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domenica, ottobre 21, 2007

DEMOCRAZIA ED ECONOMIA 

Le recenti primarie del P.D. che hanno fatto registrare la partecipazione di oltre tre milioni di persone – lasciamo perdere il “chi sono” e “quante volte” – hanno conferito, per molte persone, una sorta di legittimazione alla politica verso l’antipolitica rappresentata da Grillo e compagnia bella.

Non sono d’accordo sull’impostazione del discorso, soprattutto perché il tutto era coreograficamente presentato, ma nella sostanza il vincitore era conosciuto da tempo ed i suoi “avversari” servivano solo a dare una parvenza democratica a questo inutile baraccone: come ulteriore riprova che si trattava di sola immagine, si potrebbe citare l’assoluta mancanza di dibattiti tra i candidati che, al contrario, erano chiamati soltanto a recitare la propria lezioncina senza interferire nelle manovre del designato vincitore.

Nello stesso periodo, o giù di lì, la parte avversa (Fini) ha raccolto 500mila persone in una piazza romana per parlare di tasse e attaccare il Governo: anche questo un successo della democrazia? Ma mi faccia il piacere!! Ora si trova il mezzo di radunare centinaia di migliaia di persone anche solo a parlare di caccia e pesca!

Magari queste persone che inneggiano alle due manifestazioni – sia pure su versanti opposti – sono convinti che se Veltroni manda a casa Prodi cambiano le cose; gli altri, dal canto loro, sono altrettanto convinti che per cambiare tutto bisognerebbe che Berlusconi mandasse a casa entrambi.

Purtroppo, più passa il tempo e più mi convinco che non è solo questione di uomini, ma soprattutto di sistema, nel senso che la democrazia rappresentativa non rispetta nessuno dei suoi presupposti: il voto non ci rende uguali in quanto gli apparato di partito fanno eleggere chi vogliono e non è libero in quanto è sempre più influenzato dai media che sono in mano alle oligarchie politiche ed economiche.

Ho un’altra convinzione: la democrazia cadrà da sola, così come accadde con il feudalesimo e più tardi col “socialismo reale”; ma non cadrà per le sue pecche intrinseche, ma per il vero problema che la democrazia rappresenta e cioè il modello di sviluppo (produzione – consumo – produzione) con i tre fattori costretti ad essere portati al parossismo perché il sistema continui a girare.

Come ho già avuto modo di dire altre volte, se si subordina le esigenze dell’uomo a quelle dell’economia e della tecnologia si provoca nell’individuo quel disagio che lo rende schizofrenico e di cui il sistema politico è soltanto l’involucro che lo legittima.

La gente (Grillo compreso) sente sempre più questo acutissimo disagio, ne percepisce confusamente la vera origine e perciò scarica la propria rabbia sui politici che, nella circostanza, rivestono il ruolo di “mosca cocchiera del sistema”.

Se mi concedete una logica in questo mio assunto, ne discende che il vero nemico di noi-gente è il sistema economico, in quanto votato alla materializzazione dell’individuo ridotto al ruolo di “produttore – consumatore” e costretto ad agire come il sistema gli comanda, pena la propria emarginazione.

Miei cari amici: c’è stato forse qualcuno che ci ha chiesto l’autorizzazione per fare approdare il nostro sistema verso le sponde della globalizzazione? Ovviamente no, perché nessuno si è sentito in dovere di chiedere qualcosa a coloro che poi lo avrebbero subito e questo è l’antitesi della “vera” democrazia.

C’è una qualche soluzione? Non è facile, anzi è quasi impossibile, perchè combattere un sistema economico sembra quasi una bestemmia; eppure l’unico “modo” è pensare che ogni nostro atto ci viene inculcato dall’esterno e che quindi la nostra presunta libertà è solo un’utopia!! Cominciamo a farlo!!


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