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sabato, settembre 15, 2007

IL CASO MASTELLA 

Il caso è diventato subito una polemica pubblica: un settimanale (tra l’altro di area governativa) ha pubblicato in prima pagina l’immagine di Mastella, Ministro della Giustizia, che scende dall’aereo presidenziale, all’aeroporto di Milano, per salire su un elicottero che lo porta al circuito automobilistico di Monza; ovviamente con il figlio e con la scorta armata (mancava la moglie, chissà perché).

Il ministro si è difeso, portando una serie di considerazioni: la prima è che lui si è aggregato al vice-premier Rutelli, incaricato della premiazione del vincitore (alla quale poi ha partecipato anche il buon Clemente); quindi – dato che c’era posto sull’aereo e che lui doveva andare a Milano e poi a Monza – cosa c’è di male se ha usufruito dell’aereo di stato? Tanto più che il ministro della giustizia “deve” viaggiare sotto massima scorta,

Una piccola considerazione: ma veramente Mastella, o peggio chi lo ha messo sotto scorta, pensa che i brigatisti italiani o islamici vedano in lui un pericolo talmente grande da farlo oggetto di attentato? Ma mi faccia il piacere!!

Quando poi gli viene detto (a Mastella) che forse gli italiani preferiscono un tipo come Draghi, governatore di Bankitalia, che si sposta utilizzando l’Intercity, il ministro replica che Draghi non ha firmato la reiterazione del decreto sul 41bis, carcere duro per i mafiosi, e quindi non si può paragonare; altro piccolo commento: ma veramente Mastella pensa che la mafia ce l’abbia così tanto con lui e lo ritenga così tanto “pericoloso” da rischiare un attentato? Ma mi faccia il piacere!!

Con la conoscenza che ha Mastella dei vari marchingegno della politica e della comunicazione, riesce poi a spostare l’asse del problema su argomenti “da alta politica” che sviano l’interlocutore dalla banale evidenza: un signore, di professione ministro, utilizza un aereo di stato come se fosse suo. Questo è l’assunto al quale avrebbe dovuto rispondere e invece è partito per varie tangenti, mostrandosi però un po’ nervosetto, se una semplice domanda l’ha indotto ad una risposta non proprio felice; il giornalista gli chiede della presenza del figlio sull’aereo presidenziale e lui risponde: “è vero, è venuto con me anche mio figlio, ma ho chiesto l’autorizzazione; e poi quello è stato un modo per stare insieme”. L’autorizzazione? Ma a chi?

Ma mi faccia il piacere!!

Come si vede siamo nella solita Italietta fatta di privilegi ai potenti; e fin qui niente di nuovo, anche se non credo che questo nuovo fatto porti acqua alla “politica”, mentre impazza quella che molti definiscono l’antipolitica e io invece vorrei definire l’”antipolitici”, quei signori cioè che proprio non riescono a fornire una minima testimonianza di correttezza.

Ma per chiudere, dobbiamo porci una domanda: come mai quest’ultimo vespaio è stato sollevato da un giornale che fiancheggia il governo, del quale – fino a prova contraria – anche Mastella fa parte? Il ministro sostiene che l’attacco provenga da un’ala del nascente PD - annidata all’interno del settimanale - che è contraria a Prodi e quindi attacca lui per attaccare il premier; forse non ha tutti i torti e comprova che al capezzale del nascituro PD c’è tutta una folla di gente più o meno potente che briga per trovare una buona posizione nella nuova formazione.

Come ho già detto bisogna affrontarlo degnamente il problema del nascente Partito Democratico e prometto, per la seconda volta, che lo farò quanto prima.


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