A.: “nel pubblico impiego si toccano punte di assenteismo del 30%” ha dichiarato sconsolato.

Facciamo un po’ di conti: dei circa 4 milioni di dipendenti pubblici, quasi un terzo – poco meno di un milione – prende lo stipendio a fine mese senza aver lavorato; si dirà: se è stata individuata la malattia, è facile trovare il rimedio.

E invece Prodi ammette che proprio facile non è: “non si ha idea delle resistenze che incontriamo, non solo nell’amministrazione centrale, ma anche in quella periferica; c’è una volontà corale alla conservazione dello stato delle cose” ed a me è sembrato di risentire il vecchio slogan degli anni settanta che recitava: “l’assenteismo è nostro e ce lo gestiamo noi”, oppure l’altro “lo stipendio è un diritto; se volete che lavori mi dovete pagare a parte”.

E proprio quest’ultimo slogan sembra fatto apposta per quello che ha raccontato Prodi: in occasione di una riunione riguardante la materia dell’assenteismo, qualcuno, senza scomporsi ha dichiarato: “noi abbiamo un’idea chiara da proporre; diamo un premio di presenza a chi lavora”; chi sarà stato? Prodi non lo ha detto, ma si sente puzza di sindacato; comunque il Presidente del Consiglio ha replicato con una battuta degna di nota: “Se il salario non è un premio di presenza non so cosa dire”.

Evidentemente Prodi sta lanciandosi in una sacrosanta battaglia sul fronte della moralizzazione e dell’efficienza della pubblica amministrazione, anche perché i dati parlano da soli e danno una verità sconsolante: se è vero che il 30% degli impiegati pubblici è giornalmente assente, vuol dire due cose: o c’è il 30% di personale in più, oppure viene erogato un 30% di servizi in meno; in entrambi i casi il problema è grosso.

Su questo problema di cattiva amministrazione pubblica, ci sono due commenti da fare: il primo è che alla base di tutto c’è una sorta di “cattivo esempio” che le alte e medie sfere dello Stato danno ai piccoli impiegati, i quali si sentono in dovere di affermare: “ma come, se non fanno niente loro perché dovrei lavorare proprio io??!!”.

Come ho sempre affermato, il problema del pessimo andamento delle amministrazioni pubbliche discende in massima parte dalla poca volontà di impegnarsi da parte della “media dirigenza”, la quale preferisce acquattarsi nel non far niente anziché dare un buon esempio ai dipendenti: così facendo, i sottoposti traggono un pessimo esempio e, a loro volta, si impegnano nel fare il meno possibile.

Il secondo commento discende da una considerazione: 4 milioni di persone sono altrettanti voti, forse ancora di più se contiamo le varie famiglie; è ovvio che ci siano delle lobby che cercano di manovrare questi voti a beneficio di uno o dell’altro partito; se poi ci riescano è tutto un altro discorso, ma il fatto che dalla finanziaria di quest’anno la Commissione Bilancio – in forma, sembra, bipartisan - abbia tolto un articolo che prevedeva la chiusura di 40 sedi provinciali del Ministero del Tesoro la dice lunga: coloro che sono riusciti nell’impresa hanno tolto dai problemi una bella fetta di persone (dirigenti, personale, ecc) ed a questa gente qualcuno potrà andare a chiedere – all’occorrenza – un voto “di riconoscenza”; e perché non dovrebbe riceverlo??


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