giovedì, ottobre 04, 2007
TORNIAMO SUI COSTI DELLA POLITICA
In questi ultimi giorni assistiamo ad alcuni rigurgiti della politica che continua ad essere accusata di costare troppo al Paese; rigurgiti – badate bene – che fanno vedere come sono furbi e come sia impossibile farcela con le buone maniere: ci vuole ben altro per questi figuri!!
Anzitutto parliamo delle maggiori istituzioni che, a parole, sono impegnate sul fronte della riduzione dei costi; ha cominciato il Quirinale (ricorderete, costa quattro volte Buckingam Palace) che ha annunciato trionfante di avere approvato un bilancio per il 2008 che aumenta “soltanto” di 17 milioni di euro quello del 2007, ma credete è stata una vera faticaccia!! Comunque 240 milioni di euro se li papperà anche per il 2008 (chi è di mente corta sappia che sono quasi 500 miliardi del vecchio conio).
Tra Palazzo Chigi e Presidenza della Camera sta continuando ad andare in onda uno stucchevole balletto su chi è più bravo e veloce ad annunciare – ovviamente solo a parole – manovre e manovrine che dovrebbero portare a dei risparmi; sentite questa: il Governo ha allo studio il congelamento per 5 anni delle buste paga dei deputati? Ebbene, Bertinotti risponde piccato che
Questo, a dimostrazione che anche loro stanno riempiendosi la bocca di parole che al massimo contengono un mantenimento della spesa per la politica; sono riusciti – bontà loro – a non farne lievitare ulteriormente i costi, ma oltre non sono riusciti ad andare: per usare un termine calcistico, potremmo dire che adottano un ferreo catenaccio.
Per cercare di ridimensionare i costi veri della politica, è stato chiesto da un deputato, su incarico del ministro Mastella, l’elenco dei nomi di chi ha usufruito dei voli di stato (quelli cioè fatti con gli aerei di stato) e la risposta del vice Premier Rutelli è stata: “nel 2007 spenderemo meno che nel
Ma per tornare per un attimo a Mastella, forse possiamo considerarlo come l’archetipo del deputato: a chi gli chiedeva se i politici percepiscono uno stipendio troppo alto, il ministro della giustizia rispondeva così: “Non so se siamo pagati troppo; probabilmente un po’ meno del giusto”.
E qui, anche se ovviamente il buon Clemente dirà che era soltanto una battuta, si potrebbe innescare una piccola ma succulenta polemica su quello che rappresentano gli oltre 15.000 euro al mese (oltre tutti i benefit) per un parlamentare e argomentare che
Forse Mastella vuol dire che se faceva il mafioso – dove certamente sarebbe assurto alla carica di “padrino” – avrebbe guadagnato di più?
No, a parte gli scherzi, la risposta di Mastella è il segno più evidente di come i parlamentari considerano le proprie prebende: appena sufficienti per tutto il lavoro che fanno. Se così è, non credo che ci sia alcuna possibilità di risolvere i problemi dei costi della politica.
E tanto meno di risolvere quelli che attanagliano l’Italia!!