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giovedì, ottobre 18, 2007

ANCORA SANGUE SULLE STRADE 

I media sguazzano tranquillamente nel sangue che viene versato sulle strade e di questa tragedia non sanno proporre niente che non sia o contro il governo (“e mentre la gente muore il Governo si spacca sui controlli”) o a favore dello stesso “Amato: non è vero che mancano i controlli, quest’anno si è avuto un boom di verifiche”).

Entrambe le posizioni ci lasciano indifferenti, perché non incidono – ed anzi neppure sembrano una presa di coscienza – sul problema delle tante morti che si verificano sulle nostre strade.

Dalle risultanze – piuttosto affrettate e quindi poco scientifiche – sembrerebbe che l’accusato principale di queste stragi sia l’alto tasso alcolemico rilevato sui guidatori e, in seconda posizione, la presenza al volante di persone sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Da questi dati risulta che nei primi nove mesi del 2007 sono stati controllati 487 mila automobilisti, dei quali quasi 36 mila sono risultati positivi al test dell’etilometro (7,5%) e 3.368 sotto l’effetto di stupefacenti (0,7%).

Sono numeri che – se veri – fanno riflettere, nel senso che i contravventori dell’etilometro sono un numero altissimo e, abbastanza alto anche quello degli stupefacenti: è evidente che la situazione può essere combattuta soltanto con l’intensificarsi dei controlli, ma anche a valle dei controlli si deve provvedere a comminare pene “giuste ma certe”, tali cioè che siano di esempio per tutti gli altri: e queste dovrebbero essere “pubblicizzate” dalla stampa come avviene per gli errori della magistratura.

E facciamo un esempio: “Pirata assassino per due volte: romeno scarcerato” questo il titolo di un pezzo che si può leggere su un quotidiano nazionale e che narra la vicenda di un romeno (lasciamo perdere la nazionalità, perché anche noi italiani alziamo frequentemente il gomito) che è stato scarcerato dopo soli quattro giorni trascorsi in cella a Spoleto per aver travolto e ucciso un anziano mentre era alla guida sotto l’effetto dell’alcool; e il quotidiano prosegue, narrando che lo stesso romeno dovrà comparire il 25 di questo mese in Tribunale a Latina dove si celebre il processo a suo carico per la morte di un uomo avvenuta nel 2004 a seguito di un incidente stradale.

La comunicazione clandestina che viene veicolata da questo modo di esporre i fatti è che il romeno è recidivo e quindi doveva essere incarcerato e basta: le cose non sono così semplici, perché esiste una legge e questa deve essere rispettata; dirò di più, esiste anche una prassi carceraria che è frutto di mera interpretazione umana (se incarcerare o scarcerare) ed anche questa deve essere rispettata.

Così come merita rispetto la vicenda di un P.M. che da diciotto mesi ha sul tavolo il fascicolo di un uomo (un polacco) accusato di avere rubato 3 paia di calzini del valore di 3 euro e rinviato a giudizio nonostante l’esiguità della pena e la ridicolaggine della vicenda.

Commento: il P.M. è stato “costretto” dall’obbligatorietà dell’azione penale, lo Stato ha dovuto pagare un avvocato d’ufficio, l’eventuale condanna sarà ampiamente coperta dall’indulto ancora vigente, ma comunque….il polacco a scanso di equivoci ha pensato bene di andarsene e di far perdere le proprie tracce.

Signor Ministro, forse c’è qualcosa da rivedere!!


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