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martedì, settembre 25, 2007

UN PO' DI POLITICA - 4° PARTE 

Vediamo se è possibile concludere il discorso sulle priorità del “mio” governo; se ricordate bene e se mi avete seguito, manca all’appello l’atteggiamento da tenere nei confronti dell’immigrazione.

Anzitutto togliamo dal vocabolario il termine “immigrazione clandestina”, perché quando siamo in presenza di numeri di tale dimensione (sono centinaia di migliaia le donne e gli uomini che abbandonano l’Africa) dobbiamo togliere l’aggettivo clandestina e riferirsi soltanto all’immigrazione. Perché, sia chiaro a tutti, le persone che abbandonano la propria casa, in molti casi anche la propria famiglia per imbarcarsi in squallide tinozze che li conducono al di là del mare, non lo fanno per sogni di gloria o di conquista ma soltanto per motivi di semplice sopravvivenza: in patria non hanno i soldi per mangiare (loro ed i figli) e vanno a cercare questo cibo in una nazione che pensano ce l’abbia (e non hanno torto, visti gli sprechi dei nostri ragazzi!).

E poi ci sarebbe da fare un’altra considerazione: non dimentichiamoci che questi signori vengono a mendicare, ma potrebbero benissimo “chiedere” – ed a voce alta – che gli venga restituito tutto quello che i paesi civilizzati gli hanno rubato.

Se mi concedete che quello che ho detto è la verità, allora l’atteggiamento che dovremmo avere nei confronti di questi signori è ben diverso da quello che abbiamo attualmente: in concreto, diciamo che non siamo mai stati in grado di mettere in pratica una “politica dell’accoglienza”, i cui presupposti dovrebbero essere che questa gente se non viene aiutata ed accudita in qualche modo, mi sembra ovvio che vada a delinquere – in qualche modo, furti, spaccio ed altro – in quanto questa prospettiva delittuosa è l’unica cosa che il nostro Paese gli sta fornendo.

Quindi, se poi dalle statistiche viene fuori che la micro delinquenza è aumentata in forma esponenziale da quando ci sono stati gli arrivi dei cosiddetti clandestini, mi sembra la scoperta dell’acqua calda.

Badate bene che tutto questo incide fortemente sulla vita civile dei nostri concittadini che ormai sono stati abituati dai mass media a considerare questi poveracci responsabili di tutte le malefatte delle loro città; e in gran parte hanno anche ragione, ma ditemi voi come diavolo possono fare questi disgraziati che vengono fatti entrare, sia pure non ufficialmente, ma che poi non trovano la minima accoglienza e vengono abbandonati a loro stessi: come dicevo, l’unica prospettiva è la delinquenza.

Vorrei pero che si comprendesse che se ai nostri lavavetri o ai “vu’cumprà” si prospettasse un posticino in un Ente Locale o in una della tantissime aziende municipalizzate, il problema criminalità subirebbe un immediato abbassamento, perché tutti loro aderirebbero entusiasti a questa proposta.

Ma se questo non possiamo offrirlo e anche i posti che finora erano a loro “riservati” stanno esaurendosi, è evidente che si vada incontro a periodi turbolenti, nei quali lo Stato dovrebbe prendere in mano la situazione ed affrontarla in maniera chiara e secondo giustizia: la prima regola dovrebbe essere che “se li faccio entrare” diventano anche loro degli italiani e quindi me ne devo occupare; se non ho la forza o la volontà di fare questo, è meglio che non li faccia entrare e che quindi cominci a cannoneggiare i barconi al largo della Sicilia.

È un paradosso, ma mica poi tanto…; ricordiamoci che un governo deve avere le idee chiare e tradurle in provvedimenti altrettanto chiari (e questo è frutto soltanto di “ideologia”) altrimenti i furbi prosperano e gli altri sono costretti a mendicare o a rapinare…. ; nel prossimo post le conclusioni generali!!

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