martedì, ottobre 02, 2007
VIOLENZA E LEGALITA'
Dico violenza ma dovrei precisare “violenza sulle donne” perché questo è l’oggetto dell’ennesima crociata dei mass media che, al ricomparire – come se fosse scomparso!! – di qualche rigurgito di carattere sessuale/violento, arriva a titolare “salviamo le donne”, come se fossero in pericolo di scomparsa della specie; e per di più la famosa legge dal titolo “violenza sulle donne” non è stata ancora approvata e sembra che sia colpa proprio di questa carenza legislativa se il nostro cosiddetto sesso debole è fatto oggetto di tanto amore, ma così tanto da condurlo alla morte.
L’elemento che ha fatto scattare i nostri furbi giornalisti è stato l’ennesimo delitto a sfondo sessuale commesso a Torino ai danni di una giovane di appena 26 anni che “si è permessa” di rifiutare un caro amico – era considerato proprio così! – ed è stata uccisa con le mani, a pugni e poi rinchiusa in un sacchetto per le immondizie e gettata in un lago.
Convengo che la vicenda – dai risvolti ancora non completamente chiariti – ha dell’incredibile e appare ancora più impressionante se pensiamo che la ragazza era fidanzata con un giovane coetaneo ed anche il giovane uccisore lo era con un’altra giovane ragazza: ed allora cos’è scattato nella testa del ragazzo? Quale è stata la molla che gli ha fatto perdere la testa? Ancora non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai.
Ma questo post non doveva essere centrato sugli eventi ma su quello che hanno provocato nelle sfere della politica, in quanto tutti si sono messi ad accusare la carenza della non approvata legge sulla violenza sulle donne; come se un delitto avesse bisogno di una legge speciale!!
Signori cari, un delitto è un delitto e non c’è barba di attenuanti che lo possa far diventare qualcosa di diverso; un delitto – cioè far cessare di esistere una donna o un uomo – deve essere punito con il normale codice penale che prevede pene severe per tali reati; caso mai il difficile sarà attuare quello che si chiama “la certezza della pena”.
Cosa voglio dire ve lo spiego subito: a Siena è stato commesso un furto in una Banca da un certo numero di banditi i quali sono stati inseguiti dalle forze dell’ordine e uno di loro è stato anche catturato; grande è stata la sorpresa quando si sono accorti che si trattava di un famoso brigatista rosso in carcere a Vercelli dove sconta una serie di ergastoli per sei omicidi commessi una ventina di anni fa.
Cosa è successo? Come mai il brigatista – peraltro mai pentito – si trovava insieme a comuni rapinatori nell’assalto ad una banca?
Non lo so! La notizia è di oggi e quindi i particolari sono scarsi; quello che deve invece far riflettere è che questo signore stava fruendo di un permesso premio o di qualche altra diavoleria che lo ha condotto a stare fuori dal carcere e, così facendo, ha avuto la possibilità di tornare tranquillamente a delinquere.
Molti si chiedono se la rapina in banca è stata effettuata per rifornire una qualche frangia di brigatisti oppure se è soltanto una “normale” rapina: confesso che non sono molto attratto da queste speculazioni; sarei più interessato a conoscere i nomi dei grandi psicologi, sociologi ed altri che finiscono in “ogi” che hanno considerato il brigatista come una persona degna di perdono e di riammissione nella società; come mai non li pubblicano mai questi nomi?? Perché voglio dire che “errare è umano, perseverare invece…..”.